SIENA. (a. m.) Agostino Megale, segretario nazionale della Fisac Cgil a margine della tavola rotonda svoltasi questo pomeriggio al congresso regionale toscano del sindacato, alla quale hanno partecipato anche l’ex ministro dell’economia Pier Carlo Padoan e Stefano Fassina, esponente di Leu, ha dichiarato che “Banca Montepaschi ha i fondamentali sani, ha ripreso la via del risanamento dopo l’intervento pubblico di un anno fa. Indubbiamente questa situazione generale dello spread pesa sulle banche e a maggior ragione pesa su Mps – ha proseguito – però nulla può essere attribuibile né al gruppo dirigente né a chi sta portando avanti il piano di risanamento, il piano industriale. Per questo dico attenzione a chi nella politica immagina che sparare contro le banche o contro Mps porti consensi e voti. Nel breve termine può’ avvenire ma poi a pagare sono i correntisti, i risparmiatori, con l’aumento dei tassi di interesse dei mutui, le banche che vanno in difficoltà. Siccome non esiste un paese senza banche, bisogna sapere che semmai è necessario metterle sotto controllo democratico per evitare errori, truffe, casini”.
Megale ha osservato che bisogna immaginare “un realtà in cui il processo di risanamento di Mps va portato a compimento, evitando che l’Unione Europea metta in discussione l’accordo. E quindi anche il governo, che pur non condivise l’intervento con il decreto dei 20 miliardi, adesso deve difendere quell’accordo e mettere in condizioni Mps di arrivare alla conclusione del percorso, di difendere il posto di lavoro degli oltre 27 mila dipendenti e salvaguardare i 5 milioni di clienti. Queste sono le cose che contano, il resto sono chiacchiere che lascio volentieri ai politici di turno”.
Chiamato in causa, Pier Carlo Padoan (eletto a Siena, giova ricordarlo), ha sottolineato che “Montepaschi sta oggi dimostrando di essere una banca gestita bene, che fa risultati in un contesto generale che si va deteriorando giorno per giorno. Questa volta non perché’ c’è una crisi in Europa ma perché c’è una situazione molto brutta in Italia”.
“Un’azione importante sostenuta dallo stato con una iniezione di capitale – ha proseguito l’ex ministro dell’Economia – rischia di non essere completata per ragioni che stanno al di fuori dei meccanismi di gestione sulla quale mi sembra ci si stia comportando bene”. Sull’intenzione del ministro di Maio, resa nota oggi, di monitorare gli effetti dello spread su Mps, Padoan ha aggiunto: “Penso che su Montepaschi Di Maio si sia svegliato troppo tardi perché di guai ne ha procurati tanti”. E continuando a martellare sull’attuale governo ha dichiarato: “La manovra finanziaria non funziona e rischia di essere pericolosa per il paese. Questa è la legge finanziaria del cambiamento? Se cambiamento c’è – ha concluso -, è in peggio”.
“La crisi bancaria è stata un incubo – ha confessato Padoan -. Perché di fronte ad una crisi profonda con punti specifici particolari le possibilità di azione erano fortemente mutilate, per cui si son dovuti cercare in qualche modo, all’interno di un sistema di regole ancora in corso di implementazione, spazi di manovra, fornendo se possibile anche qualcosa di positivo all’Europa nel suo complesso. E’ stato fatto vedere – ha sottolineato Padoan – in concreto come fosse necessario migliorare l’unione bancaria. E spero questo possa avvenire”.
Stefano Fassina, esponente di Leu, ha rincarato la dose: “Una alleanza Pd-Leu alle elezioni europee per quanto mi riguarda è impraticabile, perché abbiamo una lettura di base ed un progetto completamente diversi. Il Pd si muove in continuità con l’ultimo trentennio, mentre noi riteniamo girata pagina per tornare a rappresentare il lavoro e quelle fasce di popolo che non ce la fanno più e che hanno votato a destra o i Cinquestelle. La sinistra riformista si ricrea tornando in mezzo a chi è in difficoltà, riconoscendo che mercato unico ed euro sono cause di sofferenza sociale e che senza radicali cambiamenti di rotta non rappresentiamo il lavoro e non abbiamo più una funzione storica”, ha concluso.