La banca giapponese coinvolta in una truffa alla Regione Sicilia
PALERMO. Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Palermo ha effettuato un sequestro preventivo per un importo complessivo di 104.534.414,01 di euro nei confronti della BANCA D’AFFARI INTERNAZIONALE NOMURA INTERNATIONAL PLC – segnalata per l’illecito amministrativo previsto dal decreto legislativo 231/2001 – e di 7 persone – 4 managers di NOMURA e 3 professionisti palermitani – indagati dei reati previsti e puniti dagli artt. 110 e 640, c. 2 del cp, aggravati dal carattere della transnazionalità di cui all’art. 4 della L. 146/2006. Le indagini hanno accertato la responsabilità amministrativa della banca d’affari giapponese per i reati di truffa, che hanno creato un danno alla Regione Siciliana di circa 175 milioni di euro. Con il provvedimento emesso dal Gip, i militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Palermo, nelle località di Palermo, Milano, Roma, Genova, Nuoro, Sassari, Grosseto ed Agrigento, hanno proceduto ad eseguire il sequestro di 54 beni immobili e mobili registrati, quote societarie detenute in 13 società, disponibilità finanziarie e crediti finanziari, per un valore complessivo di € 104.534.414 nei confronti dei responsabili obbligati in solido in relazione al conseguimento dell’illecito profitto.
L’inchiesta nasce dall’operazione di cessione dei crediti sanitari per circa 630 milioni di euro vantati dalle strutture sanitarie siciliane nei confronti della Regione Siciliana. L’operazione, in concreto, si è realizzata, a partire dal 2002, attraverso la cessione dei crediti da parte dei creditori originari – confluiti nel “Consorzio Aziende Sanitarie Siciliane Srl” – in favore della società “Crediti Sanitari Regione Sicilia (C.S.R.S.) S.r.l.” di Milano (c.d. “società veicolo”), emanazione della banca avente sede legale a Londra. Nell’ambito del contratto stipulato tra detti soggetti privati è stato stabilito un tasso di interesse, assai oneroso rispetto alle condizioni di mercato, che la Regione Siciliana si sarebbe impegnata a pagare alla società cessionaria del credito. Le indagini tuttora in corso sono finalizzate anche ad individuare i referenti politici che hanno portato all’emissione dei provvedimenti amministrativi che hanno ratificato quell’accordo. La ricostruzione dell’intera vicenda contrattuale ha fatto emergere, infatti, l’anti-economicità dell’operazione di cartolarizzazione che ha comportato un grave danno patrimoniale per la regione siciliana, stimato in circa 115 milioni di euro.
Il secondo filone dell’indagine ha riguardato la ristrutturazione del debito regionale, effettuato attraverso la sottoscrizione di tre contratti aventi ad oggetto strumenti finanziari derivati tra la Regione Siciliana e la banca NOMURA PLC che ha agito – contestualmente – sia nel ruolo di consulente (advisor) che in quello di controparte contrattuale.
Alcuni funzionari della banca d’affari sono stati denunciati per l’ipotesi di truffa ai danni dell’Ente Regionale, delitto aggravato dalla partecipazione al fatto di un gruppo criminale organizzato impegnato in attività criminali in più di uno Stato. La responsabilità degli indagati risiede nell’aver maliziosamente taciuto circostanze rilevanti circa il contenuto dei contratti tali da indurre in errore i funzionari della Regione circa la convenienza economica dell’operazione. I riscontri investigativi, sviluppati anche attraverso l’attivazione di rogatorie internazionali, hanno accertato che una parte dei profitti illeciti è stata destinata da Nomura PLC a due società off-shore, con sede in Irlanda e nelle Isole Vergini Britanniche, riconducibili a due procacciatori d’affari palermitani. In forza di tale contratto, i due professionisti hanno percepito, anche attraverso corresponsioni estero su estero, circa 20 milioni di euro. I professionisti sono stati denunciati per concorso in truffa, oltre che per evasione fiscale internazionale, essendosi avvalsi di società interposte per sottrarre all’imposizione dello Stato italiano gli ingenti compensi incamerati dalla banca d’affari.
Sulla base del complesso quadro indiziario, al fine di impedire l’aggravarsi delle conseguenze dannose dei reati accertati, tenuto conto che in data 27 giugno 2014 la Regione Siciliana avrebbe dovuto effettuare il pagamento di una rata semestrale dell’importo di Euro 6.900.000 in favore della Banca d’affari Giapponese – pagamento relativo all’esecuzione di uno dei contratti oggetto d’indagine – in data 26 giugno u.s., la Procura della Repubblica emetteva un provvedimento di sequestro preventivo d’urgenza eseguito nella stessa data dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Palermo.
L’inchiesta nasce dall’operazione di cessione dei crediti sanitari per circa 630 milioni di euro vantati dalle strutture sanitarie siciliane nei confronti della Regione Siciliana. L’operazione, in concreto, si è realizzata, a partire dal 2002, attraverso la cessione dei crediti da parte dei creditori originari – confluiti nel “Consorzio Aziende Sanitarie Siciliane Srl” – in favore della società “Crediti Sanitari Regione Sicilia (C.S.R.S.) S.r.l.” di Milano (c.d. “società veicolo”), emanazione della banca avente sede legale a Londra. Nell’ambito del contratto stipulato tra detti soggetti privati è stato stabilito un tasso di interesse, assai oneroso rispetto alle condizioni di mercato, che la Regione Siciliana si sarebbe impegnata a pagare alla società cessionaria del credito. Le indagini tuttora in corso sono finalizzate anche ad individuare i referenti politici che hanno portato all’emissione dei provvedimenti amministrativi che hanno ratificato quell’accordo. La ricostruzione dell’intera vicenda contrattuale ha fatto emergere, infatti, l’anti-economicità dell’operazione di cartolarizzazione che ha comportato un grave danno patrimoniale per la regione siciliana, stimato in circa 115 milioni di euro.
Il secondo filone dell’indagine ha riguardato la ristrutturazione del debito regionale, effettuato attraverso la sottoscrizione di tre contratti aventi ad oggetto strumenti finanziari derivati tra la Regione Siciliana e la banca NOMURA PLC che ha agito – contestualmente – sia nel ruolo di consulente (advisor) che in quello di controparte contrattuale.
Alcuni funzionari della banca d’affari sono stati denunciati per l’ipotesi di truffa ai danni dell’Ente Regionale, delitto aggravato dalla partecipazione al fatto di un gruppo criminale organizzato impegnato in attività criminali in più di uno Stato. La responsabilità degli indagati risiede nell’aver maliziosamente taciuto circostanze rilevanti circa il contenuto dei contratti tali da indurre in errore i funzionari della Regione circa la convenienza economica dell’operazione. I riscontri investigativi, sviluppati anche attraverso l’attivazione di rogatorie internazionali, hanno accertato che una parte dei profitti illeciti è stata destinata da Nomura PLC a due società off-shore, con sede in Irlanda e nelle Isole Vergini Britanniche, riconducibili a due procacciatori d’affari palermitani. In forza di tale contratto, i due professionisti hanno percepito, anche attraverso corresponsioni estero su estero, circa 20 milioni di euro. I professionisti sono stati denunciati per concorso in truffa, oltre che per evasione fiscale internazionale, essendosi avvalsi di società interposte per sottrarre all’imposizione dello Stato italiano gli ingenti compensi incamerati dalla banca d’affari.
Sulla base del complesso quadro indiziario, al fine di impedire l’aggravarsi delle conseguenze dannose dei reati accertati, tenuto conto che in data 27 giugno 2014 la Regione Siciliana avrebbe dovuto effettuare il pagamento di una rata semestrale dell’importo di Euro 6.900.000 in favore della Banca d’affari Giapponese – pagamento relativo all’esecuzione di uno dei contratti oggetto d’indagine – in data 26 giugno u.s., la Procura della Repubblica emetteva un provvedimento di sequestro preventivo d’urgenza eseguito nella stessa data dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Palermo.