Vigni: "È il momento scelte complessive e collettive, il nuovo strumento urbanistico opportunità da non fallire"
SIENA. A pochi mesi dalla scadenza naturale dello strumento urbanistico (aprile 2016) la città si trova di fronte a delle scelte estremamente importanti che ne condizioneranno lo sviluppo e quindi il futuro.
Come tutti ben sappiamo, il regolamento urbanistico vigente è stato superato dalla crisi nelle sue previsioni e, inoltre, la sua attuazione solo parziale non ha saputo dare alla città quei connotati innovativi di cui aveva bisogno e soprattutto uno sviluppo nella conservazione delle peculiarità storico architettoniche che per una città come Siena sono indispensabili. Alcune visioni fuori scala hanno prodotto e lasciato ferite nel tessuto urbano alle quali si deve porre rimedio.
Con la modifica della legge urbanistica la regione Toscana ha introdotto un nuovo strumento, il “piano
operativo” che andrà a sostituire i regolamenti urbanistici alla loro scadenza. Tale piano si compone di due parti: la disciplina per la gestione degli insediamenti esistenti, valida a tempo indeterminato e la disc iplina delle trasformazioni degli assetti insediativi, infrastrutturali ed edilizi del territorio, con valenza quinquennale.
Altro aspetto caratterizzante è la suddivisione del territorio in due zone, quella urbana e quella extra-urbana. In quest’ultima, il controllo urbanistico della Regione diventa molto forte per conservare il paesagg io rurale di estremo valore.
Il consiglio comunale in questo mandato più volte si è espresso in materia urbanistica, approvando fino ad adesso alcune varianti: due di queste molto importanti, una per la valorizzazione del patrimonio comunale e una al servizio della città per la semplificazione, andando, come è logico che sia, a privilegiare l’interesse collettivo rispetto a quello individuale; non può passare in silenzio il grande lavoro che è stato portato a compimento con questi due atti che sono andati ad incidere quasi sul cinquanta per cento del reg olamento urbanistico, con l’obiettivo di renderlo in tempi brevi più funzionale alle esigenze dei cittadini. Adesso è giunto il momento di scelte complessive e di una visione globale della città, l’amministrazione deve attivare con solerzia il percorso che porta all’inizio dello studio del nuovo “piano operativo”, di concerto con la Regione Toscana per la ricerca dei fondi necessari. Non c’è più tempo da perdere, non è più ammissibile prevedere interventi tampone che non siano compresi in un progetto complessivo delle scelte urbanistiche cittadine.
La città è fatta di strade, di piazze, di case e palazzi, ma è fatta soprattutto di uomini e di donne, che la
vivono e le danno un’anima; non c’è luogo di aggregazione vero se non sentito, per questo, dobbiamo fare il possibile per dare più vita al centro storico, rifuggendo un’apparente animazione da parco giochi, regno del falso e del kitsch, quanto la sterile creazione di un museo ingessato e rigido. Siena è una città che deve vedere nel suo futuro la conservazione dinamica come un valore e un obiettivo imprescindibile. La città è però fatta di un centro storico e delle sue periferie, l’uno imprescindibile dalle altre e viceversa: non si può ragionare a comparti stagni, solo con un disegno unitario che armonizzi tutto il territorio è possibile renderla vivibile. Nessuna parte del territorio urbanizzato deve essere trascurata andando a creare cittadini di serie A e B, e talvolta anche di serie C, a seconda di quanto vivono distanti dal centro storico. Dobbiamo essere in grado di capire come si svolge il rapporto tra i luoghi e i loro abitanti, essere dentro i desideri che ci portano a vivere la città, a farne il nostro elemento di vita quotidiana. Questo deve essere filtrato inevitabilmente dalla modernità che viviamo, quindi attraverso le difficoltà legate alla mobilita di accesso alla città, che deve essere supportata dai sevizi pubblici, dai parcheggi scambiatori e, oggi più di ieri, dal rapporto costante con le periferie.
In questi giorni è allo studio un nuovo piano del trasporto pubblico che si annuncia denso di tagli e sacrifici. Questo passaggio deve essere ben valutato e studiato a fondo dato che non si può prescindere da un sistema di mezzi pubblici funzionante, se si vuole ridurre l’uso dei mezzi privati per salvaguardare la vivibilità della città e la salute dei suoi abitanti. Nonostante le imprescindibili esigenze di bilancio dobbiamo a vere ben chiare le priorità, scegliere bene e valutare a medio e lungo termine gli effetti prodotti con chiara finalità e definizione di obiettivi: le periferie devono essere servite al meglio, con mezzi pubblici e una rivisitazione delle aree di sosta che comprenda anche la riapertura dello studio di nuove ARU e l’armonizzazione e revisione delle esistenti.
Auspichiamo, accogliamo e ci impegniamo a promuovere tutti gli atti finalizzati a vitalizzare la città, come lo è il regolamento per la concessione di benefici sotto il profilo di agevolazioni tributarie a favore di imprese che intraprendono nuove attività nel centro storico. Vogliamo però che sia prima valutato attraverso una fase di sperimentazione per poi essere allargato a tutto il territorio comunale, nella sua interezza, nella convinzione che la città è un corpo unico, e che ogni luogo sia strettamente legato al funzionamento degli altri. Le periferie devono essere vive, vivibili e attive, non quartieri dormitorio, così come il centro storico non può essere esclusivamente dedicato ad attività produttive che lo rendono affollato di giorno e spettrale di notte.
Questo consiglio comunale, che, ricordo con forza, ha totale competenza legislativa in materia urbanistica, di concerto con l’amministrazione, ha l’occasione e il dovere storico di ridisegnare il futuro della città senza visioni parziali o particolarismi, con equilibrio, progettando per la collettività, rispondendo ai suoi bisogni ma determinando un ambiente in grado di migliorarla, senza cedere a tentavi di semplificazione o derogando per la diminuzione delle risorse economiche, e di concerto, come i tempi impongono, con i comuni limitrofi, e questo non per imporre le volontà del capoluogo, ma per andare verso quelle aree vaste che consentono visioni più ampie con un’effettiva ottimizzazione delle risorse, la copianificazione è una scelta e un’opportunità irrinunciabile. La scarsità di risorse impone di potenziare la qualità progettuale e la centralità del Comune come unico garante degli interessi della collettività.
Simone Vigni – consigliere comunale Partito Democratico