
SIENA. Da Pierluigi Piccini riceviamo e pubblichiamo.
“La nota dell’Amministrazione comunale sull’accordo fra la Banca Monte dei Paschi e la Fondazione merita di essere commentato. Quello che si può da subito evidenziare è che il Comune in tutta questa vicenda non ha avuto e non ha voce in capitolo. Prova ne sia che il Sindaco ha dovuto ricorrere ad una lettera aperta indirizzata al Presidente del Consiglio per conoscere “la sorte riservata al Monte dei Paschi di Siena”. Non solo, si dimostra quanto sia distante dalla realtà il documento della maggioranza in Consiglio comunale che dava mandato al Sindaco di “supportare la Fondazione MPS affinché la stessa tuteli, in via giudiziale nei confronti di tutti i soggetti interessati e richieda adeguato indennizzo”. Allora la via giudiziale non c’è stata, ma solo quella stragiudiziale così come aveva fatto capire il presidente della Fondazione Mps Rossi nel suo intervento, nel Consiglio dedicato al Monte dei Paschi. In più non si è capito se viene considerato, dal De Mossi, congruo l’”adeguato indennizzo”. Del resto, le cifre da cui era partito erano molto, ma molto più alte.
Altra questione: la sola ipotesi che viene ipotizzata dal comunicato dell’Amministrazione comunale è la vendita. Vendita si, ma non svendita, scrivono. Il prezzo di una banca lo stabilisce il mercato e il suo bilancio. Ed essendo lo Stato a vendere, tutti i costi che non rientrano nell’ipotesi di vendita rimangono in capo al Pubblico. La vertenza Alitalia sta lì a testimoniarlo. Quindi bisognerebbe trovare un compratore disponibile a sopportare dei costi aggiuntivi: difficile!
Ma poi, perché si parla solo della vendita? Ieri moltissimi giornali prendevano in considerazione anche un altro scenario, ovvero che il Monte potesse camminare sulle proprie gambe. E anche in questa ipotesi, alcuni interventi si renderanno necessari, proprio come nel caso della vendita.
Se non si è realistici e non si prospettano scenari concreti si rischia di fare come è già successo fra l’azione giudiziale caldeggiata dalla maggioranza consiliare e i risultati ottenuti. Risultati che potrebbero avere anche dei risvolti interessati in un modo o nell’altro, ma che dovrebbero essere gestiti. Stando a quanto appare, però, i gestori sono molto lontani da Siena e i tempi, proprio a seguito dell’accordo, sono diventati estremamente brevi. Risulta comunque chiaro che questo è il risultato di non aver voluto sviluppare, localmente, una proposta credibile, con un percorso che obbligasse la controparte a dare risposte di merito”.