
SIENA. Dall’Associazione Confronti riceviamo e pubblichiamo.
“Esiste una relazione tra organizzazione sanitaria e cittadini che si esplicita sul concetto di mandato fiduciario: l’organizzazione riceve dal popolo senese il mandato di soddisfare bisogni oggettivi di salute. All’organizzazione sanitaria partecipano tutti i membri collocati in posizioni di autorità, Direttore Generale e Rettore, nonché chi riveste il ruolo di primo cittadino. C’è una legge non scritta che spinge l’organizzazione sanitaria a costruire un clima di fiducia e di leale scambio con i soggetti portatori di interessi legittimi, attraverso atti concreti. Un’organizzazione sanitaria “trasparente” per i suoi cittadini è un’organizzazione che è spinta nel suo divenire a dare spiegazione e giustificazione delle sue scelte gestionali.
La Trasparenza è dovere di dare conto al cittadino. Queste ragioni ed in particolare l’ultima, supera i limiti di logiche centralistiche, pertanto l’etica della rendicontazione non deve escludere i cittadini. Ci chiediamo, attualmente qual è l’offerta in termini di tutela della salute che si prospetta? Nessuno si illuda compreso – il Sindaco Valentini – che anche i cittadini di Siena siano appagati dalla progettualità “del calcinaccio”.
La progettualità della nostra Azienda Ospedaliera Universitaria deve realizzare la sintesi della oggettiva sublimazione delle potenzialità nel rapporto tra il Direttore Generale ed il Rettore o suo Delegato.
Le risorse disponibili ci sono. Anche la Regione ha fatto la propria parte ma occorrono progetti concreti che coniughino il
fascino di un futuro brillante ed armonioso per il Policlinico Universitario S. Maria alle Scotte. Si ricorda, inoltre, l’importanza del ruolo dell’Università nel nostro Ospedale, fondamentale nel contribuire a garantire servizi di assistenza elevati. Però non può trascurare la ricerca e la formazione, necessari per lo sviluppo di professionalità altamente specializzate in “tutti” i settori e capaci di riportare il Policlinico Universitario di Siena a primeggiare per possibilità di cura e competenza tra i centri di eccellenza della sanità nazionale.
A tal proposito, la ricerca universitaria non deve essere confusa con progetti internazionali finanziati da grandi case farmaceutiche che promuovono il reclutamento di pazienti sottoposti a sperimentazione farmacologica con l’obiettivo unico, di sviluppare terapie “di nicchia”. L’Azienda sanitaria deve essere consapevole che è in relazione con i suoi utenti, innanzitutto perché è affidataria della loro salute. Questa consapevolezza ci spinge ad avere reazioni di sdegno quando questa fiducia viene defraudata o usata per interessi personalistici e autoreferenziali, nasce una comune attesa che porta il cittadino, fianco a fianco, a chiedere all’azienda “redde rationem” (rendimi conto della tua amministrazione), che li spinge a dare voce, detto in altri termini, alla giusta richiesta di sapere come l’azienda sanitaria ha difeso il bene che le è stato affidato, il soddisfacimento del bisogno di salute al di sopra di ogni altro fine”.