Lo ha riferito Fabrizio Pagani, capo della segreteria tecnica del Mef
MILANO. “Nelle prossime settimane si dovrebbe giungere a una decisione della Commissione, della Dg Comp sugli aiuti. E quindi il Tesoro procederà con la ricapitalizzazione precauzionale”. Lo ha dichiarato Fabrizio Pagani, Capo della segreteria tecnica del ministero dell’Economia, intervenendo all’ottavo Forum banca e impresa organizzato dal Sole 24 Ore in merito alla vicenda Mps.
“In tutto questo – ha aggiunto – non è che la banca sia rimasta ferma. Sta lavorando per ridurre i costi, ha presentato un piano, c’è un ritorno dei depositi, mi sembra che la banca sia in sicurezza già da qualche mese”. Mps, ha sottolineato Pagani, “ha presentato un piano industriale che sta discutendo con la Commissione e che permette un ritorno importante alla redditività anche con un taglio di personale. Dobbiamo avere piena fiducia nella banca, nei suoi manager perchè Mps possa tornare a essere sostenibile nel medio-lungo termine”.
Parlando delle strade per risolvere il nodo degli Npl che pesano sul bilancio di Mps Pagani ha sottolineato che “si sta studiando per trovare la soluzione più adeguata”, anche con il possibile ricorso alle Gacs. Pagani ha poi proseguito evidenziando che sul tema è al lavoro anche il fondo Atlante: “Atlante sta negoziando con Mps”.
Sempre sul fronte degli Npl, Fabrizio Pagani ha sottolineato che per risolvere la questione “è importante che le banche italiane non attendano una soluzione esterna. So che stanno facendo un gran lavoro, devono continuare a farlo utilizzando tutti gli strumenti a disposizione”. Pagani faceva riferimento in particolare alle ipotesi di costituzione di una bad bank europea o alle proposte di nuovi strumenti per facilitare la dismissione dei crediti deteriorati. “Queste sono le regole e le banche devono imparare a seguire queste regole – ha notato – Se continuiamo a fare nuove regole finiamo con l’impallare il mercato ed è l’ultima cosa che vogliamo”. Se quindi “è ovvio” che le banche non possono essere forzate nella dismissione degli Npl, “l’importante è che facciano un uso attento e anche propositivo degli strumenti che abbiamo messo in campo, sia ad esempio le Gacs sia quelli per lo sveltimento delle procedure giudiziarie. Lì ci sono tempi da guadagnare se le banche ne fanno un uso più importante e più aggressivo – ha concluso -. In questo momento sono un po’ scettico sul mettere in campo nuove soluzione, abbiamo messo in campo una panoplia di strumenti che le banche stanno iniziando a utilizzare”.
Pagani ha poi annunciato che le Gacs, garanzie pubbliche sulla cartolarizzazione delle sofferenze, in scadenza quest’estate, “saranno rinnovate, non ci sono dubbi su questo”. “Ci sono una serie di operazioni in pipeline per l’utilizzo delle Gacs sono uno degli strumenti messi a disposizione” per facilitare lo smaltimento degli Npl, “uno strumento importante perché consente di ridurre il gap di prezzo tra domanda e offerta”. Ancora incerto, invece, il destino dell’imposta di registro fissa per le vendite giudiziarie di immobili: “Vorremmo capire quanto questa facilitazione sia stata utilizzata – ha notato Pagani – Parlando con gli operatori non mi sembra sia stata particolarmente apprezzata, fateci guardare meglio”.
“Trovo che la questione degli Npl in Italia sia ormai concentrata in un numero di banche relativamente limitato, con un grossa fetta nelle mani di Mps e delle due venete. Se riusciamo a risolvere questi due casi specifici abbiamo ridotto in modo significativo lo stock di Npl”. Pagani ha poi notato che “le due grandi banche, Intesa Sanpaolo e UniCredit, che sono tra le più solide d’Europa, hanno fatto un gran lavoro di pulizia e quindi non rappresentano problemi. Le altre, come Ubi e Banco Bpm – ha proseguito – stanno lavorando con tempi naturali per lo smaltimento degli Npl. Ricordo – ha concluso – che l’ammontare totale è sotto il 2014 e il flusso di nuove sofferenze e anche di unlikely to pay è in forte riduzione”.