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Direttore responsabile Raffaella Zelia Ruscitto
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"La musica fa bene"

di Gianni Basi
SIENA. L’idea è nata giorni fa ascoltando un concerto. E anche “vedendolo” dato che lo trasmettevano in tivù. Di solito la musica è preferibile seguirla senza distrazioni visive ma, nel caso di quello che stiamo per descrivere, restare incantati di fronte alle sensazioni trasmesse non da un direttore d’orchestra normale ma da un poco più che un ragazzo, vedere uscire dalla sua bacchetta e dalle sue espressioni in primo piano la “conseguenza” di quanto ascoltavamo, è stato magnifico.

Dudamel

Il brano in esecuzione era la Sinfonia in re maggiore di Mahler, detta “Il Titano”. Una forza della natura, il disordine mitologico dell’universo che confluisce nell’ordine dei sentimenti (gli gnomi che sanno piangere persino la morte di un’ape), in un insieme di idillico e di roboanti cataclismi sonori che sono un’invocazione d’amore rivolta all’Altissimo. Gustav Mahler, avvinto dalla prosa di Johann Paul Friedrich, non vide certamente l’ora di mettere in musica questo appello sovrumano e, facendolo, capì da subito quanto non potesse che diventare un capolavoro. Ma non avrebbe mai immaginato l’arrivare di un momento in cui un direttore d’orchestra si sarebbe sostituito al suo cuore. Un giovanissimo direttore d’orchestra, per giunta. Un pivellino. Mica i grandissimi che, pure, sul podio ci sudano e si spremono come limoni. Gustavo Dudamel (Gustavo anche lui), sul podio, ci muore. Anzi ci vive e ci muore, e poi ci vive, e poi ci muore. Inchioda, al vederlo. A qualcuno è capitato di imbattersi in Danel Harding? Prima di incontrare Dudamel pensavamo che il talento inglese fosse il migliore delle giovani promesse. Ebbene, davanti a quanto fa vivere Dudamel, Harding sembra piccolo piccolo. Capelli fin troppo lunghi e fin troppo riccioluti, una certa somiglianza col Ninetto Davoli pasoliniano, Gustavo Dudamel è uno straordinario (e benefico) concentrato di tormento ed estasi, gioia, passione. Forse neanche il pubblico osannante del Teatro alla Scala, nè la Filarmonica Scaligera che egli dirigeva col piglio di un veterano avevano mai assistito ad una tale intensa, commovente, esaltante esplosione di vita. Fuoco lirico, roba mai vista, il “Titano” era lui. Finita la sinfonia, dovevamo sapere assolutamente chi diavolo fosse questo prodigio.

La mamma delle scuole di musica

E allora: sino a pochi anni fa, il giovane Gustavo faceva parte di una scuola di musica venezuelana, quella di Josè Antonio Abreu. Nata trent’anni fa su un progetto pedagogico-musicale aggregante, volto in primo luogo al recupero sociale dei bambini dei barrios venezuelani, la scuola ha portato in breve tempo alla creazione di un’orchestra, la “Simon Bolivar”, che ha ora nel suo organico i duecento migliori elementi delle formazioni giovanili del Paese. A cominciare da Gustavo Dudamel. Pensando e ripensando a tutto ciò, stregati da quanto possa fare la musica, stupiti da quanto di sublime possa farsi largo nei giovanissimi (il bimbo Mozart, evidentemente, non lo si tiene in mente abbastanza…), ecco l’dea. Perchè non andare a vedere cosa si sta facendo nelle nostre baby-scuole di musica?

E andiamolo a vedere…

In città e provincia -i noti corsi chigiani e del Rinaldo Franci a parte- le uniche potenziali fucine di probabili Giovanni Allevi o Gustavo Dudamel ci risultava (a scanso di sorprese, e la sorpresa la scopriremo tra poco) fossero le sole due scuole “ad indirizzo musicale” esistenti: la media “San Bernardino” di Siena e la “Giovanni Pascoli” di Montepulciano. Scuole di cui in varie occasioni ci eravamo già occupati pur se, è vero, colpevolmente assai poco. Bene, tra la folgorazione di Dudamel e il libriccino dell’Istituto Regionale di Ricerca Educativa (IRRE) ora pervenutoci, che ci informava della appena conclusa “Quarta stagione delle scuole toscane a indirizzo musicale”, siamo tornati a voler seguire da vicino il cammino e gli eventi di queste scuole. Eventi che si sommano a quanto altre scuole e istituzioni musicali giovanili della città e della provincia presentano solitamente fra maggio e giugno, come la Diapason col suo “Musica dietro la Torre” che sino al 26 giugno propone orchestre a plettro, cori e gruppi rock. Ma di tutto il panorama possibile è la scuola pubblica quella che più ci coinvolge, e per una ragione precisa: sue sono le difficoltà maggiori in cui si dibatte per restare a galla e crescere, frenata da un progetto ministeriale eternamente poco chiaro e poco proficuo all’atto pratico. Chiedere ad Accardo, Abbado, Pollini, Muti, che lottano da anni coi mulini a vento. Una lotta sfiancante, ma decisa. Che rende onore a quei plessi scolastici che, ciò malgrado, risultano fattivi e propositivi spesso autogestendosi attraverso la valvola (non di rado però subdolamete onerosa) dell’autonomia.

La “San Bernardino”

Maggio, per questa antica scuola senese, è il mese per eccellenza per le prove in preparazione dei concerti di fine anno. La sua attività musicale ha visto i ragazzi impegnati, in Sant’Agostino e in Palazzo Comunale, nelle rifiniture della propria performance per la manifestazione dell’IRRE. Venerdi scorso, nella suggestione della fiorentina Villa Strozzi, la “San Bernardino” è andata in scena con lo spettacolo “Noi… attraverso Dante”, un mix di recitazione e musica ispirato ai classici dell’Alighieri e a citazioni omeriche. Le musiche, dai Carmina Burana al leggero della Nannini, sono state dirette e arrangiate dagli storici docenti Barbucci, Andreozzi, Corti e Piccini. La recitazione è stata curata dal professor Filippo De Dominicis, la sceneggiatura dalla docente Rosanna Mirolli e alla realizzazione hanno collaborato le insegnanti Nobile, Fantacci e Franchi. Grande successo, grande bravura di tutti, e replica in pompa magna al Teatro dei Rozzi giovedi 5 giugno alle ore 21. Ma la scuola presenta anche un “Saggio di musica d’insieme” questo mercoledi 28 maggio, alle ore 16 in Santa Maria della Scala, concludendo poi l’anno scolastico, venerdi 6 giugno sempre alle ore 16, con un “Saggio di pianoforte e musica da camera” presso la sala concerti dell’Istituto Rinaldo Franci.

La “Pascoli”

Il corso musicale di questa scuola media nasce ufficialmente nell’87 e si divide in lezioni settimanali sullo strumento (piano, chitarra, flauto e clarinetto), di teoria musicale e di musica d’insieme, con in più la formazione di coro e orchestra. Durante l’anno gli alunni partecipano a spettacoli e concerti come l’appuntamento fisso per il Natale e per la festa di saluto in prossimità delle vacanze estive, prendendo parte anche a varie esibizioni presso altre scuole e in occasione degli incontri e scambi culturali con un Istituto francese con cui la “Pascoli” è gemellata. Quest’anno, con tema di base il “Musical”, la scuola si è presentata alla rassegna dell’IRRE con un programma costituito da brani tratti da musical e film che hanno fatto storia. Nella fastosa cornice della Chiesa romanica di S. Stefano al Ponte Vecchio in Firenze, i ragazzi hanno strappato applausi eseguendo le pagine più coinvolgenti del “Jesus Christ Superstar”, di “Grease” e del “West Side Story”. Venerdi 30 maggio tutto ciò verrà riproposto al Teatro Poliziano di Montepulciano di fronte ai cittadini ed alle autorità del paese e sotto l’occhio vigile e fiero dei propri insegnanti di musica, maestri Allegro, Mazzetti, Tosi, Vanneschii, Micheli e Manieri.

La “sorpresa”

Ed eccola, la realtà più pimpante, in quanto nuova e a molti sicuramente ancora sconosciuta. Nata in sordina circa due anni addietro, si è valsa di un coraggioso “progetto sperimentale” maturato in seno all’Istituto Comprensivo “Giovanni Papini” di Castelnuovo Berardenga. Affiancata dalla locale Filarmonica, questa encomiabile inoziativa si è data il significativo nome di “A tutti uno strumento” ed è stata ed è sempre più sostenuta dalla preside Lucioli e dal suo staff di insegnanti di musica. Senza nulla togliere alle altre scuole, la “Papini” è quella che più ci ricorda il fenomeno venezuelano creato da Josè Antonio Abrau. Non foss’altro che per l’alta ricettività scolastica, il notevole e crescente numero di alunni stranieri, e un certo garibaldino spirito d’avventura. Fatto sta che il complesso articolato di Castelnuovo, cui fanno capo le sezioni di Gaiole Radda e Pianella, si è entusiasticamente orientato alla musica e sta facendo passi da gigante. Aggrappato allo slogan “La musica fa bene” (come si legge, a grandi caratteri, alle prime pagine del progetto curricolare presentato nel marzo scorso al Ministero ricevendo ampi consensi), l’Istituto “Papini” sembra aver voluto rimediare, con il proprio segnale forte e risoluto, ad una Pubblica Istruzione attendista e mai completamente precisa, nelle sue circolari-fiume, in merito alle sorti e prospettive di una educazione musicale efficiente e rispondente alla volontà di imparare dei giovani.

La scuola di Castelnuovo non solo ha potenziato del 20% le sue ore di attività musicale per tutte le classi ma ha affiancato ai propri validissimi insegnanti (e li citiamo: Marelli, Mugnai, Rossi, Guerri e Ferrigno) un gruppo qualificato di esperti esterni coi quali sono annualmente programmati corsi di musica d’insieme, violino, coro e teatro-musical. Un volo così rapido, così tenacemente voluto che, in conclusione di quest’anno scolastico, ha portato alla realizzazione di un concerto di grande rilievo che avrà luogo alle ore 20,45 di mercoledi 28 maggio al Teatro Alfieri di Castelnuovo. Il cartellone comprenderà arie d’ogni genere, ad opera di tutte le classi, dalle prime alle quinte, con alcune sezioni miste che canteranno e suoneranno in ensemble. Si passerà da brani di Beethoven e Orff alle canzonette popolari, al rap, al latino-americano. Poi, il martedi 3 giugno sempre all’Alfieri, ore 21, andrà in scena l’attesissimo musical “Peter Pan” tratto da J.M. Barrie, cui parteciperà una trentina di alunni e alunne al gioioso grido di “…sono o non sono Capitan Uncino?”. Gli spettacoli, variamente patrocinati dai Comuni di Castelnuovo, Gaiole e Radda, si uniscono alla grande al fermento musicale che pervade non solo le altre scuole di Siena e provincia ma anche la cornice strumentale e canora di mille altre inizative di una estate mai così tanto “in musica” come questa. A breve la stagione Chigiana e i suoi Maestri nelle zone vicine e lontane della provincia, il concorso chigiano per l’istituzione di un Coro, i concerti del Rinaldo Franci, la rassegna musicale cominciata in primavera e tuttora in corso al Santa Maria della Scala, l’OperaFestival di Fiesole in San Galgano, il concerto di Salvatore Accardo in agosto a Sovicille, con tanto di “San Lorenzo d’Oro” che gli verrà assegnato nell’occasione dal locale Comune. Tutto, come si è visto, concorre a fare di questa estate un vero e proprio inno alla musica. Le scuole per prime, che sono alla base di questo e di ogni altro tutto. E’ con l’augurio che si continui su questa strada, con sempre più altri giovani portati, accompagnati, allo studio delle meravigliose sette-settemila-settemilioni e passa di note -le sole cose che non smetteranno mai né di esistere né di riprodursi- che pensiamo a quel “La musica fa bene”, slogan così caro alla scuola di Castelnuovo ma anche ai tanti “Dudamel” nascosti nelle aule di musica (e spesso anche non in quelle di musica) di ogni parte del mondo.

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