La politica salva gli enti locali in odore di soppressione
ROMA. Affossato definitivamente il decreto di riordino delle province, come preannunciato l’altroieri, non sarà convertito in legge. Questo è la decisione definitiva dalla seduta della commissione Affari Costituzionali che si è tenuta nella serata di lunedì e che ha definitivamente cancellato il provvedimento del Governo. Troppi sarebbero gli emendamenti presentati; perciò è stato ritenuto impossibile far giungere il provvedimento in aula martedì pomeriggio, così come calendarizzato. “Il governo ha fatto quello che poteva – ha spiegato il ministro Patroni Griffi ai giornalisti – Oggi ha preso atto della situazione”.
Ora attenzione al caos istituzionale che genera la mancata conversione in legge: si dovrà entro la fine dell’anno trovare una norma che coordini le disposizioni sulle Province previste dal decreto Salva Italia e dalla spending review, per evitare quella situazione di “di incertezza per l’esercizio di funzioni fondamentali per i cittadini” messa in luce da uno studio del dipartimento delle Riforme del Ministero della Funzione Pubblica. La casta salva così le poltrone al prezzo della “scarsa” credibilità dell’Italia sui mercati finanziari e l’affidabilità politica del Belpaese.