Un'amichevole sollecitazione ad agire con orgoglio

SIENA. Caro Presidente, in questo momento così delicato ed importante per Siena e i senesi, sento il bisogno di scrivere all’amico che conosco da tanto tempo. Per richiamarne soprattutto l’orgoglio, che tutti noi dovrebbe muovere in questo frangente oltre che la valutazione attenta delle cose. Proprio la valutazione delle cose mi pare sia per ora mancata nel dibattito sulla difesa della soglia del 4%, che ha monopolizzato l’attenzione generale da quando è stata ventilata l’ipotesi di ingresso di nuovi soci nel capitale del Monte dei Paschi.
Tale dibattito rischia di essere superato dai fatti. Al di là di quanto manifestato dal top management, che vuol vedere solo nella mera contendibilità la possibilità di attrazione di nuovo capitale, sono i soggetti regolatori e supervisori quelli che identificano (o a cui si vorrebbe imputare tale identificazione) nella soglia stessa un ostacolo per la funzionalità e l’efficacia delle politiche di ristrutturazione previste e parzialmente attivate. Dal campo della opportunità politica la questione dunque si sposta su quello che potremmo definire campo di piano industriale; e qui mi permetto di invitare l’amico ad una attenta riflessione.
Qualora infatti questa soglia non risultasse ulteriormente difendibile, si imporrebbe l’urgenza di identificare elementi finalizzati a configurare – nell’individuazione di nuovi soci – una credibile (e sostenibile) tutela degli interessi e delle istanze del territorio di storico riferimento della Banca. Tale iniziativa avrebbe il merito senz’altro di riportare finalmente il confronto sul terreno della percorribilità di ipotesi industriali, sgombrando il campo dalla mistificazione di insindacabili ”ordini superiori”.
Quali elementi? Sicuramente la garanzia della salvaguardia di determinati livelli occupazionali per un congruo arco temporale. Poi la costituzione di un significativo platfond (tale perché confrontabile con l’erogato nell’ultimo decennio ad esempio) di risorse destinate al finanziamento di mutui ed iniziative produttive sul territorio toscano. Se queste possono essere caratteristiche necessariamente da chiedere come minima contropartita per una nuova governance, altrettanto debbono essere gli aspetti da evitare o scongiurare.
Che i nuovi entranti, qualora soggetti bancari, non detengano una rete di distribuzione che, per articolazione territoriale o per competenze quanto ai prodotti/servizi erogati, risulti significativamente in sovrapposizione; nonché non posseggano una (o più) strutture attive nella realizzazione di prodotti/servizi fungibili con quelli attualmente realizzati da Siena.
E’ un profilo questo cui non si può derogare neanche nel caso di soci puramente finanziari (al chè questo discorso si sposterebbe sui potenziali subentranti). Non si tratta di porre condizioni capestro, ma , converrai, che tutto ciò rappresenta l’unico strumento per evitare che i nuovi soci siano esenti da potenziali conflitti legati alla tutela od allo sviluppo della propria posizione competitiva in chiave meramente opportunistica. Cioè che, in poche parole, vogliano, del Monte, dividersi solo le spoglie.
Certo che prenderai questa mia come il contributo di un amico ad una discussione che è dirimente per il futuro della Banca e della città di Siena. Confido nelle tue capacità per difendere il legittimo interesse della comunità e del territorio senese.
Con L’amicizia di sempre
Antonio Loia