Con il venir meno dei contributo della Fondazione Mps il Comune dovrà cercare nuove modalità di sostegno

SIENA. In seguito alle sempre crescente richiesta di politiche e servizi dedicati all’infanzia, si avverte l’urgenza di sviluppare progetti ed idee a misura dei bambini e delle loro famiglie.
Negli ultimi anni hanno preso vita alcune interessanti iniziative, in particolar modo in Toscana e nel Lazio, ed anche nel nostro territorio.
E’ stata, infatti, patrocinata dal Comune di Siena l’iniziativa delle ‘tate di quartiere’ e di attività parallele ai campi solari. Si è quindi trattato di un riconoscimento simbolico dell’iniziativa da parte dell’amministrazione comunale poiché il sostegno economico è stato fornito dall’oramai impoverita Fondazione Monte dei Paschi.
A nostro giudizio iniziative di tale genere devono prevedere un coordinamento educativo da parte di associazioni onlus, ma spetta al Comune garantirne la continuità e le pari opportunità di accesso. L’amministrazione comunale deve saper valutare le necessità in continua evoluzione delle famiglie e stabilire criteri di accesso che prevedano, ad esempio, un sostegno a favore delle famiglie meno agiate.
Nell’esperienza fino ad oggi maturata il servizio della tata di quartiere, rivolto a bimbi di età compresa tra i 3 ed i 10, ha una retta per bambino che parte da 420,00 ed arriva ad un massimo di 900,00 euro per un periodo di 5 settimane. L’ammontare della quota dipende dal numero di bambini che si aggregano e dal numero delle settimane per le quali viene effettuato il servizio.
E’ quindi evidente che l’accesso al servizio non è alla portata di tutti, soprattutto perché non vengono utilizzati parametri che facciano riferimento al reddito familiare. Non esistono, inoltre, percorsi per bambini diversamente abili, né attività per infanti (0-3 anni). Siamo, quindi, dell’idea che sia necessario promuovere un servizio monitorato dall’amministrazione comunale, adeguatamente programmato, stabile, i cui costi possano essere adeguati alla capacità contributiva delle famiglie stesse.
Il Comune dovrà, in buona sostanza, svolgere un ruolo centrale sia perché appare difficile un sostegno finanziario complessivamente analogo al passato da parte della Fondazione MPS, sia perché il Comune dispone di strutture (si pensi ai dismessi locali delle circoscrizioni) nei quali poter realizzare servizi attraverso canali di sussidiarietà, ovvero con l’intervento diretto di mamme che, ad esempio, si organizzano per l’assistenza a turno dei propri bambini.
Federica Gioia – Movimento Civico Senese