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Direttore responsabile Raffaella Zelia Ruscitto
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MPS: il cda approva i risultati al 30 settembre 2016

Risultato netto dei primi nove mesi pari a -849 milioni di euro, impattato da rettifiche straordinarie su crediti di 750 milioni di euro contabilizzate nel terzo trimestre

MILANO. Il Consiglio di Amministrazione di Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A. ha esaminato ed approvato i risultati al 30 settembre 2016.
I principali risultati consolidati di Conto Economico dei primi nove mesi del 2016: 1) Margine di interesse pari a 1.519 milioni di euro in flessione dell’11,6% a/a, per effetto soprattutto della dinamica negativa degli attivi fruttiferi, in particolare impieghi commerciali e portafoglio titoli (contrazione dei volumi medi e calo dei relativi rendimenti), solo in parte compensati dalla riduzione del costo della raccolta e dei volumi di raccolta.
2) Commissioni nette pari a 1.402 milioni di euro, in crescita del 3,2% a/a, grazie all’aumento dei proventi dei servizi di pagamento ed alla ottimizzazione, nell’ambito delle commissioni passive, delle componenti non commerciali, tra cui la riduzione del costo della garanzia statale sui c.d. “Monti Bond”.
3) I dividendi, proventi simili e utili (perdite) delle partecipazioni ammontano a circa 67 milioni di euro. Il risultato netto da negoziazione/valutazione di attività finanziarie è pari a circa 420 milioni di euro.
4) Oneri operativi pari a 1.929 milioni di euro, in calo dell’1,9% a/a. Le spese del personale sono pari a circa 1.239 milioni di euro in calo dell’1,4% a/a per effetto della riduzione degli organici ma soprattutto di benefici “una tantum”, contabilizzati nel secondo trimestre. Le altre spese amministrative, pari a circa 533 milioni di euro, sono in flessione del 3,9% a/a grazie alle continue iniziative di contenimento strutturale dei costi ed ai minori oneri di natura legale.
5) Rettifiche su crediti pari a 2.022 milioni di euro, in aumento del 43% a/a, per componenti non ricorrenti (750 milioni di euro di rettifiche sulle inadempienze probabili) legate alle nuove policy del credito, contabilizzate nel terzo trimestre. In assenza di tali componenti il totale rettifiche si sarebbe attestato a 1.272 milioni di euro, in diminuzione del 10,1% a/a. Le coperture medie dei
crediti deteriorati, pari al 50,6%, sono in aumento di circa 260bps t/t anche per effetto delle rettifiche non ricorrenti registrate nel trimestre. Il coverage delle inadempienze probabili è stato aumentato da 28.9% di giugno 2016 a 34.5% di settembre 2016.
6) Componenti non operative negative per 208 milioni di euro, che includono l’intera quota annuale 2016 al fondo DGS e il canone DTA (Deferred Tax Assets) calcolato sulle DTA trasformabili in credito di imposta e pari a 124 milioni di euro, dovuto sia per il 2015 (circa 70 mln di euro) sia per il 2016 (stimato in circa 72 mln di euro annui e contabilizzato pro-rata fino al 30 settembre 2016 per circa 54 mln di euro).
I principali risultati consolidati di Stato Patrimoniale:
1) Impieghi verso clientela a 105 miliardi di euro, in calo di 6,8 miliardi di euro rispetto a dicembre 2015 e di circa 2,9 miliardi di euro rispetto al 30 giugno 2016. La dinamica registrata nel terzo trimestre risente sia della riduzione dei volumi commerciali sia del calo dei crediti deteriorati netti per circa 1 miliardo di euro.
2) Raccolta diretta a 105 miliardi di euro, in calo di circa 14 miliardi rispetto a dicembre 2015 e di circa 6,6 miliardi rispetto al 30 giugno 2016. La flessione registrata nel terzo trimestre è da ricondurre alla fuoriuscita di raccolta commerciale avvenuta tra luglio e agosto, in coincidenza con le turbolenze dei mercati finanziari del comparto bancario e con la pubblicazione dell’esito dell’esercizio di stress test del Gruppo.
3) Raccolta indiretta pari a 98,4 miliardi di euro, in diminuzione di circa 8 miliardi di euro rispetto a dicembre 2015 e in crescita di 0,7 miliardi di euro rispetto a giugno 2016. La dinamica trimestrale risente della crescita del risparmio gestito (+1,4 miliardi di euro t/t) e la prosecuzione del calo della componente amministrata (-0,7 miliardi di euro t/t) in relazione alla tendenza alla conversione del risparmio dalla forma amministrata verso la forma gestita da parte della clientela.
4) Counterbalancing capacity libera pari a circa 14,6 miliardi di euro a fine settembre rispetto a 20,9 miliardi di euro al 30 giugno 2016.
5) Crediti deteriorati lordi pari a circa 45,6 miliardi di euro, in calo di 1,3 miliardi di euro rispetto a dicembre 2015 e in aumento di circa 0,26 miliardi di euro rispetto al 30 giugno 2016. Lo stock di crediti deteriorati netti risulta in flessione di circa 1,6 miliardi di euro da inizio anno, per effetto delle rettifiche non ricorrenti contabilizzate nel trimestre.
6) Common Equity Tier 1 su base transitional all’11,49% (12,11% a giugno 2016) per effetto della perdita di periodo parzialmente compensata dalla riduzione delle attività ponderate per il rischio.
I risultati di conto economico di Gruppo nei nove mesi 2016
Nei primi nove mesi del 2016 il Gruppo ha realizzato ricavi complessivi pari a circa 3.418 mln di euro, con un calo del 16,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente per effetto della flessione del margine di interesse e dell’attività di negoziazione, quest’ultima posizionata su livelli inferiori a quelli del 2015 che aveva beneficiato degli effetti del restatement dell’operazione c.d. “Alexandria” (impatto pari a circa +609 mln di euro al 30 settembre 2015). Nel terzo trimestre del 2016 i ricavi hanno registrato una contrazione del 7,4% rispetto al trimestre precedente, risentendo in particolare del minor gettito commissionale e del calo degli altri ricavi della gestione finanziaria.
Il margine di interesse dei primi nove mesi del 2016 è risultato pari a circa 1.519 mln di euro, in flessione dell’11,6% rispetto allo stesso periodo del 2015, per effetto soprattutto della dinamica negativa degli attivi fruttiferi, in particolare impieghi commerciali e portafoglio titoli (contrazione dei volumi medi e calo dei relativi rendimenti). Tale dinamica è parzialmente attenuata dalla diminuzione degli interessi passivi conseguente alla riduzione del costo della raccolta commerciale ed al rimborso degli NSF. Il contributo del terzo trimestre 2016 è risultato pari a circa 484 mln di euro, confermandosi sugli stessi livelli del trimestre precedente (-0,7%).

Le commissioni nette dei primi nove mesi del 2016, pari a circa 1.402 mln di euro, si pongono in aumento del 3,2% rispetto a quelle consuntivate nello stesso periodo dell’anno precedente, grazie alla crescita dei proventi dei servizi di pagamento ed alla  ottimizzazione, nell’ambito delle commissioni passive, delle componenti non commerciali (tra cui la riduzione del costo della
garanzia statale sui c.d. “Monti Bond”). Il contributo del terzo trimestre 2016 ammonta a circa 462 mln di euro e risulta inferiore a quello del trimestre precedente (-4,6%) a causa della contrazione dei proventi da collocamento prodotti e di quelli legati all’attività creditizia, sui quali incide anche la stagionalità tipica del periodo estivo. Stabili t/t le commissioni da servizi (servizi di pagamento e
recupero spese conto).
I dividendi, proventi simili e utili (perdite) delle partecipazioni ammontano a circa 67 mln di euro (a fronte dei circa 95 mln di euro contabilizzati nei primi nove mesi del 2015) e sono riconducibili principalmente al contributo di AXA-MPS (consolidata con il metodo del patrimonio netto). L’aggregato, che nel trimestre precedente aveva beneficiato dei dividendi rivenienti dalla partecipazione detenuta in Bankit, si mantiene sostanzialmente stabile t/t (23,3 mln di euro del terzo trimestre 2016 contro i 23,9 mln di euro del secondo trimestre 2016) grazie al contributo in crescita di AXA-MPS.
Il risultato netto da negoziazione/valutazione di attività finanziarie dei primi nove mesi del 2016 è risultato pari a circa 420 mln di euro, in riduzione rispetto ai valori registrati nello stesso periodo dell’anno precedente (-484 mln di euro circa) che beneficiava degli effetti positivi del restatement dell’operazione c.d. “Alexandria” (+605 mln di euro circa al 30 settembre 2015).
Dall’analisi dei principali aggregati risultano:
1) risultati di trading positivi per circa 155 mln di euro, in flessione rispetto a quelli conseguiti nei primi nove mesi del 2015, sui quali aveva inciso positivamente l’effetto restatement dell’operazione c.d. “Alexandria”. Il contributo del terzo trimestre 2016 risulta in leggera flessione rispetto a quello del trimestre precedente;
2) risultato FVO positivo per circa 107 mln di euro (di cui circa 39 mln di euro riferiti al terzo trimestre) dovuto principalmente alla riduzione di valore delle passività valutate al fair value (circa -6 mln di euro il valore registrato al 30 settembre 2015);
3) risultato da cessione/riacquisto positivo per circa 157 mln di euro, superiore ai valori registrati nello stesso periodo dell’anno precedente (+12% a/a). Il contributo del terzo trimestre 2016, pari a circa 29 mln di euro, è ascrivibile alle plusvalenze realizzate a fronte delle cessioni del portafoglio titoli AFS (circa 25 mln di euro, in flessione rispetto a quelle contabilizzate nel trimestre precedente che comprendevano anche la cessione della partecipazione detenuta da Banca Monte dei Paschi di Siena in VISA Europe) nonché all’utile conseguito a fronte della cessione di alcune posizioni creditizie (circa 4 mln di euro).
Contribuiscono alla formazione dei ricavi le voci:
4)  risultato netto dell’attività di copertura, pari a -1,7 mln di euro (positivo per circa 9,8 mln di euro al 30 settembre 2015);
5) altri proventi/oneri di gestione, positivi per circa 11,9 mln di euro (saldo positivo per circa 13 mln di euro nei primi nove mesi del 2015), con un contributo positivo pari a circa 2 mln di euro del terzo trimestre 2016 in flessione rispetto al trimestre precedente che aveva beneficiato del contributo connesso alla transazione in corso con CartaSì relativa all’operazione VISA Europe.
Nei primi nove mesi del 2016 gli oneri operativi sono risultati pari a circa 1.929 mln di euro, in riduzione dell’1,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il terzo trimestre 2016 ha inciso per circa 650 mln di euro, registrando una crescita del 2,6% rispetto al secondo trimestre 2016 ascrivibile alla dinamica delle spese del personale e degli ammortamenti. Esaminando in dettaglio i singoli aggregati emerge quanto segue:
Le spese amministrative si sono attestate a circa 1.772 mln di euro (-2,1% a/a) con un impatto di 595 mln di euro del terzo trimestre 2016 che si pone in aumento del 2,2% rispetto al trimestre precedente. All’interno dell’aggregato:
1) le spese del personale, che ammontano a circa 1.239 mln di euro, si pongono in flessione annua dell’1,4% (circa -17 mln di euro) per effet della riduzione degli organici ma soprattutto di benefici “una tantum” realizzati nel secondo trimestre 2016. Nel terzo
trimestre 2016 sono state effettuate contabilizzazioni per circa 418 mln di euro, superiori del 3,7% rispetto alle spese del trimestre precedente che avevano beneficiato degli effetti non ripetibili sopra citati.
2) le altre spese amministrative sono risultate pari a circa 533 mln di euro, in flessione del 3,9% rispetto ai primi nove mesi del 2015 grazie soprattutto alle iniziative di contenimento strutturale della spesa (che hanno interessato, in particolare, la gestione del comparto immobiliare/sicurezze) ed ai minori oneri di natura legale. Le spese contabilizzate nel terzo trimestre 2016 ammontano a circa 177 mln di euro e risultano di poco inferiori a quelle del trimestre precedente (-1,1%).
Gli ammortamenti dei primi nove mesi del 2016 sono risultati pari a circa 157 mln di euro, di poco superiori ai valori registrati nello stesso periodo dello scorso anno (+0,4%), con una riduzione a/a della componente legata alle attività materiali ed un incremento di quella riferita alle immobilizzazioni immateriali. La quota del terzo trimestre 2016 è stata superiore a quella del trimestre precedente (+6,8%), per effetto dei maggiori ammortamenti connessi allo sviluppo delle piattaforme informatiche.
Per effetto delle dinamiche sopra descritte, il risultato operativo lordo del Gruppo risulta pari a  circa 1.488 mln di euro (circa 2.131 mln di euro quello relativo ai primi nove mesi del 2015), con un contributo di 423 mln di euro del terzo trimestre 2016, in calo del 19,5% sul trimestre precedente.
Nei primi nove mesi del 2016 il Gruppo ha contabilizzato rettifiche nette di valore per deterioramento crediti, attività finanziarie e altre operazioni per circa 2.019 mln di euro, superiori del 42,4% rispetto a quelle registrate nello stesso periodo dell’anno precedente. Le rettifiche di valore nette del 3° trimestre, che ammontano a circa 1.302 mln di euro (+934 mln di euro Q/Q), includono circa 750 mln di euro di rettifiche dovute alla modifica della metodologia di calcolo del fondo attualizzazione delle inadempienze probabili ed all’innalzamento della soglia per la valutazione analitica delle inadempienze probabili, tenuto conto delle indicazioni contenute nella
“Draft guidance to banks on non – performing loans” pubblicata da BCE nello scorso mese di settembre. Escludendo tali elementi le rettifiche di valore nette del trimestre si attesterebbero a circa 552 mln di euro, con una crescita del 49,9% Q/Q (+184 mln di euro circa) ascrivibile sia alla lieve crescita degli “ingressi a default da crediti in bonis”, sia alla sensibile contrazione delle “uscite
verso crediti in bonis” nonché ad incrementi di coperture principalmente nel comparto Inadempienze Probabili.
Il rapporto tra le rettifiche nette di valore per deterioramento crediti dei primi nove mesi del 2016 annualizzate ed i crediti verso clientela esprime un tasso di provisioning di 258 p.b., che si riduce a circa 162 bps escludendo l’impatto delle variazioni delle policy sui crediti.
Conseguentemente, nei primi nove mesi del 2016 il risultato operativo netto del Gruppo è risultato negativo per circa 530 mln di euro (impattato peraltro dagli effetti delle modifiche delle policy sul credito) a fronte di un valore positivo di circa 713 mln di euro registrato nello stesso periodo dell’anno precedente su cui hanno inciso anche gli effetti positivi del restatement dell’operazione c.d. “Alexandria”.
Alla formazione del risultato di periodo concorrono poi le voci:
1) Accantonamenti al fondo rischi e oneri, si registra un saldo negativo pari a -3,6 mln di euro a fronte di -5,3 mln di euro contabilizzati nei primi nove mesi del 2015. Sulla dinamica trimestrale dell’aggregato ha inciso da un lato il rilascio, avvenuto nel secondo trimestre 2016, di alcuni fondi stanziati a fronte di rischi che sono venuti meno o che si sono manifestati in misura inferiore a quanto precedentemente previsto e dall’altro i maggiori accantonamenti per rischi legali effettuati nel terzo trimestre 2016.
2) Utili da partecipazioni, pari a circa 9 mln di euro (di cui 1,6 mln di euro riferiti al terzo trimestre) riconducibili prevalentemente alla plusvalenza realizzata a fronte della cessione di Fabrica Immobiliare SGR avvenuta nel primo trimestre 2016. Il risultato di circa 127 mln di euro realizzato nei primi nove mesi del 2015 era dovuto alla cessione della partecipazione in Anima Holding SpA.
3) Rischi e oneri connessi a SRF, DGS e schemi similari, saldo pari a circa -102 mln di euro costituito per circa -72 mln di euro dall’intero contributo a carico del Gruppo dovuto al Fondo di Risoluzione Unico (calcolato dal Comitato Unico di Risoluzione per l’anno 2016 e già contabilizzato nel primo trimestre dell’anno) e per la parte rimanente, pari a circa -30 mln di euro, riferibili alla quota ordinaria da riconoscere al FITD (DGS), contabilizzata nel corso del terzo trimestre.
4) Canone DTA, pari a circa -124 mln di euro. L’importo, determinato secondo i criteri del DL 59/2016 convertito in Legge n. 119 del 30 giugno 2016, rappresenta il canone sulle DTA (Deferred Tax Assets) trasformabili in credito di imposta dovuto sia per il 2015 (circa 70 mln di euro) sia per il 2016 (stimato in circa 72 mln di euro annui e contabilizzato pro-rata fino al 30 settembre 2016 per circa 54 mln di euro).
5)  Utili da cessione di investimenti, pari a circa 13 mln di euro (circa 2 mln di euro gli utili realizzati nei primi nove mesi del 2015). L’incremento deriva dalla plusvalenza realizzata a luglio dalla Capogruppo a fronte della cessione di un immobile a Milano.
Per effetto delle dinamiche sopra evidenziate, nei primi nove mesi del 2016 il risultato dell’operatività corrente al lordo delle imposte del Gruppo è stato pari a circa -738 mln di euro (su cui incidono gli effetti delle modifiche alle policy sul credito) in calo rispetto ai livelli del 2015 (che peraltro comprendeva l’effetto positivo del restatement dell’operazione c.d. “Alexandria” pari a circa 714 mln di euro), con un incidenza del terzo trimestre 2016 di 939 mln di euro.
Le imposte sul reddito dell’esercizio dell’operatività corrente sono pari a circa -85 mln di euro in quanto la Capogruppo, oltre a non iscrivere DTA sulla perdita fiscale emergente dalla presente situazione trimestrale per un importo di 236,7 mln di euro, ha operato una parziale svalutazione anche delle DTA relative alle perdite fiscali pregresse per 256,1 mln di euro, in applicazione di
un’evoluzione metodologica nel criterio di stima di recuperabilità delle stesse (cd. probability test).
Considerando gli effetti netti della PPA (circa -24 mln di euro) e l’utile di pertinenza di terzi (-1,4 mln di euro), la perdita consolidata del Gruppo relativa ai primi nove mesi del 2016 ammonta a circa -849 mln di euro (con un contributo negativo di circa 1.151 mln di euro del terzo trimestre 2016 impattato dalla modifica delle policy sul credito) a fronte di un risultato positivo pari a circa 585 mln di euro conseguito nello stesso periodo del 2015 (di cui circa 500 mln di euro relativi agli effetti positivi del restatement dell’operazione “Alexandria” e circa 120 mln di euro riferiti alla plusvalenza realizzata a fronte della cessione a Poste Italiane della quota partecipativa in Anima Holding SpA).
Gli aggregati patrimoniali di Gruppo nei nove mesi 2016
Al 30 settembre 2016 i volumi di raccolta complessiva del Gruppo sono risultati pari a circa 204 mld di euro (-9,6% rispetto al 31 dicembre 2015) con una riduzione delle masse nel terzo trimestre di circa 6 mld di euro, concentrata nella componente diretta.
I volumi di raccolta diretta, che al 30 settembre 2016 si sono attestati a circa 105 mld di euro (- 13,8 mld di euro rispetto ai valori di fine 2015), hanno registrato nel terzo trimestre 2016 una diminuzione di circa 6,6 mld di euro con le maggiori riduzioni concentrate nei conti correnti e obbligazioni mentre i pronti contro termine risultano in crescita. La dinamica trimestrale in riduzione della raccolta diretta è da ricondurre alla fuoriuscita di raccolta commerciale avvenuta tra luglio e agosto, in coincidenza con le turbolenze dei mercati finanziari del comparto bancario e con la pubblicazione dell’esito dell’esercizio di stress test effettuato dal Gruppo.

La raccolta indiretta si è attestata a fine settembre a circa 98,4 mld di euro, in crescita di 0,7 mld di euro rispetto al 30 giugno 2016 con dinamica positiva nell’ambito del risparmio gestito (+1,4 mld di euro t/t) mentre si conferma la prosecuzione della componente amministrata (-0,7 mld di euro t/t) in relazione alla tendenza della clientela di conversione del risparmio a forma gestita. Il confronto
con il 31 dicembre 2015 evidenzia una contrazione complessiva delle masse di circa 8 mld di euro a fronte della crescita del risparmio gestito (di oltre 1 mld di euro) mentre si pone in sensibile riduzione il risparmio amministrato penalizzato per circa 7 mld di euro dagli effetti dell’operazione di fusione per incorporazione di un grande cliente che non ha avuto comunque impatti a conto economico.
Per quanto concerne il risparmio gestito, che ammonta a circa 57 mld di euro, l’aggregato si pone in crescita sia rispetto a giugno 2016 (beneficiando anche di un recupero dell’effetto mercato) che a fine dicembre 2015. All’interno dell’aggregato l’incremento trimestrale dei volumi è concentrato nel comparto Fondi mentre la bancassurance si mantiene stabile.
Al 30 settembre 2016 i crediti verso la clientela del Gruppo si sono attestati a circa 105 mld di euro, in riduzione di 6,8 mld di euro rispetto a fine 2015 e di 2,9 mld di euro sul 30 giugno 2016. La contrazione dell’aggregato registrata nel terzo trimestre è concentrata sul comparto mutui (dove le scadenze non sono state completamente sostituite da nuove erogazioni) e nei conti correnti. Si pongono inoltre in riduzione i crediti deteriorati (circa -1 mld di euro t/t) quale effetto combinato dell’attività ordinaria (che registra per il quarto trimestre consecutivo una contrazione dei volumi) e di rettifiche (pari a circa 750 mln di euro) riferite alla modifica della metodologia di calcolo del fondo attualizzazione delle inadempienze probabili ed all’innalzamento della soglia per la valutazione
analitica delle inadempienze probabili, tenuto conto delle indicazioni contenute nella “Draft guidance to banks on non – performing loans” pubblicata da BCE nello scorso mese di settembre.
L’aggregato è stato sostenuto nei primi nove mesi del 2016 da nuove erogazioni per circa 5,8 mld di euro (+1% a/a) sul comparto a medio-lungo termine, sia famiglie che aziende, con un contributo di circa 1,7 mld di euro del terzo trimestre 2016 in flessione rispetto al trimestre precedente. L’esposizione dei crediti deteriorati lordi del Gruppo al 30 settembre 2016 è risultata pari a 45,6 mld di euro, con un lieve incremento (+0,26 mld di euro) rispetto a fine giugno 2016. La dinamica trimestrale registra un incremento degli ingressi da bonis ed una contrazione delle uscite verso bonis, mentre il confronto annuo dei flussi come sopra definiti risulta in calo di oltre il 60%.
Al 30 settembre 2016 l’esposizione netta in termini di crediti deteriorati del Gruppo si è attestata a 22,5 mld di euro registrando una flessione di circa 1,6 mld di euro da inizio anno (-1 mld di euro rispetto al 30 giugno 2016). All’interno dell’aggregato, nel terzo trimestre aumenta l’incidenza delle sofferenze nette (che passa dal 9,8% di giugno 2016 a 10,4% del 30 settembre 2016) a fronte di una sensibile riduzione dell’incidenza delle Inadempienze Probabili (-100 bps) sulla cui dinamica hanno inciso le rettifiche non ricorrenti contabilizzate al 30 settembre 2016.
Al 30 settembre 2016, la percentuale di copertura dei crediti deteriorati si è attestata al 50,6% in aumento di circa 260 bps rispetto al secondo trimestre 2016 per effetto anche delle rettifiche non ricorrenti principalmente riferibili alle modifiche intervenute nelle policy del credito contabilizzate nel terzo trimestre 2016, come sopra indicato. Esaminando i singoli aggregati di credito anomalo, si registra nel terzo trimestre, una sostanziale stabilità del grado di copertura delle sofferenze (pari al 61,4% a fine settembre 2016) mentre si pone in aumento soprattutto il coverage delle Inadempienze Probabili (da 28,9% di giugno a 34,5% di fine settembre) a conferma degli effetti derivanti dalle rettifiche non ricorrenti più sopra citate, contabilizzate a fine trimestre. La copertura delle Esposizioni Scadute Deteriorate si attesta a 22,8% rispetto a 21,6% di fine giugno.
Al 30 settembre 2016 le attività finanziarie negoziabili del Gruppo sono risultate pari a circa 36 mld di euro sugli stessi livelli di fine giugno 2016. Le passività finanziarie di negoziazione sono diminuite nel terzo trimestre 2016 di circa 2 mld di euro.
A fine settembre 2016 la posizione interbancaria netta del Gruppo si è attestata a 18 mld di euro in raccolta, con un aumento di circa 6 mld di euro rispetto al saldo registrato 30 giugno 2016 per effetto dell’incremento dell’esposizione sul TLTRO2.
Al 30 settembre 2016 la posizione di liquidità operativa presenta un livello di Counterbalancing Capacity non impegnata pari a circa 14,6 mld di euro, rispetto a 20,9 mld di euro al 30 giugno 2016, in relazione alle tensioni sulla raccolta commerciale registrate nei mesi di luglio ed agosto.
Al 30 settembre 2016 il Patrimonio netto del Gruppo e di pertinenza di terzi risulta pari a circa 8.772 mln di euro in peggioramento di circa 851 mln di euro rispetto ai livelli di fine 2015 e di circa 1.183 mln di euro sul 30 giugno 2016. La dinamica trimestrale è riconducibile alla perdita di periodo ed alle riserve da valutazione.
Rispetto al 31 dicembre 2015, il CET1 registra una diminuzione (circa -654 mln di euro) principalmente per effetto della perdita di periodo. Il Tier1 diminuisce per circa -1.035 mln di euro. Il Tier2 si pone, invece, in diminuzione (circa -501 mln di euro) principalmente per effetto dell’ammortamento regolamentare dei titoli subordinati previsto da Basilea 3. Complessivamente il livello di Total Capital diminuisce di -1.536 mln di euro.
Gli RWA registrano una diminuzione (circa -2.537 mln di euro) soprattutto per la riduzione del rischio di credito e controparte dovuta all’evoluzione del portafoglio creditizio performing. Alla luce di quanto esposto i ratios patrimoniali su base transitional, al 30 settembre 2016, risultano in riduzione rispetto al 31 dicembre 2015, confermandosi comunque al di sopra delle soglie minime richieste, nell’ambito dello SREP, dall’Autorità di Vigilanza.

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