Intervista del Cittadino allo storico Consigliere Comunale d'opposizione
SIENA. Quattro chiacchiere con Marco Falorni, uno dei consiglieri “anziani”, che ha fatto la storia dell’opposizione a Siena. Una opposizione coerente, pacata, fatta di impegno costante.
Marco Falorni, tanti anni da consigliere comunale, sempre all’opposizione. Ci sono state delle soddisfazioni? E cosa l’ha spinta a candidarsi a sindaco cinque anni fa, nel 2013?
La soddisfazione consiste nell’aver sempre fatto da punto di riferimento per i cittadini, ed aver prodotto migliaia di atti pubblici, fra interrogazioni, mozioni, richieste di accesso agli atti, interventi pronunciati in aula e nelle commissioni consiliari.
Le soddisfazioni in senso stretto sono state poche, perché al momento del voto sulle mie proposte, il PD non ha mai guardato al merito ma alla provenienza della proposta stessa, con un atteggiamento assolutamente pregiudiziale. Una piccola ma significativa soddisfazione consiste nell’essere riuscito a far intitolare il nuovo policlinico a Santa Maria alle Scotte, perpetuando così il patrocinio di Maria sulla sanità senese, che dura da undici secoli.
Cinque anni fa mi candidai a sindaco con la mia lista civica, perché la coalizione di Eugenio Neri era troppo eterogenea e poco coesa.
C’è stato un tema a lei particolarmente caro che ha seguito in tutti questi anni? Ha raggiunto l’obiettivo sperato o è stata una battaglia persa? E perché?
Mi sono occupato di tante cose, ma direi che il filo conduttore è stato costituito dall’attenzione al decoro urbano, fondamentale per una città di cultura e turistica come Siena, tema collegato con l’ambiente, la sicurezza e la salvaguardia del patrimonio artistico. Il PD ha sempre sottovalutato queste tematiche, divulgando per anni la novella della città sicura, sana e sostenibile.
Spesso in città si dice che anche l’opposizione si sia resa responsabile, per connivenza, dei danni fatti dal partito al potere, Lei ritiene che il ruolo dell’opposizione in consiglio comunale, in questi anni difficili a Siena, sia stato ben svolto o ha notato, a volte, delle cadute di “azione” che hanno di fatto favorito il “sistema Siena”? Ci può raccontare un episodio che le ha lasciato qualche perplessità?
L’opposizione, in genere, ha fatto il possibile. E’ però vero che ci sono stati alcuni anni in cui i rappresentanti del centrodestra hanno votato con il PD su temi fondamentali, quali i documenti sulla Fondazione Monte dei Paschi. Di queste scelte disastrose il PD porta la massima responsabilità, ma non sono esenti da colpe neppure i suoi vecchi alleati in maggioranza, ed anche in quella parte di opposizione che subiva l’influenza della politica verdiniana in Toscana. Tutti questi soggetti politici sono oggi riuniti in un raggruppamento di liste civiche, imbottite di personaggi che improvvisamente si sono scoperti improbabili oppositori.
Ha affrontato questa campagna elettorale a sostegno del candidato sindaco Luigi De Mossi. Perché questa scelta?
Perché il centrodestra senese, oggi finalmente depurato dai tentennamenti del passato, si è unito intorno a questo bravo professionista, autentica espressione della società civile. Personalmente resto civico e non iscritto a partiti, ho aderito quindi alla lista “Voltiamo pagina”, autentica espressione del migliore civismo senese. Ci tengo a sottolineare che nello schieramento di De Mossi, sia fra i candidati, sia un domani nella eventuale giunta, non ci sono e non ci saranno personaggi che hanno ricoperto un qualsiasi ruolo nel nefasto periodo del cosiddetto “groviglio armonioso”. Fra i principali competitori, chi può dire altrettanto?
Se entrerà in consiglio comunale, quali saranno i suoi primi obiettivi politici, qualora si trovasse nei banchi della maggioranza?
Naturalmente ripartirò dal decoro urbano, fondamentale per riqualificare l’immagine della città, con risvolti importanti anche sul piano economico. Spingerò per la istituzione vera ed effettiva del vigile di quartiere in tutte le aree cittadine. E porterò avanti tematiche tutte collegate e conseguenti, quali pulizia della città, cultura, turismo, lavoro, razionalizzazione di traffico e sosta e quindi miglioramento della qualità della vita dei senesi.
Spero davvero che, dopo 74 anni di governo della sinistra, Siena si liberi delle sue paure, volti pagina e torni a rilanciarsi, prima di tutto come quella capitale del sapere che è stata per secoli.