La Ue obbligherà le banche degli scorsi stress test alla ricapitalizzazione

di Red
SIENA. Gabriello Mancini ha così risposto ai cronisti che chiedevano spiegazioni sull’inopportuna vendita di titoli MPS in un momento di scarsissimo valore del titolo (cioè venduti in rimessa): “E’ stata completata” e “l’avevamo programmata”. Poi ha confermato di aver seccato il borsellino della banca per secoli più ricca d’Italia, affermando ancora una volta riguardo alla prossima ricapitalizzazione sollecitata da Mario Draghi, passato da Banca d’Italia alla Bce: “Abbiamo già dato e in abbondanza”. Chi avesse dubbi in proposito, può sfogliare la margherita con i nomi dei possibili prossimi padroni. Certo non è bello fare certe domande cattive a un presidente che aveva pensato di andare a Roma a celebrare la Giornata Mondiale del Risparmio 2011, per di più costretto ad ascoltare una requisitoria del Governatore della Banca d’Italia!
La borsa italiana ha goduto di tre giorni tutto sommato in parità, chiudendo oggi con +0.06%. Tutti sono in attesa del supervertice per cercare di capire se si farà l’Europa o la si distruggerà per piccoli interessi di bottega, e tutte le opzioni sono aperte. I contrastati bancari hanno visto MPS con -0.03% a euro 0,36. Se il presidente della Fondazione si ricomprasse i titoli venduti qualche giorno fa, farebbe una bella plusvalenza. Assurdità del mercato borsistico.
La lettera interlocutoria del governo italiano dopo il vertice notturno Be&Bo è costata un aumento di mezzo punto del tasso d’interessi di 8,5 miliardi di euro di Bot a sei mesi collocati stamattina dal Tesoro: quindi l’unico risultato concreto di tante discussioni, ammiccamenti e risatine con Merkel e Sarkozy è un altro aumento del debito pubblico italiano: mezzo punto su 8,5 miliardi è una bella cifra. Per affondare il coltello nella piaga, il ministro dello Sviluppo Economico Romani è andato in Parlamento a dire: “Nella lettera di intenti inviata all’Unione europea non c’è una road map sui provvedimenti per lo sviluppo. La scaletta e i dettagli li deciderà il presidente del Consiglio”. Palese indecisione, proprio quello che i mercati non vogliono. Continuando così, non resterà che aspettarsi un nuovo downgrade delle agenzie di rating. In serata Fitch Italia ha suonato un campanello d’allarme sullo spread che sale, sale, sale. Come le famose voci sul declassamento francese: le banche transalpine piene come uova di titoli di stato greci non esigibili, anzi da tagliare al 50% almeno del loro valore. Alla fine, senza provvedimenti corali degli stati europei, tra cui appunto quelli italiani, Standard & Poor’s e le altre agenzie dovranno prendere atto della realtà. Non succederà granché, se non per l’orgoglio della grandeur francese: i nostri censori saranno arrivati troppo tardi, i mercati hanno già abbandonato la Francia e le prossime settimane attaccheranno la Germania. L’indice Ifo sta scendendo velocemente e le indiscrezioni sul reale valore dei titoli tossici 2008 detenuti dalle banche tedesche – e mai opportunamente svalutati dai bilanci – rendono difficile la posizione di leadership che la cancelliera ha sognato.
I 27 capi di Stato e di Governo della Ue hanno concluso un “accordo politico importante”, per cui le banche oggetto degli stress test (tra cui MPS) dovranno essere ricapitalizzate. Costo totale dell’operazione 108 miliardi di euro. Anche il presidente della banca Monte dei Paschi era a Roma a celebrare il risparmio e, dopo aver incassato con noncuranza le critiche per aver abbandonato Tremonti dopo anni di ossequi, si è lanciato in un assist al presidente del consiglio, affermando che La riforma delle pensioni è ”ineludibile”, che è ”necessario che si colpisca la spesa improduttiva” e serve ”un esercizio di spending review serio e determinato” così che “saranno eliminati tanti sprechi, ridotti gli insopportabili costi della politica ma anche resi efficienti comparti come quello sanitario e delle pensioni”. “In un quadro congiunturalmente difficile le banche hanno erogato e stanno erogando credito buono a buone condizioni. Ma per quanto tempo potranno ancora farlo se non migliorano le severe condizioni dei mercati finanziari?”ha detto Mussari, secondo il quale “va da sè che la buona capacita di resistenza mostrata dal sistema bancario in questa situazione difficile non può che essere temporanea. A lungo andare – ha sottolineato – le tensioni sui titoli italiani non potranno che scaricarsi anche sul costo del credito e quindi sulla stessa crescita economica”.
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