SIENA. Da CISAL, UIL, USB P.I. Università di Siena riceviamo e pubblichiamo.
“Tavolo tecnico su oneri, rischi e disagi. Insomma del salario accessorio e come spaccare il capello in quattro
Siamo stati invitati a partecipare ad un tavolo tecnico per discutere con l’Amministrazione di salario accessorio, e nello specifico di indennità oneri, rischi e disagi: turni, ecc. Di fatto dobbiamo vederci con l’Amministrazione per discutere di turni.
Qual è il problema su questa indennità? Di fatto il problema ha origine con l’interpretazione rigida del turno da parte dell’Amministrazione e da una mancata ricognizione delle necessità reali delle strutture. Infatti abbiamo due ordini di problemi. Il primo è formale: cosa sia un turno, e quali tipologie di orario ne definiscono la successiva retribuzione. Il secondo è sostanziale: con quali e quante risorse retribuire questo istituto.
Abbiamo scritto oltre un mese fa che senza risorse aggiuntive era inutile discutere di contratto integrativo e salario accessorio. Dopo un mese il Rettore ci comunica che ha avuto conferma che il MEF lo riceverà di sicuro!!!! un mese per sapere che sarai ricevuto di sicuro, e poi cosa? Due mesi per sapere che cosa decideranno? Intanto il tempo passa.
No, noi non ci stiamo è una presa in giro su tutta la linea, basta! Dovremmo aspettare le decisioni del MEF e intanto di fatto contrattare nei tavoli tecnici? Senza sapere con quali e quante risorse? Perché questo è quello che ci chiede l’Amministrazione, contrattare senza le risorse l’impianto politico del contratto, ma per noi questo è inaccettabile.
L’Amministrazione ha l’obbligo di pagare tutte le indennità stante la ultrattività del CCI 2015-2016, non può interrompere alcun pagamento. Questo, lo avevamo già detto, era l’unico modo per obbligare l’Amministrazione a prendere velocemente una decisione sul mettere risorse vere nel fondo del salario accessorio. Il fondo infatti non è capiente ad oggi e solo con risorse aggiuntive, vere, possiamo retribuire il minimo già previsto l’anno scorso, figurarsi adeguare i pagamenti. Più il tempo passa e più il fondo viene eroso. La perdita di tempo è colpa nostra? No, è del Rettore che rimanda l’assunzione di una decisione politica forte di valorizzazione del personale, ostaggio della inattività di una Direzione Generale che volge verso la fine del contratto e di fatto non sta assumendo alcuna decisione gestionale con una visione progettuale.
La valorizzazione non si raggiunge con la distribuzione dello straordinario con regole quanto meno discutibili. Il 25% delle ore da retribuire nelle mani discrezionali della direzione generale. La valorizzazione del personale non si ottiene con poche e blindate progressioni verticali, perché questa è la vox populi del momento, e ne parleremo a breve in un altro comunicato.
La valorizzazione del personale passa attraverso la reale costituzione di un fondo per il salario accessorio che dia risorse ad istituti veri, necessari alla funzionalità dell’Ateneo. Passa attraverso un investimento sui buoni pasto reale, e su altri progetti di sostegno al personale. Sui buoni pasto la soluzione non è il progettino fatto filtrare nei
corridoi che è una presa in giro anche quello. Con gli stessi soldi dare meno a più persone, scritto in modo sintetico.
La valorizzazione passa attraverso una organizzazione efficiente per gli studenti e per chi ci lavora, non basata su idee superate, qui manca prospettiva, manca una visione generale.
Dov’è l’investimento? Non sono tre anni che ci raccontano che il bilancio è positivo, che ora siamo saldamente in positivo? Dov’è questa solidità, se ogni volta che chiediamo risorse ci viene detto che ne abbiamo già avute tante… quali? Fare le PEO al 69-70% degli aventi diritto sarebbe l’investimento? Dopo dieci anni di blocco, e il sacrificio del 30% di noi, dovremmo essere soddisfatti? Così non va, e noi non accettiamo più di prestare il fianco ad una non-gestione della cosa pubblica.
Il Rettore è stato anche prorettore negli ultimi anni ha visto la complessità del ruolo da vicino, eppure sembra non riuscire a capire che ora deve prendere lui le decisioni. Il ruolo comporta la forza di assumere decisioni importanti per la comunità tutta, ma anche per le sue singole componenti. In questo momento il personale tecnico e amministrativo necessita di una segnale forte di investimento e valorizzazione.
Noi non parteciperemo al tavolo tecnico di oggi, preferiamo lavorare nelle nostre sedi di servizio. Non parteciperemo finché non avremo risorse vere da destinare alle voci contrattuali. Il tempo passa, ma le decisioni
politiche sono nelle mani della controparte.
Ringraziamo i responsabili delle strutture che hanno prodotto i documenti per il tavolo tecnico di oggi, peraltro documenti che potevano essere chiesti due anni fa, ne faremo tesoro per le future contrattazioni, ma non
possiamo sedere a discutere del nulla.
Questa situazione è offensiva di tutte e tutti noi, inutile che la direzione generale faccia finta di essere ostaggio delle sigle sindacali, scherziamo davvero? Qui è tutto il personale tecnico e amministrativo che è ostaggio di una inattività decisionale non più tollerabile”.