Le scelte migliori a metà agosto saranno tutte già firmate
di Umberto De Santis
SIENA. Sulla home page della Montepaschi Siena campeggia un titolo che fa riferimento a una scheda della società presentata da euroleague.net. La scheda è presente in due aree del portale continentale, club profile, quello linkato dalla Mens Sana e teams, quello che presenta i rosters. Nel secondo c’è, per quanto riguarda Siena, uno spazio bianco che dovrebbe essere occupato dal roster. Con tristezza non c’è alcun nome da leggere, a parte quello dell’allenatore Marco Crespi. Ad esempio, nella pagina riservata al Real Madrid l’elenco dei giocatori arriva a 12, più il coach Pablo Laso.
Non compare nemmeno il nome di Daniel Hackett che, per quanto fieramente deciso a rimanere a Siena come da contratto, ufficialmente non è stato ancora riconfermato, alla stregua di un Carraretto e di un Sanikidze che si dice abbiano in essere un biennale anche loro. E’ vero che importantissime riduzioni di budget provocate da un ripensamento dello sponsor Montepaschi (che ha ricevuto 4,1 miliardi in aiuti dallo Stato e sta realizzando una riduzione di personale di oltre 5mila unità), hanno costretto il club a scendere dalla prima fascia, quella che permette di fare la squadra nuova a giugno, a quella del secondo livello in cui i buoni giocatori rimasti e i loro agenti devono ridurre le pretese economiche. Ma siamo arrivati ad agosto e non si sa neppure quando comincerà la preparazione, né se la banca (che nel suo rinnovamento dovrebbe essere un cristallo di trasparenza assoluta) sia in grado di comunicare l’entità della sponsorizzazione.
I cosiddetti “bene informati” come la stampa locale hanno tracciato una serie di nomi papabili ma senza certezza alcuna come insegna la vicenda di David Lighty, dato per sicuro e di sicuro negli States a cercare un ingaggio NBA. Unica iniziativa concreta la cessione di Moss a Milano, avvolta nella nebbia: a quanto ammonta l’arretrato di stipendi del giocatore rispetto al buyout che si diceva fissato a un milione di euro non l’ha capito nessuno. E poi, ogni giorno c’è un nome nuovo in procinto di arrivare a Siena, insomma, una cortina di fumo che impedisce di capire bene cosa sta succedendo alla supercorazzata.
Capitolo a parte la tragedia dello sponsor. Possibile che un brand di assoluta riconoscibilità come la Mens Sana non riesca a trovare uno sponsor adeguato? Sono volati negli ultimi tempi dalle penne più conosciute i nomi più fantasiosi di aziende importanti, da Ferrero a Red Bull fino a confondere le famiglie romane Angelini (farmaceutici) e Angelucci (sanità), ma se fossero vere come potrebbero accontentarsi delle promesse di un roster fatto da un prodotto del vivaio come David Cournooh o di un rookie come Erick Green?
Ma c’è una spada di Damocle sul futuro della società. A Siena ci si aspettava che l’indagine della Guardia di Finanza aperta ormai molti mesi fa arrivasse a conclusione prima delle ferie estive del Tribunale, come le vicende della banca Montepaschi. Quell’indagine con perquisizioni nella sede e presso privati che ha spinto Ferdinando Minucci a dimettersi da presidente in favore di uno sconosciuto notaio Lazzeroni (pur vicepresidente fino a quel momento) e a retrocedersi al ruolo antico di general manager, cioè fuori dalla gestione finanziaria del club. A oggi dell’indagine non se ne sa nulla e, visto che il ritorno dalle ferie estive dell’organo giudiziario è fissato al 15 settembre, ogni decisione dei magistrati avrà effetto a partire dal 2014.
Forse così in questa settimana la campagna acquisti della Mens Sana potrà veramente incominciare.
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