Federcontribuenti: "La dichiarazione per la definizione agevolata significa accettare i debiti"
ROMA. La Suprema Corte – con la sentenza n. 23397 depositata il 17 novembre 2016 – è stata chiamata a risolvere il problema del termine di prescrizione sulle cartelle di pagamento stabilendola in anni 5. Non è possibile applicare i termini di prescrizione decennale neanche se la cartella di pagamento è stata impugnata oltre il termine perentorio di quaranta giorni. ”Un principio importante che si estende dai contributi INPS fino a tutte le entrate tributarie degli Enti locali incluse le sanzioni amministrative”.
Sono soprattutto i crediti INPS ad aver contribuito nel corso di questo decennio ad indebitare moltissimi piccoli imprenditori – artigiani e commercianti – con la grave conseguenza di averli portati al fallimento o alla perdita di beni immobili e mobili, ”questa sentenza stabilisce una volta per tutte che la prescrizione è quinquennale e quindi si pone di traverso al decreto legge 193/2016 che voleva spingere – facendoli cadere in inganno – moltissimi contribuenti a pagare somme non più dovute”.
Dichiarazione di adesione alla definizione agevolata ( art. 6 del D.L. n. 193/2016 )
i tratta della domanda che il contribuente è chiamato a compilare per aderire alla sanatoria, ”il contribuente compilando tale domanda non fa altro – spiega la Federcontribuenti – che accettare tutti i debiti a lui iscritti anche se non più esigibili, riconoscere le informazioni in possesso di Equitalia anche quando sbagliate a suo nome e rinunciare ai giudizi pendenti su cartelle in attesa di giudizio, motivo per il quale invitiamo i contribuenti a compilare tale domanda con l’aiuto di personale qualificato anche rivolgendosi alla nostra Associazione”.
La Rottamazione.
I debitori possono estinguere il debito senza corrispondere le sanzioni e gli interessi di mora, vale a dire le sanzioni e le somme aggiuntive provvedendo al pagamento integrale o dilazionato fino ad un massimo di 4 rate dei debiti iscritti a ruolo. ”Equitalia non ha mai provveduto nel corso della sua esistenza a ripulire i propri archivi da debiti decaduti, prescritti o annullati da sentenze passate in giudicato e non provvederà ora ad eliminare i debiti prescritti come stabilito dalla Cassazione quindi è compito del contribuente tutelarsi”.
Questa rottamazione o sanatoria come la si vuole intendere non darà i frutti sperati fosse solo perchè, il termine di 4 rate, non permetterà a chi ha debito superiore a 10 mila euro di poter pagare e quindi sanare la propria posizione. Resta il problema che il contribuente è ritenuto debitore per tutta la durata della sua esposizione.