Riflessioni sui lavori di Adine a Gaiole in Chianti
GAIOLE IN CHIANTI. Sul territorio non mancano le strutture in disuso e da recuperare avendo una ex-zona industriale che casca a pezzi e la sede dell’Istituto Sperimentale per l’Enologia o la ex-sede del Consorzio Agrario, che si potrebbero riconvertire ad altri usi prima che diventino nuove forme di archeologia industriale.
Occorre riconsumare terra per dare fiato ad altre speculazioni edilizie (nel qual caso annientare una collina visibile da ovunque in località Adine), per costruire una cantina fuori da ogni centro di comunicazione e irraggiungibile con articolati, distruggendo la fisionomia intatta di una zona che ha solo da perdere dalla devastazione compiuta dalla Negri Vigneti srl, che, nel proprio sito aziendale, dichiara di essere ” biologica sostenitrice del paesaggio e rigeneratori dell’ambiente…..”.
Che senso ha progettare un Piano Paesaggistico Regionale (PIT) che serve a tutelare un paesaggio unico al mondo come quello del Chianti e della Toscana, se poi si permette di recintare vigneti con un’oscena rete elettrosaldata di tondino rugginoso e spianare colline per ricoprirle di cemento?
Andrea Pagliantini