Un film di fantascienza firmato da Ridley Scott
di Paola Dei
SIENA. Dal 1° ottobre nelle sale cinematografiche un film di Ridley Scott con Matt Damon, Jessica Chastain, Kristen Wiig, Kate Mara, Jeff Daniels, e la sceneggiatura di Drew Goddard, tratto dal romanzo L’uomo di Marte di Andy Weir. Fra dune desertiche e musiche di una sconvolgente bellezza, che sembrano un omaggio alla d’uso music degli anni 70, il film di fantascienza che a tratti rasenta una realtà futuribile, ci narra le vicende dell’astronauta Mark Watney, che nel corso di una tempesta di sabbia, viene abbandonato dal suo equipaggio sul Pianeta rosso. Senza troppe possibilità di sopravvivere ma con grande capacità di problem solving, l’astronauta si ingegna per coltivare del cibo e per ristabilire i contatti con la NASA.
Quarto film della serie fantascientifica dopo Alien, Blade Runner e Prometheus, il film é stato girato ai Korda Studios di Budapest, i teatri di posa più grandi del mondo e sono stati allestiti circa 20 differenti set. In uno di questi sono state piantate delle vere patate riprese in momenti diversi dell’anno per mostrarci i diversi stadi di crescita. Dal 10 novembre 2014, momento in cui Ridley. Scott ha iniziato a girare il film sono state costituite 15 tute ed a marzo 2015 la produzione si è spostata a sud della Giordania, a Uadi Rum, meglio conosciuta come la Valle della Luna.
Coinvolgente ed entusiasmante l’opera, come é stato fatto notare sia al regista che all’attore mostra alcune sbavature soprattutto riferite alla forza di gravità, alle quali gli stessi hanno risposto rispettivamente: “Non potevamo mostrare il 40% della gravità – Matt Damon – ci siamo limitati a creare un effetto di leggerezza nei movimenti”. “…..è il consistente peso della tuta a dare a Watney la possibilità di muoversi con quella facilità tanto criticata dai geek dello spazio”-Ridley Scott.Non mancano poi gli spunti ironici con citazioni imprevedibili da Happy Days a Il Signore degli snelli fino a Iron Man e un pensiero a Gravity e Interstellar.
“Ridley e io facciamo parte della Lunar Generation – ha raccontato Jim Green, il direttore del planetario scientifico della Nasa – ma dopo l’atterraggio di Curiosity su Marte è nata la Mars Generation. Ci serve la giusta ispirazione per spingere la nostra economia ad assumere scienziati ed ingegneri. E questo film è una grande opportunità per celebrare la Mars Generation“.