Tra gli argomenti discussi anche le diverse interrogazioni sulle misure adottate dal Comune durante la nevicata del 25 febbraio scorso

SIENA. Si è riunito, in queste ore, il Consiglio Comunale di Siena. Di seguito, e in via di aggiornamento, gli argomenti trattati.
APPROVATO DAL CONSIGLIO L’ACCORDO TECNICO CON LA PROVINCIA PER TRASFERIMENTO DI BENI AL COMUNE
Il consiglio comunale, nella seduta odierna, ha approvato, attraverso un accordo tecnico con la Provincia di Siena, il trasferimento di beni all’Ente, in base alla normativa sul riordino delle funzioni delle province e delle città metropolitane.
In base all’accordo tra Stato e regioni del 2014, sono stati stabiliti, tra l’altro, i criteri generali per l’individuazione dei beni e delle risorse finanziarie, umane, strumentali e organizzative connesse all’esercizio delle funzioni che devono essere trasferite dalle Province agli enti subentranti, garantendo i rapporti di lavoro a tempo indeterminato in corso fino alla scadenza prevista.
L’assessore al Patrimonio Paolo Mazzini, illustrando l’atto all’aula, ha ricordato come “la legge regionale del 2015 prevede il trasferimento ai Comuni capoluogo di provincia delle funzioni di turismo, compresa la raccolta dei dati statistici ed esclusa la formazione professionale degli operatori turistici; il consiglio provinciale, previo parere dell’assemblea dei sindaci, provvede alla definizione delle attività per il trasferimento dei beni e dei rapporti, tramite accordi organizzativi tra province e Comuni”.
Nell’accordo tecnico sono elencati i beni mobili, immobili e strumentali, la cui proprietà viene trasferita all’Ente a titolo gratuito: un magazzino in via Celso Cittadini e i locali dell’ufficio informazioni turistiche a Chianciano Terme; un’autovettura, arredi di ufficio e apparecchiature informatiche; domini e strumenti web, marchi, banche dati, archivi informatici e cartacei.
Con la sottoscrizione dell’accordo “per quanto riguarda gli immobili – ha spiegato Mazzini – vengono trasferiti con vincolo di destinazione alla loro specifica funzione (in caso di cessazione della destinazione tornano di proprietà della Provincia) con un vincolo di inalienabilità di dieci anni. Per i beni strumentali, e, in particolare, le modalità di utilizzo del marchio Terre di Siena e le risorse strumentali connesse, saranno acquisiti dal Comune, sulla base delle decisioni e indicazioni espresse dalla Conferenza dei Sindaci e nel rispetto della normativa specifica sul turismo”.
IL CONSIGLIO APPROVA LA CONVENZIONE PER LA GESTIONE DEL TRASPORTO PUBBLICO LOCALE
Il consiglio comunale, nella seduta di oggi, ha approvato la convenzione tra la Provincia e il Comune di Siena, e i Comuni di Poggibonsi, Colle Val d’Elsa, Chianciano Terme, Chiusi, Montepulciano e S. Gimignano per la costituzione e la gestione associata dell’ufficio territoriale per i servizi di trasporto pubblico locale (TPL).
Il sindaco Bruno Valentini in un breve excursus ha ricordato all’aula come “la regione Toscana abbia effettuato una specifica gara per l’affidamento del servizio a bacino unico, alla quale è seguita una fase di contenzioso al TAR Toscana con la richiesta ai due concorrenti, Autolinee Toscane e Mobit, di nuovi piani economici e finanziari e l’aggiudicazione provvisoria ad Autolinee Toscane. “Poiché il contenzioso è ancora pendente al Consiglio di Stato, che a sua volta ha sospeso il giudizio rinviando all’Unione Europea alcune questioni pregiudiziali d’interpretazione del Regolamento Europeo, le competenze di gestione del servizio vengono esercitate dalla stessa regione individuando la rete dei servizi per ciascun ambito provinciale; assegnandosi per gli anni 2018/2019 la quota di risorse previste dagli Enti locali per la copertura dei servizi di trasporto stabilita per il 2017, e applicando il sistema tariffario approvato dalla Conferenza dei servizi minimi regionale”. Ha comunicato, inoltre, la stipula del contratto di concessione, cosiddetto “contratto ponte”, di affidamento diretto, per gli anni 2018/2019, dei servizi TPL su gomma agli attuali gestori, costituiti nel raggruppamento “One Scarl”.
“La convenzione, che non comporta oneri finanziari a carico del Comune – ha spiegato il sindaco -, ha lo scopo di disciplinare la gestione associata dei servizi di TPL tra i Comuni mediante la costituzione dell’ufficio territoriale, con la partecipazione di personale delle amministrazioni locali, compresa la nostra, occupandosi, tra l’altro, di: monitoraggio dei servizi programmati con la ricognizione dei fabbisogni economici; attività di programmazione operativa e coordinamento per le reti di competenza dei Comune; programmazione e realizzazione di interventi infrastrutturali a servizio del TPL in ambito urbano ed extraurbano; la gestione dell’Osservatorio della Mobilità. Obiettivo della gestione associata è quello di un miglioramento complessivo della qualità dei servizi e la realizzazione di economie di scala”. Un quadro in cui “la Provincia di Siena assumerà il coordinamento del suddetto ufficio territoriale”, ha concluso il primo cittadino.
INTERROGAZIONI IN MERITO ALLA NEVICATA DEL 25 FEBBRAIO, LE MISURE ADOTTATE DAL COMUNE
A fronte dell’ingente nevicata che ha interessato il territorio comunale nella giornata dello scorso 25 febbraio sono state discusse nell’aula consiliare quattro interrogazioni sulle misure adottate dal Comune.
La prima, presentata da Massimo Bianchini e Andrea Corsi (L’Alternativa) con la quale hanno ricordato come “la prevenzione con passaggio dei mezzi spargisale è strumento fondamentale per garantire oltre che la viabilità anche l’incolumità dei cittadini”, e per questo hanno chiesto di conoscere “come l’Amministrazione si è preparata al previsto fenomeno”, e soprattutto “se è stata messa all’opera un’efficace azione di prevenzione dei prevedibili disagi per automobilisti e pedoni”.
Nella seconda, i consiglieri Alessandro Piccini e Maria Isabella Becchi (Nero su Bianco) hanno chiesto di motivare “gli inspiegabili ritardi e le disfunzioni, sia per i disagi alla circolazione e alle attività lavorative dei cittadini e di coloro che si recano a lavorare nella nostra città”, sia per quanto riguarda “lo svolgimento regolare delle attività dell’ospedale, il cui blocco delle strade circostanti avrebbe potuto anche provocare profili di responsabilità in caso di danno ai malati”.
Con la terza interrogazione Simone Lorenzetti (Riformisti) ha, invece, posto l’accento “sulle motivazioni che hanno impedito la corretta gestione dell’emergenza neve, prevista da giorni”, ricordando che “ molti mezzi pubblici e privati hanno riscontrato gravità a transitare nelle strade comunali” e le rimostranze da parte dei cittadini per “l’assenza di mezzi spargisale e spalaneve”. Il consigliere ha, inoltre, chiesto delucidazioni anche sulla nevicata del primo marzo.
Infine, nell’interrogazione di Giulia Periccioli, Rita Petti, Ivano Da Frassini, Katia Leolini e Gianni Guazzi (PD) è stato ricordato come “le strade del Comune di Siena risultavano difficilmente praticabili sia per le automobili sia per i pedoni” e che si erano formate “a causa del ghiaccio, code molto lunghe, alcuni incidenti, fortunatamente non gravi, che hanno coinvolto anche autobus scolastici”. Per queste ragioni è stata chiesto di conoscere le misure adottate “per garantire l’incolumità e la sicurezza dei pedoni nel centro storico e nei marciapiedi nelle altre zone della città e per gli automobilisti sulle strade”; “le condizioni che hanno determinato la non perfetta funzionalità del piano neve e del piano ghiaccio del Comune”; infine, le azioni da intraprendere affinché “di fronte a situazioni simili o più gravi, non si verifichi di nuovo la stessa situazione di forte disagio per i cittadini”.
L’assessore all’Ambiente Paolo Mazzini in risposta alle interrogazioni ha ricordato che “gli uffici ed il personale del Comune stanno adottando dal mese di novembre quanto contenuto dal piano neve approvato nel 2015, al cui interno risultano inserite le modalità operative sia per la prevenzione della formazione del ghiaccio sia le procedure attuative in caso di prevenzione/rimozione di precipitazioni nevose”, specificando, inoltre, che “attraverso il confronto di vari siti di previsioni meteo e sulla base delle allerte fornite dalla Regione Toscana vengono attuati quotidianamente gli accorgimenti necessari per garantire la sicurezza del cittadino”. Ripercorrendo le misure messe in atto lo scorso 25 febbraio, per cui il CFR Toscana aveva segnalato allerta “Gialla”, l’assessore ha spiegato che la mattina “alle ore 7 sono intervenuti i mezzi comunali sui percorsi in strade prioritarie con piccoli autocarri muniti di spargisale”, mentre dalle ore 16 sino alle 15 del giorno successivo sono proseguite le operazioni di sgombero della neve con lame spargisale. “I mezzi intervenuti” ha proseguito Mazzini “sono stati sia quelli del Comune sia di ditte esterne precedentemente allertate che avevano fornito la loro disponibilità in caso di intervento in urgenza”. In ordine al traffico, le strade che per conformazione plano-altimetrica non garantivano transito sicuro sono state chiuse; e una volta terminata la precipitazione nevosa “si è continuato, dalle ore 18 del 26, all’effettuazione dello spargimento del sale per la prevenzione del ghiaccio con autocarri grandi”. Tali percorsi, ha precisato “sono stati ripetuti dalle ore 5 del 27 febbraio”. Infine, ha concluso “dalle 7 alle 18 del 26 febbraio sono intervenute sia ditte esterne che associazioni, al fine di mettere in sicurezza”. Tale modalità è stata attuata “nelle vie e con le indicazioni e modalità al fine di garantire percorsi in sicurezza “.
L’assessore ha, inoltre, rilevato che nonostante l’allerta del 26 risultasse di grado inferiore, sono state attuate tutte le accortezze necessarie, e ha precisato “l’aggravante percepita è stata data da temperature estremamente basse che hanno favorito la formazione di ghiaccio nonostante l’uso di miscele composite di cloruro di sodio (che agisce fino a -5 gradi) e cloruro di calcio che agisce per temperature ancora inferiori”. Sui mezzi spargisale e spazzaneve, inoltre, “si segnala che la dotazione del Comune è di sei mezzi distribuiti su oltre 160 km di strade e considerate le velocità ridotte che devono essere tenute dai veicoli durante le fasi operative è scontato che non si possa vedere il loro transito a intervalli regolari”. Infine in merito alle difficoltà dei mezzi pubblici e privati, ha rimarcato che “autobus o mezzi pesanti, così come i veicoli privati, che sono restati bloccati su strada provenivano in gran parte da fuori provincia e non erano dotati di catene o pneumatici invernali”. Circa la nevicata del primo marzo, Mazzini ha informato che già nel pomeriggio del 28 febbraio sono iniziate le operazioni di prevenzione previste dal piano neve. In concomitanza con l’inizio delle precipitazioni sono intervenuti i mezzi, sia del comune sia di ditte private, al fine di rimuovere gli accumuli nevosi sulla carreggiata stradale negli otto percorsi individuati dal piano. “Come per la nevicata del 25 febbraio, le strade non sicure per il transito veicolare sono state chiuse”, e si è proceduto in maniera analoga anche per quanto riguarda la messa in sicurezza dei marciapiedi in conformità a quanto previsto dal piano neve. “L’operazione di pulizia”, ha concluso l’assessore, “si è svolta dalle ore 5 alle ore 12”. Infine l’assessore ha ricordato che si è scelto di tenere “le scuole aperte per garantire un servizio primario, dare la possibilità di scelta alle famiglie e che nella giornata si è registrata una presenza degli alunni di circa il 50 per cento”.
Nella replica Corsi ha parlato di “risposta particolarmente burocratica” e per questo “irricevibile” perché “il piano ha funzionato sulla carta ma non nella realtà e mi auguro che sarà un’amministrazione diversa ad affrontare un’altra eventuale emergenza”.
Becchi si è detta “non soddisfatta della risposta”, e ha sottolineato che “è meglio lasciare un bambino un giorno in più a casa piuttosto che esporlo a situazioni di potenziale pericolo”.
Lorenzetti ha sottolineato che “lasciare le scuole aperte ha acuito le problematicità della viabilità cittadina” e che avrebbe auspicato “da parte dell’amministrazione un’ammissione degli errori e una richiesta di scuse ai cittadini”.
Periccioli si è dichiarata “parzialmente soddisfatta della risposta”, riconoscendo che “la sottovalutazione dell’evento è stata una corresponsabilità del CFR Toscana, che aveva segnalato un’allerta bassa, di colore giallo, che non giustificava un intervento massiccio; tuttavia nella risposta manca il riconoscimento del disagio subito dai cittadini e la presa di coscienza degli errori per non commetterli nuovamente in futuro”.
IN CONSIGLIO COMUNALE MICHELE PINASSI HA CHIESTO INFORMAZIONI SULL’ACQUISTO DI MATERIALE AL DI FUORI DELLA CONVENZIONE CONSIP
Durante la seduta consiliare odierna è stata discussa l’interrogazione a firma del consigliere Michele Pinassi (Siena 5 Stelle) riguardante la dotazione tecnologica dell’amministrazione. Il consigliere ha chiesto chiarimenti su un atto dirigenziale riguardante l’acquisto di due smartphone, un tablet e un pc portatile “per rendere operativo il sistema di messaggistica da mobile sia per la comunicazione per la protezione civile in via d’urgenza, sia per la comunicazione social in occasione degli eventi”. Citando le motivazioni contenute nell’atto del servizio turismo e comunicazione, con cui vengono stanziati circa 5 mila euro, ha ricordato i diversi capitoli di bilancio da cui sono state attinte le risorse, e che per l’acquisto di “terminali di telefonia mobile” è disponibile “la Convenzione Consip Telefonia Mobile 6”. Per questi motivi ha chiesto perché “è stato preferito comprare fuori dalla Convenzione Consip”, “a chi sono stati assegnati tali dispositivi e per quale specifico utilizzo”. Pinassi ha poi posto l’accento sulle spese, per sapere se si ritiene “corretta l’imputazione dei costi”, e “oculata la decisione di acquistare tali dispositivi per gli scopi indicato nell’atto”.
A rispondere è stato l’assessore ai Sistemi informativi, Paolo Mazzini. “Ormai viviamo in una società dominata dalla comunicazione visiva. Con l’avvento del digitale e dell’innovazione tecnologica si è verificata la crescita esponenziale delle quantità di informazioni reperibili in rete, soprattutto sotto forma di immagini”. Per questa ragione “durante questo mandato amministrativo la comunicazione in generale, e quindi non solo quella istituzionale, si è dovuta adeguare a tali orientamenti, al fine di riuscire a mantenere costante il necessario contatto comunicativo con i propri utenti di riferimento”. Come ha detto Mazzini: “ovviamente, per gestire tutto questo occorrevano, e occorrono, appositi strumenti o dispositivi di cui purtroppo il servizio comunicazione era completamente sprovvisto”. A determinare la necessità di acquisto anche il fatto che “fino a poco fa, gli addetti coinvolti nelle campagne di comunicazione, nelle attività web e social communication, nel seguire eventi o rassegne in tempo reale, si sono trovati ad operare con mezzi non propriamente idonei a tali attività, per la produzione di immagini e video, necessarie per una comunicazione e attività di marketing in modalità off line e on line”, tanto che “frequentemente sono stati utilizzati i mezzi propri degli addetti”. Grazie all’acquisto dei dispositivi si è venuti incontro anche alla necessità “di ridurre gli affidamenti esterni per reperire immagini e video, contenuti digitali ed attività di editing”. Nella risposta Mazzini ha inoltre sottolineato che “le attrezzatture oggetto dell’interrogazione, così come tutte le altre in dotazione, non hanno un’assegnazione ad personam ma al Servizio, venendo quindi utilizzate da chi si trova a svolgere materialmente operazioni, interventi e attività afferenti le proprie funzioni “. Per quanto riguarda la procedura di affidamento, è stato infine spiegato che “è stata utilizzata una sponsorizzazione concessa per tali scopi, che l’importo economico era molto lontano dalla soglia prevista dall’art. 36 del Codice degli Appalti, sono state invitate a partecipare 27 ditte, sparse nell’intero territorio nazionale, e l’aggiudicazione è avvenuta semplicemente secondo il principio dell’offerta economica più vantaggiosa”.
Pinassi nella replica ha sottolineato che “per rispondere alle necessità evidenziate dall’assessore, si possono acquistare prodotti che hanno costi più ridotti” e che “attraverso l’utilizzo della Convenzione Consip quegli stessi strumenti erano acquistabili a 4,4 euro mensili cadauno”. Per queste ragioni Pinassi si è detto “del tutto insoddisfatto della risposta”.