"Non sono tornato a scuola. Per la prima volta dopo 61 anni"

SIENA. Non sono tornato a scuola. Per la prima volta dopo 61 anni.
Sono Oliviero Appolloni, classe 1943, nato il 21 dicembre, giorno del “sole invitto”. Sono entrato a scuola come alunno, nell’ antico edificio delle Suore Orsoline, a Terni, mia città natale. Lì ho proseguito gli studi fino alla maturità classica nel bel Liceo “C. Tacito”. Poi, all’ Università “La Sapienza”, la laurea in filologia classica. A seguire, dopo non molto, la prima supplenza annuale a Sinalunga, seguita rapidamente dall’abilitazione e dal concorso a cattedra, con assegnazione Siena. Ero giovane docente, un po’ mascotte, con tante ottime colleghe più anziane e competenti in servizio, nei primi Anni Settanta, in una delle più antiche nostre scuole cittadine. Anni pieni di fervore, di interventi volti a cambiare in meglio la scuola o, almeno, a renderla meglio funzionale alla società in cambiamento. Sono stato costretto a colmare da solo le lacune derivanti dal non aver seguito l’ indirizzo di Lettere Moderne. Ho continuato sempre a studiare, ad apprendere. Docens docendo discit. Mi ha aiutato l’amore per i libri, la curiosità di sapere. A partire dal primo libro comprato togliendolo da un carrettino ambulante, poco oltre la mia scuola, per pochi soldi, e dall’ altro di narrativa che conservo, dal titolo che tanto mi colpì: “Racconti Veri”. Tanto ho appreso, molto non ho condiviso. Credo di aver fatto fare a molti dei miei allievi esperienze precoci per quel tempo: esperienza personale diretta del “territorio”, studio di “problemi” ( per dirla con Pasquali ) e non semplicemente di discipline, ricorso ai media ( giornale, diapositiva, cinema / cineforum ), viaggi di istruzione come un libro dalle pagine diverse.
Poi, me ne accorsi, mi annoiavo. Il concorso a preside mi inserì in occasioni nuove: osservare, comprendere, accompagnare, organizzare, migliorare, dismettere, sostituire, calendarizzare, valorizzare. Rendere dinamico il mondo della mia scuola e quello delle altre scuole, tuffarsi nella formazione, aggiornarsi ed aggiornare i colleghi presidi e il restante personale scolastico, per far viva la scuola dal di dentro. È arrivata, poi, l’ autonomia scolastica e, con essa, la dirigenza. Ho vissuto poco più di un decennio da dirigente scolastico. Mi è parso di convivere con un grande bisogno di corresponsabilità. Il mio impegno si è rivolto ad individuare, difendere, rinforzare ed integrare i tratti di qualità dell ‘ istituto comprensivo affidatomi. Anni di continui interventi riformatori. Ho mirato a garantire le attese delle famiglie, a consentire a tutti gli allievi un ambiente di studio il più sereno possibile. Il diritto allo studio ha trovato risposta: interventi di recupero realizzati dai docenti regolarmente; corsi extracurricolari di arricchimento e con valore orientativo. Collaborazione quotidiana con il Comune a garanzia della salute e della sicurezza. Scelta di valori guida per l’ apprendimento – insegnamento; riferimento a modelli per la gestione organizzativa ( cfr. Modello Mintzberg ) e per quella didattica ( cfr. Modello delle intelligenze multiple, Modello dell ‘ integrazione ); costruzione di curricoli verticali; documento interno per la valutazione…..L ‘ innovazione è presente, tra l’ altro, con il prestigioso Progetto cl@sse2.0 e due terzi delle scolaresche hanno lavagne interattive, oltre a beneficiare di un parco incredibile di computerà, iPad, iPod….
Non sono tornato a scuola. Penso di aver lasciato molto futuro possibile. Ho preso a riordinare la mia biblioteca. Voglio capire perché amo quei libri e cosa mi dicono di me. Sto rileggendo con nuova consapevolezza Erodoto, Omero, Tucidide. Li accosto alla lettura di saggi di architettura, del rapporto musica – architettura… la chiamano, mi pare, long life learning.
Oliviero Appolloni – dirigente scolastico M.I.U.R. (in pensione dal 1° settembre 2011)
Sono Oliviero Appolloni, classe 1943, nato il 21 dicembre, giorno del “sole invitto”. Sono entrato a scuola come alunno, nell’ antico edificio delle Suore Orsoline, a Terni, mia città natale. Lì ho proseguito gli studi fino alla maturità classica nel bel Liceo “C. Tacito”. Poi, all’ Università “La Sapienza”, la laurea in filologia classica. A seguire, dopo non molto, la prima supplenza annuale a Sinalunga, seguita rapidamente dall’abilitazione e dal concorso a cattedra, con assegnazione Siena. Ero giovane docente, un po’ mascotte, con tante ottime colleghe più anziane e competenti in servizio, nei primi Anni Settanta, in una delle più antiche nostre scuole cittadine. Anni pieni di fervore, di interventi volti a cambiare in meglio la scuola o, almeno, a renderla meglio funzionale alla società in cambiamento. Sono stato costretto a colmare da solo le lacune derivanti dal non aver seguito l’ indirizzo di Lettere Moderne. Ho continuato sempre a studiare, ad apprendere. Docens docendo discit. Mi ha aiutato l’amore per i libri, la curiosità di sapere. A partire dal primo libro comprato togliendolo da un carrettino ambulante, poco oltre la mia scuola, per pochi soldi, e dall’ altro di narrativa che conservo, dal titolo che tanto mi colpì: “Racconti Veri”. Tanto ho appreso, molto non ho condiviso. Credo di aver fatto fare a molti dei miei allievi esperienze precoci per quel tempo: esperienza personale diretta del “territorio”, studio di “problemi” ( per dirla con Pasquali ) e non semplicemente di discipline, ricorso ai media ( giornale, diapositiva, cinema / cineforum ), viaggi di istruzione come un libro dalle pagine diverse.
Poi, me ne accorsi, mi annoiavo. Il concorso a preside mi inserì in occasioni nuove: osservare, comprendere, accompagnare, organizzare, migliorare, dismettere, sostituire, calendarizzare, valorizzare. Rendere dinamico il mondo della mia scuola e quello delle altre scuole, tuffarsi nella formazione, aggiornarsi ed aggiornare i colleghi presidi e il restante personale scolastico, per far viva la scuola dal di dentro. È arrivata, poi, l’ autonomia scolastica e, con essa, la dirigenza. Ho vissuto poco più di un decennio da dirigente scolastico. Mi è parso di convivere con un grande bisogno di corresponsabilità. Il mio impegno si è rivolto ad individuare, difendere, rinforzare ed integrare i tratti di qualità dell ‘ istituto comprensivo affidatomi. Anni di continui interventi riformatori. Ho mirato a garantire le attese delle famiglie, a consentire a tutti gli allievi un ambiente di studio il più sereno possibile. Il diritto allo studio ha trovato risposta: interventi di recupero realizzati dai docenti regolarmente; corsi extracurricolari di arricchimento e con valore orientativo. Collaborazione quotidiana con il Comune a garanzia della salute e della sicurezza. Scelta di valori guida per l’ apprendimento – insegnamento; riferimento a modelli per la gestione organizzativa ( cfr. Modello Mintzberg ) e per quella didattica ( cfr. Modello delle intelligenze multiple, Modello dell ‘ integrazione ); costruzione di curricoli verticali; documento interno per la valutazione…..L ‘ innovazione è presente, tra l’ altro, con il prestigioso Progetto cl@sse2.0 e due terzi delle scolaresche hanno lavagne interattive, oltre a beneficiare di un parco incredibile di computerà, iPad, iPod….
Non sono tornato a scuola. Penso di aver lasciato molto futuro possibile. Ho preso a riordinare la mia biblioteca. Voglio capire perché amo quei libri e cosa mi dicono di me. Sto rileggendo con nuova consapevolezza Erodoto, Omero, Tucidide. Li accosto alla lettura di saggi di architettura, del rapporto musica – architettura… la chiamano, mi pare, long life learning.
Oliviero Appolloni – dirigente scolastico M.I.U.R. (in pensione dal 1° settembre 2011)