Ma la conferenza merkel-sarkozy può aprire nuovi scenari

di Red.
SIENA. Chiamatelo “effetto Robin Hood tax”. La paura che stavolta il conto della tassa voluta da Tremonti sulle utilities nazionali, l’addizionale IRES, non venga scaricata ancora una volta sulle bollette e quindi sui cittadini, ha fatto chiudere la borsa di Milano in lieve ribasso (-0,87%), con perdite secche per Terna, Snam Rete Gas, Enel.
Nonostante la Bce sia intervenuta anche oggi ad acquistare titoli di stato di Italia e Spagna, riuscendo a tenere lo spread tra i bund tedeschi e i BTp italiani sotto quota 270. Ne hanno goduto i bancari in ripresa nel pomeriggio, non essendo ancora disponibili dichiarazioni sul vertice Francia-Germania in corso a Parigi in quello stesso momento. Le banche hanno goduto anche della decisione di Fitch di confermare il rating tripla A e l’outlook stabile agli USA mentre si diffondevano i dati sull’aumento della produzione industriale nel paese nordamericano oltre le stime degli analisti. MPS ha chiuso le contrattazioni con un generoso +4,19% a euro 0,48, la migliore delle cinque grandi in cui ha steccato solo Unicredit (-0,66%).
A mercati chiusi ecco la conferenza stampa Merkel-Sarkozy: determinazione a difendere l’euro, governo tecnico dell’economia con riunioni mensili, tassa sulle transazioni finanziarie a settembre. E ancora regole d’oro sulla riduzione dei debiti e del deficit “da inserire nelle Costituzioni”, lasciando sospesa la nascita degli Eurobond, “che non rappresentano una soluzione alla crisi”.Europa e consenso da costruire e limare, ma sembra che il segno di una strada precisa sotto la guida dei due stati sia chiara, così come il ruolo di gendarme del governo comunitario, che verrebbe autorizzato a intervenire nella gestione dei singoli paesi. In queste ore i vari commentatori e analisti cercano di dare un senso alle aprole dei due leader, se insufficienti a placare l’appetito della speculazione. Le conferme o i dubbi a questo punto potevano venire solo dalla risposta di Wall Street. Così a fine giornata il Dow Jones perde lo 0,67%, a 11.405,93, il Nasdaq arretra dell’1,24% a 2.523,45, lo S&P è in ribasso dello 0,97%, a 1.192,76. I titoli di stato americani hanno proseguito la loro performance positiva (grazie Fitch). Per quanto riguarda le valute, l’euro è scambiato in rialzo a 1,4408 dollari, mentre il dollaro cede sullo yen, a 76,74. Durante la conferenza stampa congiunta l’euro è sceso in pochi minuti da 1,447 a 1,438 per poi riprendere terreno. Quanto al petrolio chiude in calo dell’1,3% a New York, dove il barile è quotato a 86,70 dollari, ma gli effetti positivi sul prezzo della benzina ancora non sono convincenti.