"Per ogni miliardo stanziato per la prevenzione, l'Italia ne ha spesi 2,5 per riparare i danni"
ROMA. Il maltempo si è abbattuto impietoso su buona parte dell’Italia in questi ultimi giorni, causando molti danni e riaprendo l’eterno dibattito sulla questione della prevenzione. Oggi (1 Febbraio) sulla questione è tornata anche la Coldiretti, con una nota che punta il dito contro le facili concessioni edilizie ed evidenzia che il bilancio dell’ultima ondata di maltempo è da considerarsi ancora più grave se si tengono presenti le vittime e le tragedie familiari che frane e alluvioni hanno provocato. La nota della Coldiretti tiene a sottolineare come negli ultimi venti anni, per ogni miliardo stanziato in prevenzione, l’Italia ne abbia spesi oltre 2,5 per riparare i danni: il ministero dell’Ambiente ha quantificato, infatti, in circa 8,4 miliardi di euro i finanziamenti statali dati a politiche di prevenzione, mentre nello stesso periodo si sono spesi 22 miliardi di euro per riparare i danni causati da frane ed alluvioni. Investire nella prevenzione – sostiene l’organizzazione di categoria – è sempre più urgente in un Paese con più di 5 milioni i cittadini italiani che ogni giorno vivono o lavorano in aree considerate ad alto rischio idrogeologico e 6.633 Comuni che hanno all’interno del territorio aree ad elevato rischio di frana o alluvione. A questa situazione di fragilità territoriale non è estraneo – evidenzia Coldiretti – il fatto che l’Italia abbia perso negli ultimi venti anni 2,15 milioni di ettari di terra coltivata per effetto della cementificazione e dell’abbandono, costringendo a chiudere 1,2 milioni di aziende agricole: ogni giorno viene sottratta terra agricola per un equivalente di circa 400 campi da calcio (288 ettari). Per proteggere il territorio e i cittadini che vi vivono, l’Italia – conclude Coldiretti – deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile dalla cementificazione nelle città e dall’abbandono nelle aree marginali, con un adeguato riconoscimento del ruolo economico, ambientale e sociale dell’attività agricola.