Duri gli interventi degli studenti che hanno chiesto di uscire dal Crui per protesta contro la legge Gelmini

di Augusto Mattioli
SIENA. Legge Gelmini e risanamento dell’ateneo: questi due scottanti temi, stamattina (24 novembre), sono stati al centro dell’assemblea dell’università al San Niccolò, presenti il rettore Angelo Riccaboni e il direttore amministrativo Ines Fabbro.
Sulla riforma Gemini, soprattutto, dagli studenti è stato fatto notare in maniera critica il ritardo con il quale Siena si è mossa per contrastarla. Nei prossimi giorni ci saranno però iniziative per colmarlo con assemblee nelle facoltà e con la riunione straordinaria lunedì prossimo del senato accademico.
Dagli interventi degli studenti sono arrivati anche inviti al rettore ad assumere posizioni chiare sulla legge di riforma. Qualcuno ha anche proposto che l’ateneo senese esca dalla Crui, la conferenza dei rettori delle università italiane che secondo loro, ha di fatto appoggiato le proposte del ministro Gelmini.
Nella parte di dibattito che ha riguardato la situazione dell’ateneo il rettore ha esposto le linee con le quali cercherà di lavorare per il risanamento delle finanze dell’Università.
La preoccupazione più evidente che è emersa dall’intervento di Riccaboni è stata quella che scaturisce dal problema della gestione corrente che porta oggi ad uno sbilancio di 30 milioni di euro all’anno. Tutto ruota attorno a queste consistenti cifre.
Riccaboni ha annunciato di stare lavorando ad un nuovo piano di risanamento perché c’è bisogno di correzioni. “Ma occorre consapevolezza della gravità della situazione. Per cui – ha sottolineato- occorre lavorare tutti insieme”. La sfida è riuscire a riprendersi con minori disponibilità finanziarie “riuscendo a rendersi autonomi finanziariamente e gestionalmente”. E’intervenuta, ed è la sua prima uscita pubblica, Ines Fabbro che ha indicati alcuni punti su cui intervenire. Sulla disorganizzazione degli uffici; la frammentazione delle responsabilità; sul fatto che mancano un decentramento adeguato delle funzioni e l’autonomia dei dipartimenti; che non è stata attuata la legge del 2001 che prevede che gli organi di indirizzo e di controlli si occupino di temi generali e non delle minuzie.