Perdite trasferite sui derivati da Dresdner Bank al Monte
MILANO. Come preannunciato già dallo scorso febbraio quando il fatto divenne di dominio pubblico, con la contestazione di “Associazione a delinquere finalizzata all’appropriazione indebita”, il pm di Milano Roberto Pellicano ha chiesto il processo per 18 persone nell’ambito dell’inchiesta su Lutifin, la società di Lugano utilizzata come intermediario in operazioni di compravendita di prodotti finanziari tra banche e Sim e sulle quali gli indagati, tra il 2002 e il 2009, avrebbero fatto la “cresta”. Un lungo elenco di operazioni gestite dalla finanziaria, tra le quali spicca la famosa transazione da 120 milioni tra MPS e Dredsner Bank finita agli atti dell’indagine senese su MPS. La Gdf aveva infatti notato che “nel corso delle indagini è stato accertato che la Lutifin Services era stata utilizzata quale veicolo per effettuare pagamenti riservati nei confronti di alti dirigenti del Monte dei Paschi di Siena in cambio dell’ acquisto, da parte dell’istituto di credito da cui dipendevano, di un pacchetto titoli all’interno dei quali ve ne erano alcuni (cosiddetti Cdo) che presentavano forti perdite per Dresdner Bank”.
Il fine ultimo dell’operazione, secondo le Fiamme Gialle, era “far ristrutturare il pacchetto a Monte dei Paschi di Siena, la quale si è occupata, in definitiva, di sostituire i titoli in sofferenza con altri in salute, così da consentine all’istituto tedesco di eliminare le perdite che stava subendo, scaricandole nei conti di MPS”. La banca senese perdeva, ma i suoi dirigenti incassavano il 5% dell’operazione finanziaria: c’è la testimonianza, negli atti dell’inchiesta, fatta il 13 ottobre 2008 da Antonio Rizzo, ex funzionario della banca d’affari tedesca, che aveva rivelato che Gianluca Baldassarri e Pompeo Pontone, rispettivamente ex capo della finanza e responsabile della filiale di Londra di MPS, erano conosciuti come “la banda del cinque per cento perché – aveva affermato – su ogni operazione prendevano tale percentuale”.