Sulla legittimità delle sanzioni al 20% annuo, si dovrà esprimere la Consulta
ROMA. Buona notizia la chiusura di Equitalia, ma il trasferimento delle sue funzioni all’Agenzia delle Entrate rischia di rendere ancora più complicati e vessatori i rapporti con i cittadini, come dimostrato dalla lodevole inchiesta di Striscia La Notizia, senza contare i problemi legati alla dannosità delle pratiche adottate per la riscossione ed i rapporti giuridici contrattuali tra coloro che hanno vinto un concorso pubblico, i cui avanzamenti di carriera sono stati oggetto di una recente sentenza della Corte Costituzionale, ed i dipendenti delle ex esattorie che hanno un contratto di natura privatistica.
Poiché il Governo, nell’abrogazione di Equitalia, riconosce metodi vessatori ed a volte illeciti nel sistema della riscossione, avrebbe il dovere di presentare un condono fiscale con adeguati risarcimenti per le vittime del fisco, costrette a subire angherie ed a volte perfino metodi che assomigliano all’estorsione, per cartelle caricate di sanzioni ed interessi di mora al limite dell’usura, con tributi raddoppiati rispetto alle tasse originariamente dovute.
Esiste poi un ulteriore problema che riguarda le sanzioni aggiuntive per ritardato pagamento a cui si applica la multa del 20% l’anno, dalla data di esigibilità fino al momento dell’iscrizione a ruolo, sulla cui legittimità si dovrà esprimere la Corte Costituzionale (relatore Augusto Barbera) nell’udienza già fissata il 7 gennaio 2017, dopo l’eccezione di costituzionalità sollevata dal giudice Adriano Simonetti.
Elio Lannutti (Adusbef)