L'ex sindaco Ceccuzzi non ha rinnovato nulla nel Monte
di Red
SIENA. Risibile affermazione di Pierluigi Bersani ieri ad Albano per un incontro con le associazioni di volontariato sulle responsabilità del suo partito nella gestione della banca Monte dei Paschi di Siena, dove dal 1995 comanda una Fondazione locale nominata da sindaco e presidente della provincia di Siena che, dal secondo dopoguerra ad oggi sono stati tutti esponenti nominati dal partito Pci-Ds-Pd: “Nessuna responsabilità del Pd, per l’amor di Dio… il Pd fa il Pd e le banche fanno le banche”. Aggiungendo poi “Francamente il Pd non c’entra un accidente, il sindaco prima di andarsene (Ceccuzzi, ndr) ha anche promosso il rinnovamento. Il Pd fa il Pd, e le banche fanno le banche”. Il segretario del Pd risulta male informato. Il rinnovo nella carica di presidente del MPS lo ha fatto solo ed esclusivamente lo statuto dell’istituto di credito, che vieta il terzo mandato consecutivo al presidente uscente. E Mussari era stato nominato la prima volta nel 2006, poi rinnovato nel 2009. Il segretario del Pd ha soltanto sponsorizzato e sostenuto la candidatura di un altro esponente dell’area Pd, Alessandro Profumo, ex presidente di Unicredit.
La Repubblica, 22 settembre 2010: Neanche il tempo di uscire dalla porta secondaria di Piazza Cordusio e Alessandro Profumo finisce nel totonomi dei futuri leader del Pd. La suggestione del Papa straniero, rilanciata da Walter Veltroni, lo precipita nella mischia, suo malgrado”. Prosegue Goffredo De Marchis: “Per due volte Profumo si è messo in fila e ha votato alle primarie del centrosinistra. La prima nel 2005 quando fu scelto Romano Prodi. La seconda nel 2007, quando la moglie Sabina Ratti si candidò con Rosy Bindi per entrare nell’assemblea nazionale del Pd. Una partecipazione attiva, pubblica, trasparente”. Per la cronaca, la discesa in campo di Profumo nell’agone politico col PD non si realizzò per l’effetto negativo dei risultati della gestione di Profumo in Unicredit. Aumenti di capitale mal digeriti dagli azionisti, erosione costante del valore del titolo in borsa fino a che è stato sfiduciato: “L’amministratore delegato Profumo, dopo quindici anni nel gruppo, è stato alla fine sfiduciato dal board, al termine di una giornata snervante, fitta di notizie e smentite sulle sue dimissioni, circolate prima del Cda straordinario fissato nel tardo pomeriggio. «C’è stata una richiesta di dimissioni da parte del Consiglio di amministrazione di Unicredit, e mio marito si è dimesso firmando questa richiesta» ha detto a tarda serata la moglie del top manager, Sabina Ratti”, dal Corriere della Sera del 21 settembre 2010.
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