
SIENA. La mostra allestita dal 25 settembre nel complesso museale del S.Maria della Scala (sms contemporanea), che avrebbe dovuto chiudere i battenti lo scorso dieci gennaio, dedicata all’esposizione delle opere della fotografa statunitense Francesca Woodman, è invece prolungata fino al 7 febbraio.
Curata da Marco Pierini e Isabel Tejeda, la mostra è frutto della collaborazione con l’Estate di Francesca Woodman di New York e con l’Espacio AV di Murcia.
A seguito dell’ampio consenso che i visitatori e la critica hanno riservato alla retrospettiva dell’opera della Woodman, le due sale tornano fino ai primi giorni del prossimo mese a proporre una scelta di 114 fotografie, comprese alcune mai stampate fino ad ora (circa 10), quasi tutte di piccolo formato, con l’intento di ritrarre la vita di questa artista precocissima (inizia a fotografare all’età di tredici anni), segnata dal destino tragico del suicidio appena ventiduenne.
Nonostante una vita piuttosto breve, una maestra dell’obbiettivo influente e importante per gli ultimi decenni del secolo scorso.
La collezione esposta, praticamente di sole foto in bianco e nero, mostra una maestria ed una tecnica sull’uso della macchina oramai mature, un sapiente gioco di luci ed ombre che spesso verte sul bicromatismo della foto: la Woodman in molte delle proprie fotografie si concentra sul suo corpo (moltissimi nudi) e su ciò che lo circonda, riuscendo spesso a fonderli insieme con abilità, con effetti psicologici efficaci.
La carica allegorica ed emotiva delle fotografie è spesso molto forte: il lavoro sul corpo e sui contrasti segna la produzione insieme alla sperimentazione sull’io, con autoscatti che trasmettono anche un angoscia non poi così velata.