Cronaca dell'odissea quotidiana di un automobilista
SIENA. Dal Circolo Sena Civitas riceviamo e pubblichiamo la lettera-sfogo di un cittadino.
“Questa mattina, nella nuova e temo ormai quotidiana coda di circa venti minuti alla fine di Pescaia, la rabbia per il ritardo nell’arrivo al lavoro ovviamente inevitabile (considerata anche una precedente e analoga situazione nella sezione terminale di – Viale Toselli) è stata “mitigata” da un ricordo di gioventù.
Infatti, e parto da lontano, ho ricordato che la più che la mia ventennale esperienza di pendolare tra la nostra Siena e la pur bella Firenze (per un attimo lasciamo perdere il campanile) mi ha consegnato un lascito di due verità quasi assolute per quei tempi ormai andati.
La prima verità era che la tratta Stellino-Bottai consentiva un dormiveglia di circa 45-50 minuti, a seconda del piede dell’autista e dell’assenza del “cicalio” di viaggiatori chiaccheroni.
La seconda verità era ineluttabile, non c’erano Santi! da Bottai alla Stazione della mitica Sita era quasi sempre mezz’ora piena; ma erano altri tempi si dirà, tuttavia, Firenze, all’epoca, era già metropoli.
I tempi cambiano
Eh sì, i tempi cambiano, le mamme invecchiano etc, etc, ma, soprattutto, io non vado più a Firenze. Ma il ricordo che ho prima descritto mi obbliga alla seguente riflessione.
Non per essere pignolo, ma, in questa giornata, per fare il mio consueto tragitto Botteganova – Porta San Marco e ritorno sino al culmine di Pescaia (lo faccio per esigenze di famiglia, sia chiaro, e non per masochismo) – per tale tragitto dicevo, ho impiegato QUASI (sottolineo il QUASI) quanto per veder la Stazione della Sita di Firenze in gioventù. Ma, al peggio non c’e limite, si dovrebbe sapere e, una volta raggiunta la pole position ed ottenuto il verde del semaforo, dovendo svoltare a sinistra verso Via Pisacane mi trovo la strada sbarrata da un vigile, che, mi ha impedito l’agognata manovra, ammonendomi che la variazione del traffico era stata segnalata nei giorni scorsi. Rassegnato non ho trovato forza di replicare sopraffatto anche dal rammarico… l’impeccabile agente infatti non aveva aggiunto il classico (e per me, a questo punto, essenziale) ammonimento: “l’ignoranza non è ammessa”.
In tal caso, infatti, avrei almeno potuto scusarmi del fatto che, malauguratamente, la mia ignoranza non era comunque pari a quella di coloro che ci obbligano da decenni a questa malagestio in costante crescendo, sempre caratterizzata da iniziative ed interventi cervellotici dei quali spesso si fatica a comprendere il senso e l’utilità, e dai quali derivano quasi sempre disagi e notevoli difficoltà per il cittadino inerme. Dimenticavo, la tempistica definitiva del viaggio di cui sopra (ripassando dal VIA) mi consente togliere il QUASI che per onestà avevo inserito.
Ma è mai possibile, mi domando che per percorrere manco 10 chilometri (!!!) si debba stare più di un’ora in macchina? E la pennichella? No, no! meglio stare svegli e ed uscire dal pluridecennale torpore attivandosi per poter, un giorno, risolvere i disastri di Siena”.