E' l'ipotesi più credibile secondo il colonnello Schiavone del Ris
ROMA. Il comandante dei Ris, Sergio Schiavone, ha dichiarato in Commissione che l’ipotesi più credibile della super-perizia porta a propendere per il suicidio del manager, che in quel momento era cosciente. E’ la risposta al quesito 6 dell’esame richiesto dalla commissione che indaga sulla morte di David Rossi, dato dai reparti speciali dei Carabinieri.
L’audizione davanti alla Commissione che indaga sulla morte di David Rossi è durata dieci ore, durante le quali sono stati illustrati dai Carabinieri del Racis, del Ros e dai medici legali incaricati, i risultati della superperizia di circa mille pagine commissionata per fare luce sulla morte dell’uomo.
“Tra le varie ipotesi di caduta la dinamica più compatibile è quella di un gesto auto conservativo in cui il dottor David Rossi cosciente si tiene aggrappato con le mani alla barra di protezione e si lascia cadere nel vuoto con la parte anteriore verso il palazzo con il moto a ‘candela’”, ha detto il colonello Schiavone, che ha concluso: “Altre ipotesi con la presenza di terzi che lasciano cadere il dottor Rossi riproducono ipotesi di caduta non compatibili con le dinamiche di caduta.
“Sostanzialmente – ha spiegato Schiavone – abbiamo analizzato due movimenti durante le cadute: uno ‘a candela’ ed uno ‘con scorrimento sulla sbarra’. Queste erano le ipotesi poste nei quesiti. Siamo poi passati alle analisi con i manichini virtuali, usando un software con il quale abbiamo simulato le condizioni di caduta. La posizione finale del corpo e l’effetto prodotto sul corpo quando questo impatta a terra, sono veramente molto simili”. Il colonnello riguardo alla sperimentazione sull’ipotesi di un lancio dell’orologio dalle finistra dopo la caduta di Rossi, Schiavone ha detto “che si trattava di una goccia di pioggia. Non sappiamo se Rossi lo indossava”.
Il presidente della Commissione parlamentare di inchiesta Pierantonio Zanettin ha spiegato: “Alla luce di queste relazioni sono maturati delle ulteriori ipotesi di investigazione interessanti che contengono, a nostro giudizio, altri sviluppi investigativi che invieremo sia alla procura di Genova che a quella di Siena”.
“Se la legislatura dovesse sciogliersi anticipatamente – ha detto ancora Zanettin – affideremo tutto alla magistratura”. Ai giornalisti che chiedevano quale idea si era fatta la commissione dopo le relazioni, Zanettin ha risposto: “C’è la possibilità che ci sia l’istigazione al suicidio. Le lesioni riscontrate, che potrebbero essere datate alle ore precedenti, potrebbero aver costituito una minaccia e aver messo in condizione David Rossi di compiere un gesto estremo”.
L’ipotesi che Rossi possa essere stato narcotizzato prima di cadere dalla finestra “è smentita in maniera scientificamente solida grazie agli esami tac, che ci dimostrano che le lesività sono tipiche di una persona cosciente che impatta al suolo e che mette a protezione dell’impatto le gambe tese”. Questo il parere dei medici legali che hanno chiarito trattarsi di “un’azione tipica di una persona perfettamente cosciente. Gli esami tac ci hanno anche permesso di evidenziare i talloni in piedi in dorso flessione e questo lo abbiamo ricostruito dalle fratture tibiali”.
“Sul corpo di Rossi ci sono nove lesioni che non sono compatibili con il meccanismo di precipitazione – hanno detto i medici -. Si tratta di ferite allo zigomo sinistro, alla bozza frontale destra, alla pinna laterale sinistra e all’emi labbro sinistro. A nostro avviso, per il mancato sanguinamento, sono retrodatabili e pur non avendo capacità di analizzarle microscopicamente, possiamo dire che non possono andare oltre le 12, 24 ore precedenti la caduta. Possiamo escludere che siano auto inferte, magari accidentali”. Le lesioni al fegato di Rossi “sono compatibili con la caduta” mentre sulla lesione con echimosi al polso sinistro “non possiamo escludere che sia dovuta all’urto del braccio a terra quando il corpo assume la posizione di quiete, riteniamo che sia compatibile con tale dinamica. Tuttavia – hanno concluso – non possiamo escludere in termini scientifici che una compressione violenta con un movimento di afferramento e rotazione possa aver dato lo stesso tipo di impronta”.