L'analisi di un lettore sulle esternazioni dei politici
SIENA. Sullo scandalo di Banca Mps, a dire il vero, stiamo ascoltando, proprio in ragione del grande martellamento mediatico quotidiano, di tutto e di più.
Non si contano i commenti degli intervenuti dell’ultima ora che vogliono solamente cogliere l’opportunità di una presenza televisiva e sono disposti a parlare di qualunque cosa, anche di argomenti che non conoscono in maniera approfondita. Dopotutto siamo in campagna elettorale e quindi va di moda lo slogan.
Ma proprio perchè in campagna elettorale, il primo messaggio che, da cittadino elettore, mi aspetterei da tutti i politici a caccia di consenso, dovrebbe essere un segnale di sobrietà volto, soprattutto in queste ore difficili in cui la magistratura cerca di dipanare l’intricato groviglio tra politica e finanza, a tranquillizzare i clienti della banca e, perchè no, anche i dipendenti, tutti quei dipendenti oggi in prima linea a cercare di arginare le giornaliere ondate di paura rinfocolata giorno dopo giorno dalle varie trasmissioni televisive.
In questo quadro generale che molto probabilmente ci accompagnerà fino agli ultimi giorni di campagna elettorale, tuttavia, non si possono non cogliere interventi di alcuni politici che il problema, in ragione della vicinanza a Siena, dovrebbero perlomeno avere ben presente, le cui dichiarazioni invece portano ad una sorta di assurdo paradosso.
Intervistato a Studio Aperto il segretario del Pd Bersani ha testualmente dichiarato che “abbiamo sempre detto che il peso delle fondazioni bancarie non può essere predominante“, Scusi la franchezza Bersani ma il candidato Pd a sindaco di Siena, Franco Ceccuzzi, nel corso del precedente mandato, considerò un punto fermo il fatto che la Fondazione Mps non scendesse sotto il 51% e oggi, dopo delle primarie che sono state l’antitesi di quelle nazionali che si sono svolte tra Lei e Renzi, si ripresenta a correrre per la carica dalla quale si è dimesso? Dove sarebbe, Bersani, la coerenza del partito che Lei rappresenta?
Ma veniamo al Presidente del Pd, ovvero Maria Rosaria Bindi, che una di queste sere nel salotto di Porta a Porta ha “osato” intervenire dicendo che “da tutta questa vicenda un risultato positivo sarà che siinterromperà il trapporto tra il terzo istituto bancario italiano e la città di Siena. Non me ne vogliano i senesi, io sono di provincia, son fuori le mura, non mi sono mai interessata, nè qualcuno ha fatto qualcosa perchè mi interessassi di questa vicenda…” e ancora ” Il Monte è stato sempre molto importante per Siena ma credo che abbia contribuito a fare di quella una città troppo assistita…” Troppo facile Presidente specie alla luce degli interventi alla Festa del Pd senese a fianco del candidato sindaco la scorsa estate. Ma chiarisca il concetto: sta scaricando Siena perchè pensa sia difficile una nuova affermazione elettorale da queste parti dopo lo scandalo Mps o sta scaricando il Ceccuzzi reo semplicemente di essersi ripresentato come candidato ad una guida che aveva precocemente lasciato dimettendosi dopo appena un anno dalla precedente vittoria alle amministrative?
Chiudiamo con un gerarca del Pd ovvero Massimo D’alema che di recente su Mussari ha dichiarato che “noi e per noi intendo il pd di Siena nella persona del sindaco Franco Ceccuzzi, Mussari lo abbiamo cambiato un anno fa assieme a tutto il consiglio d’amministrazionedel Monte dei Paschi e questi sono fatti documentati.” Premesso che risulta che Mussari come il cda si siano dimessi poichè a fine mandato la domanda che “sorge spontanea” è: ma chi cambia qualcuno in fondo in fondo non è lo stesso soggetto he quella persona l’ha fatta insediare?
Tre frasi che sottolineano come il Partito Democratico sia stato completamente spiazzato dalle vicende della banca senese e dalle indagini che ne sono poi scaturite. Ognuno tiri le proprie conclusioni ma non si dica che questi personaggi hanno a cuore la chiarezza sulle recenti vicende senesi e soprattutto nessuno di questi, per rappresentatività, come il Segretario del Partito o per vicinanza, come il Presidente del Partito, originaria di Sinalunga, hanno mai pensato di chiedere scusa ai cittadini di una città non sarà più la stessa e non potrà più contare su buona parte delle eccellenze che in tanti anni di storia aveva saputo costruire e far emergere con la propria sapienza.
Ferdinando Curini
Ferdinando Curini