FIRENZE. «Toscana terra di Grandi Incompiute: il Sole24Orela relega al penultimo posto per capacità realizzativa delle opere di valore superiore ai 100 milioni di euro ma la fonte primaria, Ance e il suo sito Sbloccacantieri.it, individua nella provincia di Siena davvero troppe opere in stallo. E senza infrastrutture è minacciato il futuro del territorio, della regione e quello del Paese»: a suonare l’allarme, all’indomani del grido di preoccupazione lanciato a livello nazionale dagli imprenditori riuniti alle Ogr di Torino, sono i vertici toscani di Forza Italia – il coordinatore regionale onorevole Stefano Mugnai e il capogruppo azzurro in Regione Maurizio Marchetti – che mettono sotto accusa il paniere di quanto non realizzato sinora in Toscana a livello infrastrutturale ma anche le penalizzazioni di uno stop alle grandi opere come quello ipotizzato da parte della maggioranza di governo. Lo spunto è offerto dalla ricognizione sullo stato delle opere pubblicata ieri dal Sole24Ore da fonte Ance.
Il quotidiano di Confindustria pubblicava a pagina 2 una infografica di elaborazione dati Ance/Sbloccacantieri.it sulle opere di importo superiore ai 100 milioni di euro ad oggi bloccate in Italia. Sono in tutto 27, valore complessivo 24,6 miliardi di euro, e la Toscana risulta seconda nel triste podio (davanti c’è la Liguria) a causa dello stallo del sistema tangenziale lucchese (118 milioni di euro secondo Ance che aggrega gli stanziamenti per il primo stralcio del progetto, 84 milioni, a quelli per il secondo stralcio), della Tirrenica (1 miliardo e 800 milioni circa) e, parte del leone benché imbalsamato, della terza corsia A11 tra Firenze e Pistoia (3 miliardi circa).
Poi però: «Siamo andati ad approfondire direttamente sul sito Ance Sbloccacantieri.it – raccontano Mugnai e Marchetti – e abbiamo dovuto prendere atto che in stallo, in bilico o comunque ferme ci sono anche una serie di opere minori se viste in ottica complessiva, ma necessarie a chi vive e lavora sul territorio oltre che certamente fonte di mitigazione del disagio da malassorbimento veicolare generato dallo stop dei grandi cantieri. Nell’elenco per quanto riguarda la provincia di Siena trovano posto l’adeguamento dell’Autopalio, la modernizzazione della rete ferroviaria nel suo complesso, la variante Monteroni-Monsindoli, oltre al Ponte sull’Ombrone nei pressi di Buonconvento di cui si evidenziano le limitazioni alla percorribilità».
Ma di cattiva mobilità si muore: «Muore lo sviluppo dell’area senese, muoiono i territori, non si attraggono investimenti – elencano in casa Forza Italia – e quindi si compromettono occupazione e possibilità di crescita. E una cosa è evidente: se oggi è possibile per il governo rimettere in discussione alcune opere anche grandi, in Toscana è perché la sinistra sin qui non ha saputo o voluto realizzarle con anni e anni di slittamenti. Altrimenti sarebbero già belle e fatte o in stato di avanzamento tale da renderne impossibile la revisione. Invece qui si ferma sul fermo. La responsabilità politica è chiara».