Il tribunale di Firenze non accetta il concordato
FIRENZE. Dopo l’accusa di bancarotta fraudolenta per la gestione del Credito Cooperativo Fiorentino, portato a un deficit di 14 milioni di euro in appena tre anni e costretto alla liquidazione coatta, mercoledì (5 febbraio) Denis Verdini ha ricevuto una ulteriore batosta dal tribunale di Firenze, che ha dichiarato il fallimento della Società Toscana Edizioni (Ste), che pubblicava Il Giornale della Toscana.
Il Giornale della Toscana ha interrotto le pubblicazioni il 17 ottobre 2012 con una decisione unilaterale raggiunta senza alcun confronto neanche con il comitato di redazione. Sei giornalisiti sono stati per 18 mesi senza stipendio ed ora, in assenza del concordato chiesto dalla società, vedeno a rischio le proprie spettanze.
A dicembre 2012 a Verdini, Picerno e altre 23 persone (tra cui Massimo Parisi e Girolamo Strozzi), era stato notificato l’avviso di garanzia con l’accusa di truffa aggravata allo Stato per i contributi pubblici ricevuti negli anni tra il 2002 e il 2012. Il processo è ancora in corso.
I pm hanno scoperto che i soldi venivano dirottati attraverso la Nuova Editoriale Scarl (società cooperativa a responsabilità limitata) verso altre iniziative non legate all’editoria, inoltre secondo i magistrati la cooperativa era “fittizia”, costituita anche da società private, e chiesto fondi per testate che non ne avevano diritto. Per questo nell’aprile 2013 la procura di Firenze ha sequestrato 11 milioni di euro a Verdini e ai soci, oltre ai 10 milioni e 800 mila già sequestrati nell’ottobre precedente : complessivamente 22 milioni. Nel procedimento Verdini è indagato come socio di maggioranza e amministratore di fatto della Ste , della Nuova Editoriale, del Gruppo Ste, cui fanno capo altre 10 società del settore editoriale (attive solo due radio e una concessionaria pubblicitaria). Come finanziatore delle attività, insieme a Verdini, è indagato per truffa aggravata anche il costruttore Roberto Bartolomei, socio al 50% con Riccardo Fusi nella società Btp, e con Fusi condannato per bancarotta fraudolenta e bancarotta per distrazione proprio per il fallimento della società di costruzioni.
Il Giornale della Toscana ha interrotto le pubblicazioni il 17 ottobre 2012 con una decisione unilaterale raggiunta senza alcun confronto neanche con il comitato di redazione. Sei giornalisiti sono stati per 18 mesi senza stipendio ed ora, in assenza del concordato chiesto dalla società, vedeno a rischio le proprie spettanze.
A dicembre 2012 a Verdini, Picerno e altre 23 persone (tra cui Massimo Parisi e Girolamo Strozzi), era stato notificato l’avviso di garanzia con l’accusa di truffa aggravata allo Stato per i contributi pubblici ricevuti negli anni tra il 2002 e il 2012. Il processo è ancora in corso.
I pm hanno scoperto che i soldi venivano dirottati attraverso la Nuova Editoriale Scarl (società cooperativa a responsabilità limitata) verso altre iniziative non legate all’editoria, inoltre secondo i magistrati la cooperativa era “fittizia”, costituita anche da società private, e chiesto fondi per testate che non ne avevano diritto. Per questo nell’aprile 2013 la procura di Firenze ha sequestrato 11 milioni di euro a Verdini e ai soci, oltre ai 10 milioni e 800 mila già sequestrati nell’ottobre precedente : complessivamente 22 milioni. Nel procedimento Verdini è indagato come socio di maggioranza e amministratore di fatto della Ste , della Nuova Editoriale, del Gruppo Ste, cui fanno capo altre 10 società del settore editoriale (attive solo due radio e una concessionaria pubblicitaria). Come finanziatore delle attività, insieme a Verdini, è indagato per truffa aggravata anche il costruttore Roberto Bartolomei, socio al 50% con Riccardo Fusi nella società Btp, e con Fusi condannato per bancarotta fraudolenta e bancarotta per distrazione proprio per il fallimento della società di costruzioni.