Raffaele Ascheri invitato e poi censurato su una tv locale

di Raffaella Zelia Ruscitto
SIENA. Corre d’obbligo – per una corretta informazione e per offrire uno spunto di riflessione ai nostri lettori – riferire del caso di censura ai danni di Raffaele Ascheri, invitato ad una trasmissione televisiva sul Siena Tv per parlare del Siena.
Lo riferisce il protagonista sul suo blog “L’Eretico” dopo aver, qualche giorno fa, dato notizia della sua presenza in una trasmissione su Siena TV lunedì sera (alle ore 21) come commentatore della partita di calcio Siena Reggio Calabria.
La puntata è andata regolarmente in onda, ma senza Ascheri.
Dispiace dire che si tratta dell’ennesima conferma dell’esistenza a Siena di un sistema distorto in cui si impone a tutti il “pensiero unico”; si gestisce la cosa pubblica, compreso il diritto all’informazione, come fosse “cosa nostra”; si emargina chi non si adegua e chi non è, per indole – o per artrosi – portato alla genuflessione.
La nota “questione morale” legata non solo alla politica, in questo caso all’informazione che ne è diretta vittima e, addirittura, all’intrattenimento – dal momento che la trasmissione in questione si occupava banalmente di calcio – è di una tale evidenza che è diventata chiacchiera di bar, causa di risatine tra un sorso di caffè e l’altro. Eh sì: perchè di queste cose abbiamo imparato a ridere, come ridiamo delle scappatelle del Premier e delle furbate di chi riesce a fregare gli altri a discapito di tutto e continua ad indossare quella “faccia tosta” da uomo di successo – tutto sorrisi e belle parole – che piace tanto agli italiani e che affossa il Paese.
Nel Giorno della Memoria, ovvero in quella giornata che dovrebbe far riflettere tutti sulle terribili conseguenze di una dittatura e sul cattivo esito del radicamento di un pensiero unico e di un potere unico a cui assoggettarsi senza riserve, senza più una propria morale ed una propria coscienza a cui rispondere, mi piace citare una frase di Primo Levi, scrittore sensibile e crudo, sopravvissuto adAuschwitz: “Ogni tempo ha il suo fascismo: se ne notano i segni premonitori dovunque la concentrazione di potere nega al cittadino la possibilità e la capacità di esprimere ed attuare la sua volontà. A questo si arriva in molti modi, non necessariamente col timore dell’intimidazione poliziesca, ma anche negando o distorcendo l’informazione, inquinando la giustizia, paralizzando la scuola, diffondendo in molti modi sottili la nostalgia per un mondo in cui regnava sovrano l’ordine, ed in cui la sicurezza dei pochi privilegiati riposava sul lavoro forzato e sul silenzio forzato dei molti”.
Quando l’ilarita della gente diventerà indignazione – e questo tempo non sarà mai troppo vicino dall’arrivare – forse si potrà recuperare credibilità e dignità: nel fare informazione come nel fare politica.
Chi ha la consapevolezza di essere altro da quello che “il pensiero unico” racconta – che sia giornalista, insegnante, direttore di banca o barista – ha il dovere, prima ancora del diritto, di fare un passo coraggioso verso la via della propria indipendenza intellettuale, secondo le proprie forze. E magari verso la risalita da questa china che oggi appare così ripida ed irreversibilmente discendente.
Quello che è accaduto lunedì sera, – fermo restando che uno, a casa sua, ci invita chi gli pare – è segno di una paralisi delle coscienze che forse non ci possiamo più permettere e che lascia l’amaro in bocca a chi l’ha subito come a chi lo ha attuato. Ed anche a noi spettatori e narratori dell’evento.
Buttandola sul ridere – come nella migliore tradizione italiana – all’amico Raffaele dico… era ben più strano l’invito in tv che questa censura, data l’aria che tira a Siena. Alla negazione dell’andata in onda avresti dovuto fare un grande sospiro e dire: “Meno male! Credevo di aver sognato tutto quello che ho sostenuto fino a qualche giorno fa… e invece…”.
E invece, caro Raffaele, spesso è ben duro avere ragione!