
I futures sull’azionario Usa cedono lo 0,7-1,3%, preannunciando una partenza in rosso a Wall Street in un mercato che si trova ad affrontare le prime indicazioni deludenti provenienti dall’inizio della nuova stagione delle trimestrali.
Nel premarket JP Morgan cede circa il 3% dopo aver riportato risultati inferiori alle attese e aver annunciato la sospensione del piano di buy back, mentre Morgan Stanley arretra dell’1% dopo aver registrato ricavi in calo anche a causa dell’incertezza del quadro economico.
Chiusura in ribasso ieri per i principali indici americani, che sono però riusciti a recuperare gran parte delle perdite iniziali limitando i danni nel finale. Il Dow Jones ha perso lo 0,7%, lo S&P 500 lo 0,4% e il Nasdaq lo 0,2%.
I dati sull’inflazione Usa a giugno diffusi ieri hanno evidenziato un’accelerazione superiore alle attese al 9,1% annuo, rafforzando la prospettiva di un maxi-ritocco dei tassi a luglio da parte della Federal Reserve.
Dato ormai per scontato un intervento da 75 punti base, gli analisti hanno iniziato a valutare un possibile rialzo dell’1%, anche alla luce delle parole di Raphael Bostic, presidente della Fed di Atlanta, secondo cui “tutto è in gioco” per ridurre le pressioni sui prezzi.
L’inasprimento della politica monetaria per contrastare l’inflazione da record alimenta i timori di recessione, come segnalato dall’inversione della curva dei Treasury sul tratto tra la scadenza a 2 anni e quella a 10 anni a livelli che non si vedevano dal 2000.
Sempre sul fronte macro, l’indice dei prezzi alla produzione Usa a giugno ha evidenziato una crescita superiore alle attese, segnando un +1,1% su base mensile (+0,8% il consensus) e un +11,3% su base annua (+10,7% il consensus).
Le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti, infine, si sono attestate a 244 mila unità, rispetto alle 235 mila previste dal consensus e della rilevazione precedente.
Fonte MarketInsight