Ma l'accorpamento delle province e il momento economico destano preoccupazione
di Lorenzo Croci
SIENA “Questo protocollo firmato da noi della Provincia, dal Comune di Montalcino e dall’istituto di credito, ossia BMps, è un segno importante che fa capire l’immenso impegno che stiamo mettendo in questo straordinario settore, nel quale il Brunello rappresenta da sempre una locomotiva per il mercato internazionale, ma le condizioni economiche e il probabile accorpamento delle province rende, e renderà, tutto molto più difficile” ha dichiarato Anna Maria Betti, assessore provinciale all’agricoltura alla presentazione, presso il palazzo del governo, delle nuove misure e agevolazioni per i produttori senesi. L’assessore, ha continuato affermando che l’agricoltura è l’unico settore che riesce a confermare la provincia di Siena tra le élite delle province italiane e che investire rappresenta la base da cui partire per proseguire questo lavoro, il quale è riuscito a far si che l’agricoltura fosse l’emblema del nostro territorio.
“L’accorpamento delle province, ossia Siena, Arezzo e Grosseto – ha spiegato Anna Maria Betti – è un attacco grave alla democrazia, veniamo, continuamente, definiti come inutili e costosi non tenendo conto di cosa stiamo facendo e creando sempre più un enorme fossato tra la nostra istituzione e i cittadini. Questi “supertecnici” che sono al governo, dovrebbero, invece di snobbarla, considerare la densità come metro di paragone inequivocabile, perché l’unione di queste tre province equivale alle Marche(come territorio)”. Betti ha concluso dicendo che, purtroppo, le province – non essendo isolate dal resto del mondo – risentono moltissimo della mancanza, generale, della capacità di spesa e l’azione, continua, di taglio – da parte del governo – verso i finanziamenti destinati a noi, complica moltissimo la nostra azione.
Dopodiché – anche per smorzare un po’ i toni – è intervenuto Fabrizio Bindocci, presidente del “Consorzio del vino del Brunello, e Maurizio Bai, responsabile dell’area territoriale Toscana sud di Bmps.
Bindocci ha ringraziato l’istituto di credito – definita “banca territoriale” – la quale da sempre si prende il compito, fondamentale, di investire nel Consorzio del vino Brunello di Montalcino, che rappresenta una sorta di “isola felice”, ma che, senza gli investimenti necessari, rischierebbe di rimanere bloccato, affossato senza potersi rigenerare e camminare al passo con i tempi. IL presidente ha concluso, ribadendo, che “la BMps rappresenta da sempre la banca che va incontro alle esigenze dei nostri agricoltori”.
Infine, la presentazione del nuovo progetto di sostegno da parte della banca Monte dei Paschi di Siena al vino Brunello di Montalcino, è stata conclusa dal responsabile dell’area Toscana sud di BMps, il quale ha presentato le nuove misure e agevolazioni che andranno ad intaccare il lavoro degli agricoltori.
La prima misura corrisponderà ad un “impianto e reimpianto di vigneti”,ossia, un finanziamento (importo max euro 50.000,00 per ha) finalizzato a programmi aziendali di reimpianto di vigneti e ampliamento della superficie produttiva, con durata massima di 10 anni.
La seconda agevolazione sarà “invecchiamento vini”, cioè un finanziamento di massimo 300,00 euro per ettolitro, che dovrà sostenere le spese di produzione, invecchiamento e riserva, in modo tale da ottenere un importante affinamento dei vini di qualità, i quali saranno prodotti con un preammortamento massimo di 60 mesi, con durata massima di 7 anni. Infine, l’ultima novità, sarà “anticipo spese di produzione”, ossia un finanziamento di durata massima di 18 mesi – con un importo massimo di 300,00 euro per ettolitro – che dovrà sostenere le spese di produzione, di affinamento della qualità dei vini, di pubblicità e di commercializzazione della produzione aziendale destinata all’imbottigliamento ed alla vendita con il proprio marchio aziendale.
L’ultima battuta è stata fatta dal Sindaco di Montalcino, il quale si è detto entusiasta delle nuove agevolazioni, ribadendo l’improrogabile obiettivo di consolidare un mercato già molto florido – grazie soprattutto all’export – perché il 65% del prodotto continua ad essere venduto fuori dall’Italia e il restante 35% viene venduto nel territorio nazionale. “Dobbiamo continuare a lavorare in questa direzione perché è importante andare sempre più verso la qualità che subordina il mantenimento dei prezzi, odierni, del prodotto”.