Anche l'avvocato Pisaneschi nel tritacarne Antonveneta
di Red
SIENA. Si allarga il fronte delle indagini su banca MPS e le procure stanno compilando gli elenchi di nuovi indagati, mentre ci si interroga sul fatto che non si proceda al fermo di alcuni di essi.
Roma: all’accusa di manipolazione del mercato si aggiunge l’ipotesi di ostacolo alla vigilanza, come ha spiegato ieri il procuratore aggiunto Nello Rossi, titolare insieme con i pm Michele Nardi e Giorgio Orano. In un clima “di assoluta collaborazione” ha aggiunto Rossi, rappresentanti della Banca d’Italia e della Consob hanno consegnato la documentazione sul Monte dei Paschi di Siena. Già si profila la discussione sulla competenza territoriale, visto che le procure interessate oltre a Roma e Siena, sono Milano e Trani. A breve dovrebbe tenersi un vertice delle procure per definire le rispettive competenze.
Un secondo filone di indagini a Siena sta ricostruendo l’architettura finanziaria relativa all’acquisto di Antonveneta; tra manager e sindaci revisori, si ipotizzano una decina di indagati. Ci sarebbe un manager dell’Area Finanza che sta attivamente collaborando con gli inquirenti, anche per svelare i “patti segreti” che dovevano regolare la “distribuzione” della plusvalenza di tre miliardi nell’affare con il Santander (forse, avendola pagata 6,6, l’istituto iberico non poteva rinunciare ai 230 milioni di interessi che furono calcolati tra l’accordo di novembre 2007 e la sua conclusione nel maggio 2008). L’attenzione verte sull’aumento di capitale di 6 miliardi, fittizio o incompleto se dovesse risultare che il Fresh emesso da JP Morgan si riveli esclusivamente un prestito e non una partecipazione: potrebbero venire fuori, dalla lettura attenta dei contratti, particolari che renderebbero opaco il bilancio della banca, facendo scattare dei diritti ancora nascosti. Se si chiedesse l’intervento della Sec americana, tutto si potrebbe risolvere in un giorno. Negli USA sono molto drastici con i cattivi. Il Sole 24 Ore aggiunge: “Secondo fonti interne alla Fondazione Mps, tuttavia, di questa lettera non ci sarebbe ad oggi più traccia, tanto che secondo qualche dirigente potrebbe non essere mai girata alla Fondazione”. Giallo nel giallo.
Si stanno definendo, in Procura a Siena, i contorni e la posizione nella vicenda dell’avvocato Andrea Pisaneschi, primo presidente di Antonveneta nell’era MPS. In quota Forza Italia, fu costretto a dimettersi per il coinvolgimento nell’inchiesta sul crac del Credito Cooperativo Fiorentino di Denis Verdini. Scrive il Corriere della Sera: “Il management si occupava degli affari, ma all’interno del consiglio di amministrazione c’era chi avrebbe seguito ogni fase, condividendone mosse e obiettivi. È questa la convinzione degli inquirenti che stanno concentrando la propria attenzione su Pisaneschi per capire in base a quali accordi, stretti all’interno del Cda, si decise che dovesse essere proprio lui a dover guidare Antonveneta. Un’intesa politica dai contorni ancora oscuri che i magistrati vogliono esplorare per comprendere esattamente gli interessi in gioco in quel momento”. Pisaneschi ha avuto a suo tempo lo studio perquisito dalla Guardia di Finanza e gli sarebbe stato contestato il reato di emissione di fatture false in relazione a un prestito di 150 milioni di euro a due società del gruppo Btp facente capo a Riccardo Fusi.
Un terzo, nuovo filone di indagini riguarda Interbanca. All’epoca dei fatti si disse che era stata scorporata e non era stata oggetto di trattativa fra Monte e Santander. In realtà, la partita era più complessa: la banca d’affari fu prima oggetto di un passaggio infragruppo il 20 maggio 2008 (poco prima del closing del 30). Da AntonVeneta fu ceduta a Sterrebeck (società olandese della Abn, a sua volta in mano al Santander) per 894 milioni. Il 30 maggio 2008 Mps acquisì AntonVeneta per 9 miliardi, a cui si aggiunse una maggiorazione di 894 milioni per la cessione di Interbanca da Antonveneta a Sterrebeck. In sintesi: l’istituto senese pagò per intero il prezzo di Interbanca a fronte di un credito vantato nei confronti di Sterrebeck da parte di Antonveneta, che Mps aveva appena acquisito. Ecco come si arriva a contabilizzare che, con gli interessi per 230 riconosciuti agli spagnoli, il reale prezzo pagato per Antonveneta è di 10,1 miliardi. Perché nessuno è in grado di stabilire se sia avvenuta la restituzione del credito: il bilancio 2008 della banca padovana non esiste per via della fusione in MPS…
Intanto dalla Procura sarebbero partiti gli avvisi per una decina di indagati, tutti del vecchio management, che potrebbero essere interrogati a partire da lunedì (4 febbraio).
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