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Direttore responsabile Raffaella Zelia Ruscitto
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Il Pd riparte dall’autocritica e dall’analisi politica

SIENA. “Il Pd deve aprirsi e deve cambiare”. E’ questo il senso politico del voto del 6 e 7 giugno, secondo Franco Ceccuzzi, segretario comunale del Pd di Siena. Ieri (25 giugno) nel corso dell’assemblea dei democratici Ceccuzzi ha aperto la riunione con una relazione dura e critica sulle motivazioni del decremento registrato dal Pd in città e in Provincia di Siena.

Il Pd in città

“Tutto è in discussione – ha affermato Ceccuzzi – nel modo di essere del partito, dai gruppi dirigenti, agli amministratori locali, all’insufficiente radicamento, alla debolezza della proposta politica, al carattere popolare che un partito come il nostro dovrebbe trasmettere con maggiore coerenza. Sembriamo un partito di élite mi è stato rimproverato in campagna elettorale. A Siena esprimere la più larga parte, in misura quasi esaustiva, delle persone che hanno incarichi di governo in città è in primo luogo una responsabilità che anziché rafforzare i nostri legami con la società senese, rischia di trasformarsi in un lento ma inesorabile logoramento”.

L’analisi del voto

“Se siamo – ha continuato Ceccuzzi – a mettere in luce le criticità del Pd senese è perché siamo in piedi e non ci accontentiamo di stare nella media della perdita dei consensi. Del voto vogliamo cogliere gli umori, leggere le tendenze e gli spostamenti politici e culturali della società che non si fida della destra locale, ma si sposta a destra lo stesso, come accade nel resto del Paese. Qualora il Pdl trovasse un approdo in un candidato compatibile, ancor quando lontano politicamente e culturalmente da sé, le condizioni competitive dell’alternanza crescerebbero in misura esponenziale. Sarà questa la sfida che avremo davanti da oggi in poi per vincere le elezioni del 2011”.

Gli obiettivi

“Il nostro obiettivo – ha proseguito Ceccuzzi – è quello di sostenere, persino con maggiore forza, il sindaco Maurizio Cenni e la giunta. Sarà molto importante approvare il regolamento urbanistico, uno strumento di programmazione e di regolazione quanto mai utile alla città in un momento di grave recessione come questo. Siena ha forze da mettere in campo ed ha potuto affrontare la crisi meglio di molte altre – grazie alle scelte del bilancio del Comune, al bando straordinario della Fondazione ed alla ricapitalizzazione di Fises – ma ha bisogno di trovare nuove strade di crescita, individuando subito nuove misure anticrisi per l’autunno e delineando una nuova prospettiva di sviluppo per il futuro. Questa è la prima grande risposta che l’opinione pubblica senese attende da tutti i nostri amministratori ed in particolare dai primi atti della nuova giunta provinciale”.

“Con Bezzini presidente – ha sottolineato il segretario del Pd di Siena – e l’insediamento della nuova giunta provinciale, apre un nuovo ciclo anche la Camera di Commercio con la Presidenza di Massimo Guasconi. Il nostro partito non può che mettersi al servizio di un metodo di lavoro improntato alla massima collaborazione tra il Comune, la Provincia, la Camera di Commercio, attori ordinari nella crisi, soggetti di diritto pubblico. Essi, diversamente da tante altre città italiane, hanno il privilegio di essere affiancati e supportati da un soggetto di diritto privato, che trae origine nella storia della comunità senese e che questa classe dirigente ha saputo preservare nella sua autonomia”.

Il Pd in città: come deve essere

“Il Pd – ha continuato il segretario – che vogliamo costruire deve essere più aperto, più dinamico, più creativo e, anche più simpatico. Troppe volte mostriamo il volto triste, che non trova momenti di giovialità nella pratica politica quotidiana. Governare può anche portare a momenti di sofferenza. Le responsabilità che abbiamo non ci consentono leggerezze, ma non sarà il grigiore a preservarci dalla superficialità. Serve uno spirito di squadra diverso, maggiore coesione, una solidarietà sincera nella condivisione di un destino comune. La coscienza del limite nella lotta politica interna perché l’incessante ricerca di spostare gli equilibri logora l’immagine del partito anche su chi trasmette passione autentica, non ha mire di potere, rende un servizio disinteressato al partito, come alla città. Non c’era stato un giorno prima di assumere questo incarico in cui mi fosse venuta meno la certezza dell’utilità del mio impegno politico. Al contrario in questi dodici mesi sono stato spesso travolto da un senso di frustrazione, da una riduzione progressiva dell’autostima nei confronti di un incedere del partito che non mi convinceva appieno, e che spesso, addirittura, non mi apparteneva”.

La fine di un percorso alla guida del Pd di Siena: le ragioni

“Posso – ha continuato Ceccuzzi – aprire finalmente il cuore e condividere con voi questo stato d’animo perché non ho niente da chiedere, sono al termine del mio impegno di segretario. Lo ritengo utile per il partito che ha bisogno di mettere in campo forze nuove e e fresche. Verrà così anche meno un teorema che è stato vigliaccamente ideato nella lotta politica interna, che è stato mutuato dalla torbida pubblicistica sulla presunta casta di Siena e che ha trovato al nostro interno sorrisini compiacenti ed una stolta sicumera di aver indebolito un avversario interno, senza rendersi conto che simpatizzare per la Lega di Pierluigi Piccini significa incoraggiare la ricostruzione di un clima velenoso come quella del 1993. Il 6 e 7 giugno, infatti, la Lega ha raccolto il voto delle liste civiche e degli “amici” di Pierluigi Piccini”.

“La Lega cittadina, – ha proseguito Ceccuzzi – come ha dimostrato il bizzarro comunicato su chi Simone Bezzini avrebbe dovuto mettere e non mettere in giunta, è diventata l’ufficio stampa di Piccini, il cui ritorno in scena è chiaro ed evidente, per saldare liste civiche e Pdl. Un disegno insidioso che non ci assolve da nessuno dei nostri difetti, di cui dirò, ma consapevoli che a cavalcare l’onda lunga che premia la Lega c’è una vecchia conoscenza. Un fatto che va denunciato perché ne sminuisce il carattere innovativo e lo ricolloca nel riciclaggio politico di cui Piccini è un malato patologico. In secondo luogo quando la tesi della casta venisse legittimamente accreditata dall’interno del Pd, la risposta non potrebbe essere che fuori dal gruppo dirigente perché verrebbe logorata la credibilità di tutti. In terzo luogo è poco credibile che la ramificazione della casta parta dal sottoscritto che è figlio unico, nipote di mezzadri, e come è noto, di famiglia di modeste origini, e privo di parentele di ogni ordine e grado impiegate e da impiegare in incarichi di ogni ordine e grado”.

Le responsabilità interne al Pd di Siena e l’individuazione di un nuovo segretario

“La nostra passività – ha sottolineato Ceccuzzi – ci è costata anche molti voti. E’ stata impressa al sottoscritto la volontà di arrogarsi ogni decisione, e con rinnovata pratica stalinista, si è cercato di etichettare tutto il rinnovamento che abbiamo promosso, e che è stato democraticamente legittimato dal voto popolare, come privo di autonomia e di soggettività. L’ultima esalazione che sale dalle fogne senesi per avvelenare il clima interno al Pd, mi annovera tra i candidati alla presidenza della Fondazione Mps. Forse domani a Rettore, e dopodomani a prendere il posto dell’Arcivescovo. Se perdura questa clima interno siamo vicini ad imboccare una strada che porta ad una deriva fiorentina, con esito pratese.

“Decideremo – ha detto il segretario del Pd di Siena – insieme i tempi ed il percorso per eleggere un nuovo segretario. In ogni caso non si potrà arrivare a febbraio. In tal caso chiederò a quest’assemblea di cambiare il segretario prima che parta la stagione congressuale. Abbiamo davanti la conclusione di una fase Pd e l’avvio della campagna congressuale che avrà il compito di scegliere il gruppo dirigente che lo guiderà verso le elezioni regionali del 2010 e quelle cittadine del 2011. Possiamo e dobbiamo fare del Pd quel partito di donne e di uomini al servizio della città, come era scritto nel manifesto della conferenza programmatica. E’ quello che chiede Siena”.

Le prospettive per il futuro di Siena

“Corrado Passera – ha detto Ceccuzzi – ha scritto nei giorni scorsi che ‘in tutto il mondo la classe dirigente ha una priorità assoluta: riavviare la crescita e ricreare fiducia per uscire dalla grave recessione ed evitare che diventi recessione. Questo è ciò che dobbiamo fare anche a Siena. Nella nostra città La terziarizzazione può costituire parte di un normale processo di sviluppo, ma può divenire un grave problema quando come nel caso della nostra regione la perdita di peso dell’industria si accompagna anche una altrettanto significativa perdita di quote di mercato delle esportazioni che non viene compensato dallo sviluppo turistico. Proprio per il settore turistico le stime disponibili sul 2008 fanno segnare un calo delle presenze dello 0,7, ma con differenze sostanziali nel territorio toscano perché se registriamo una crescita nelle destinazioni balneari, in campagna ed in montagna, arretrano le città d’arte-affari e le strutture termali. Ad essere penalizzata è soprattutto la componente alberghiera con un meno 5,7 per cento. E’ da apprezzare particolarmente quindi l’iniziativa del Comune che ha ridefinito Siena la città del Sì, con un programma di eventi lungo quasi un anno per le celebrazioni del costituto Le terre di Siena necessitano, in ogni caso, di un rilancio con una scrollata di modernità che parta da una promozione più al passo con i tempi”.

“La nostra città – continua Ceccuzzi – ha indubbie forze da mettere in campo ed ha potuto affrontare la crisi meglio di molte altre – grazie alle scelte del bilancio del Comune, al bando straordinario della Fondazione ed alla ricapitalizzazione di Fises – ma ha bisogno di trovare nuove strade di crescita, perché, come abbiamo visto, la recessione arriva a toccare anche i suoi settori chiave e vive, dentro la crisi, anche la stagione più difficile della sua Università e del suo Policlinico, sui quali dovremo ritornare presto a discutere in questa sede e con la città. In tutti i settori ed in tutto il mondo la concorrenza comunque aumenterà e se non ci attrezziamo come sistema territoriale, tra città e provincia, rischiamo di approfittare meno degli altri della prossima fase positiva o di pagare più degli altri il prolungarsi di quella negativa”.

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