Cosa è successo a Siena?
di Mauro Aurigi
SIENA. (Segue da Il Cittadino on line del 26.6.2018) In questo groviglio istituzionale nazionale, a Siena, che pure si è aggrovigliata di suo con 10 candidati a sindaco e 20 liste alle elezioni comunali, le cose si sono un poco semplificate: c’è stata una lista e un candidato sindaco in meno. Il M5S senese infatti non ha avuto il placet di … non si sa di chi. Avevano diligentemente compilato la lista dei candidati secondo le norme interne del Movimento (carte di identità, certificati giudiziari con relativi costi ecc.) e il 20 marzo spedito il tutto a un anonimo staff, sollecitando un veloce iter per l’autorizzazione perché il 10 maggio scadeva il termine per la presentazione ufficiale della lista e perché la raccolta delle firme a sostegno della lista sarebbe stata faticosa, visto il numero delle liste in gara e visto che ogni sottoscrittore può sottoscrivere una sola lista. Per quasi due mesi è stato tutto un cercare ufficialmente e ufficiosamente di avere notizie sul motivo per cui quell’autorizzazione tardava ad arrivare. Anche messaggi e telefonate a parlamentari amici si sono scontrate con un muro di silenzio. Finalmente il 10 maggio, ultimo giorno per depositare ufficialmente le liste, hanno avuto la conferma di quanto ormai avevano capito: l’autorizzazione dal mitico “centro” non sarebbe mai arrivata e meno che mai avrebbero saputo per quale (evidentemente inconfessabile) motivo. Tutt’ora possono solo fare congetture.
RIAFFIORA IL PLURISECOLARE CONFLITTO TRA SIENA/DAVIDE E FIRENZE/GOLIA?
Tra queste congetture c’è quella che la coraggiosa attività del M5S senese negli ultimi 5 anni avesse toccato nervi scoperti, ignoti e impensabili (Monte dei Paschi? Davide Rossi? Caiata?) e che a Siena un sindaco, una giunta comunale e una maggioranza consiliare tutte a 5 Stelle (una loro vittoria al ballottaggio non era da escludersi a priori) non avrebbe garantito affatto che quei nervi scoperti sarebbero stati lasciati in pace anche in futuro. Meglio quindi non correre rischi?
Altra congettura non del tutto sballata, e comunque non in contrasto con la precedente, è stata quella del riaffiorare del plurisecolare conflitto tra Siena (Davide) e Firenze (Golia). La piccola Siena, il più piccolo capoluogo della Toscana, è sempre stata orgogliosa del fatto che di quello che ha/aveva non deve/doveva ringraziare nessuno se non i Senesi stessi e che vive/viveva, e bene, delle sue istituzioni pubbliche plurisecolari che abbiamo già citato, tutte risalenti al suo passato repubblicano e che qui producevano ricchezza mentre altrove la distruggevano: l’Ospedale, il più antico del mondo (anno 1000 e forse prima) e il più grande della Toscana nel capoluogo più piccolo della regione; la Banca, la più antica del mondo (XV° secolo) e già la più solida d’Europa, che aveva raggiunto i 33.000 dipendenti; l’Università del XIII° secolo che era arrivata a 25.000 studenti (in una città di 50.000 abitanti!) e l’Arte (turismo). Ciò, caso forse unico al mondo, rappresenta/rappresentava, direttamente o indirettamente, almeno l’80% della straordinaria ricchezza economica, sociale e culturale di questa comunità. E questa insolita autonomia (che talvolta era addirittura predominio) è sempre stata una spina sul fianco della totalizzante e totalitaria fiorentinità toscana. Insomma Siena, ancora una volta controcorrente, cercherebbe oggi di frenare il fenomeno attuale, comune a tutto il mondo, dei piccoli centri sempre più piccoli e trascurati e quelli grandi sempre più grandi e destinatari della quasi totalità delle risorse pubbliche e private. Siena ha perso il Monte anche per la condotta di Governo, Consob e Bankitalia, e sta perdendo a pezzi anche Ospedale e Università a favore di Firenze e Pisa: i nostri giovani saranno costretti sempre più a emigrare e la città rischia di diventare un sacco sgonfio pieno solo di turisti. In calce a questo scritto troverete una nota sulla mia famiglia per spiegare nei fatti questa triste realtà (*).
Insomma non ci sono buoni rapporti col M5S in Regione toscana (i consiglieri regionali sono tutti del nord della Toscana), né col “fiorentino” Bonafede, plenipotenziario di Di Maio nella regione e ora anche ministro della giustizia. E non si è ancora capito come l’unico parlamentare grillino eletto a Siena sia un personaggio come Luca Migliorino, immigrato da qualche anno, del tutto sconosciuto a livello popolare, totalmente assente almeno da due anni ad ogni iniziativa dei 5 Stelle senesi e quindi esterno al Movimento (ma, si dice, molto vicino ai “piani alti”) e del quale è totalmente ignoto il pensiero: non esiste alcun suo documento o intervento o atto scritto o digitale a tale riguardo. Anzi, l’unico suo “pensiero” noto a chi scrive è che Palio e Contrade servano solo come richiamo turistico: passione, tradizione, cultura e identità comunitaria tranciate via di netto. Ha indotto tutti a crederlo ingegnere informatico (vedi qui), ma poi dal sito della Camera si è visto che è solo un tecnico del settore. Ha anche violato una delle regole interne per la candidatura (vedi ancora qui), quella del divieto di propaganda individuale, pena la decadenza dalla candidatura. Quando il fatto è diventato noto, ha dichiarato di avere fatto una denuncia alla polizia postale contro ignoti hacker. Così è rimasto candidato e, a sorpresa, vincitore a discapito dei candidati espressi dall’attivismo locale.
A SIENA IL CONVEGNO DEI 5 STELLE SCONTENTI
Comunque il dissenso interno in occasione delle elezioni sia politiche che amministrative non è circoscritto a Siena e neanche alla sola Toscana. Non solo a Siena e non solo in Toscana, ma anche in altri comuni è stata immotivatamente negata dal centro la presentazione della lista del M5S alle amministrative. E non solo al M5S senese sono stati imposti candidati alle politiche non legati al territorio, vedi a Siena lo sconosciuto aretino Leonardo Franci per giunta già iscritto alla Lega Nord. Alla fine il M5S senese ha preso il coraggio a due mani e ha indetto a Siena un meetup (incontro) regionale per fare il punto sulla questione complessiva.
L’incontro c’è stato domenica 27 Maggio, con un largo successo di partecipazione: un’ottantina di attivisti e portavoce di ogni parte della Toscana (molti altri collegati in streaming), nonostante che Di Maio, in calce a uno dei suoi principali interventi pubblici in occasione della bagarre della formazione del governo nazionale, avesse sentito la necessità di un’esplicita scomunica dell’iniziativa assicurando minacciosamente, senza fare la faccia rossa, che l’incontro a Siena non era del M5S e chi vi avesse partecipato lo avrebbe fatto a titolo personale. Peccato che questo fosse il 40° incontro spontaneo della specie in questa regione e che mai (mai!) una sola volta gli incontri precedenti abbiano dovuto avere il placet del ragazzino arrogante o di chiunque altro! E comunque la “scomunica” di Di Maio all’iniziativa senese, messa in calce ad un suo documento di portata anche sovrannazionale, è parsa del tutto sproporzionata, a meno che non sia davvero in atto una silente contesa ben più severa, dura, ampia e pericolosa di quanto finora immaginato.
Una commissione di una quindicina di partecipanti è stata eletta per redigere il documento conclusivo dell’iniziativa.
(Fine)
(*) Aurigi è un cognome tipicamente e esclusivamente senese. Su tutto il territorio nazionale ci sono oggi solo 19 telefoni intestati a Aurigi (9 sono miei parenti più o meno stretti). Di quei 19 ben 11 risiedono nella provincia di Siena (8 nel comune di Siena, gli altri 3 nella sua provincia) e 7 sono residenti in altre province (3 a Firenze, 2 a Grosseto, 1 a Pistoia e 1 a Livorno) e uno solo fuori regione (Bologna). Per certo un altro Aurigi è professore in una università di Londra.
Interpellati telefonicamente, quelli residenti fuori della provincia di Siena hanno tutti dichiarato la loro origine senese: emigrati per motivi di lavoro, professionali o imprenditoriali. Non so quanti altri cognomi siano altrettanto tipici esclusivamente del nostro territorio, ma una cosa è certa: l’esiguità numerica degli Aurigi porterà prima o poi all’estinzione del cognome (molti altri cognomi sono già scomparsi e stanno scomparendo dal panorama nazionale a causa della emigrazione all’estero e della scarsa natalità italiana). Infatti un’analoga indagine di una decina di anni fa aveva messo in luce che ben 28 erano ancora i telefoni intestati agli Aurigi su tutto il territorio nazionale, la quasi totalità dei quali residenti soprattutto a Siena e in parte nella sua provincia. Solo pochissimi risiedevano fuori da questo nostro territorio. Insomma l’esodo è in atto: diminuiscono gli Aurigi presenti nel nostro territorio e aumentano quelli residenti in provincie o regioni che possono offrire quello che sempre meno questa Città potrà garantire in termini di occupazione e studio (per non parlare di attività professionali o imprenditoriali).
Tutto ciò per dimostrare che Siena è destinata inesorabilmente a perdere quel titolo di “orgogliosa piccola grande capitale” che si era conquistata nei secoli, e quindi a retrocedere al ruolo che le sarebbe sempre spettato di paesone di provincia.
Chissà se il nuovo governo cittadino, che si è auto-definito del cambiamento (ma ha festeggiato la vittoria – anch’essa vistosamente aggrovigliata – con clamori da stadio come tutti i governi che l’hanno preceduto), ha preso o prenderà mai coscienza di questo fenomeno. Ho i miei dubbi visto che questo governo “del cambiamento” è pieno zeppo di gente già del “groviglio armonioso”, che di quel fenomeno se va bene non si è mai neanche accorta e, se va male, l’ha perfino favorito in combutta con chi “comandava” allora. Perché diciamocelo una buona volta: il controllo della maggioranza non compete alla maggioranza, ma alla minoranza. Ma a Siena la minoranza, anziché controllare, si aggrovigliava volentieri.
