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SIENA. La scelta dell’UDC di aderire alla coalizione di forze politiche e liste civiche che hanno come candidato a Sindaco Gabriele Corradi è stata non solo la risultante di un confronto intenso e per certi versi sofferto, ma soprattutto il frutto di un percorso politico non precostituito e per niente scontato.
Oggi la coalizione per Corradi è cosa ben diversa dal raggruppamento di liste civiche che cinque anni fa sostenne Pierluigi Piccini. Da allora sono cambiate molte cose a Siena ed in Italia.
Il bipolarismo è fallito mettendo a nudo tutti i limiti culturali e storici del PDL e del PD, la crisi economica è arrivata anche nella nostra Città, e l’incapacità di dare risposte concrete da parte di chi ha amministrato il Comune si sono accentuate.
Oggi l’aggregazione delle forze moderate ed alternative a questo centro destra e a questo centro sinistra è più ampia, persone che prima erano divise si sono unite, forze politiche che prima erano distanti hanno trovato un comune denominatore. Le ragioni che hanno portato l’UDC di Siena in questa coalizione sono quelle della coerenza con un cammino intrapreso a livello nazionale, con la nascita del Nuovo Polo per l’Italia, e in linea con le risoluzioni adottate dal coordinamento regionale, ma sia chiaro non sono un’imposizione da parte di nessuna “entità” superiore.
Il fallimento dell’Amministrazione Cenni, di cui il candidato Ceccuzzi è la logica continuità e non l’alternativa innovativa, e l’atteggiamento del PDL che tutto ha fatto meno, che costruire in questi anni un progetto minimamente credibile, ci hanno portato ad essere egualmente distanti da questa maggioranza e da questa opposizione perché le riteniamo entrambe inadatte a rilanciare il governo di Siena. Ma equidistanza non vuol dire, isolamento. Se L’udc avesse fatto una propria lista con un suo candidato a sindaco, forse avrebbe fatto una bella battaglia ideale, forse avrebbe trovato qualche minimo spazio per la speculazione politica di piccolo cabotaggio, ma in sostanza si sarebbe relegata alla irrilevanza, servendo di fatto la causa di tutti coloro che non vogliono cambiare nulla. Si è scelto invece di guardare oltre, di provare ad essere alternativa di governo, per attuare quelle battaglie che tanto ci stanno a cuore, come il quoziente familiare, la salvezza dell’università, l’affermazione del principio che le istituzioni non servono ai partiti ma al contrario i partiti devono servire le istituzioni. Con un duro lavoro, e con l’aiuto di tutti coloro che credono possibile il cambiamento ce la possiamo fare.
Simone De Santi
Coordinatore Provinciale UDC Siena