In questi giorni all'Odeon di Siena
di Paola Dei
SIENA. Tornano sul grande schermo le sorelle March, un classico della letteratura di Louise May Alcott pubblicato per la prima volta nel 1868, rivisitato da Greta Gerwing, che si é già aggiudicato 6 candidature agli Oscar, insieme a mostri sacri della cinematografia internazionale. Greta Gerwing insieme a Catherine Bigelow, che vinse l’Oscar con il bellissimo film The Hurt Locker, é la seconda donna nella storia del cinema ad essersi aggiudicata la nomination per due film. In programmazione in questi giorni al cinema Odeon di Siena l’opera della giovane cineasta statunitense, prodotta da Pascal Pictures e distribuita in Italia da Warner Bross, si avvale della interpretazione, fra gli altri, di Saoirse Ronan, Emma Watson, Florinde Pugh, Eliza Scanlen, Laura Dern, Timothée Chalamet, Meryl Streep, Louis Garrel, con le musiche del Premio Oscar Alexandre Desplat e la fotografia di Yorick Le Saux.
Saoirse Ronan, venticinquenne attrice irlandese dai capelli ramati, dopo il successo ottenuto con il precedente film di Greta Gerwing Lady Bird, torna a recitare con la regista nei panni di Jo ovvero Josephine Mach, la più indomabile e indipendente delle sorelle che sogna di diventare scrittrice, nonostante le raccomandazioni della zia March, la apparente cattiva della storia, che desidera per tutte le nipoti un matrimonio di interesse. La zia March é interpretata da una meravigliosa Meryl Streep, che ripete più volte alle nipoti che Married or dead.
La zia March, non si sa perché, ma nel suo agghindarsi con merletti e cuffie, sembra sapere già tutto della vita e, nonostante il cinismo imperante sembra anche azzeccarci sempre….
Le quattro sorelle March: Jo, Meg, Beth e Amy, hanno il grande pregio di essere vive, entusiaste e di non apparire mai fuori moda. Ognuna cerca la propria strada, seppur con sogni diversi, sullo sfondo della Guerra Civile Americana. Meg sogna il grande amore e sposa l’istruttore di Laurie-Theodore Laurence, Amy ama dipingere ma non disdegna un buon matrimonio, Beth la più nostalgica sogna di stare bene e suonare il meraviglioso pianoforte del nonno di Laurie e Jo, orgogliosa, combattente, emblema di emancipazione che, nonostante i tempi non maturi e la proposta di matrimonio di Laurie, decide di rimanere sola, ribadisce per tutto il tempo del romanzo-film la propria indipendenza.
A lei il professor Baher dirà:”Jo, un nome così piccolo per una persona così grande”. E ancora:”Jo, c’é molto di più dentro di te se troverai il coraggio di scriverlo”. Dal canto suo Jo sostiene che:”….Non troveró mai un posto per me”. La sua ricerca interiore viene tradotta da lei stessa in esperienza di vita, ma la sua storia, dopo più di cento anni, fa ancora versare fiumi di inchiostro, critiche, elogi, anche dopo molte trasposizioni cinematografiche indimenticabili, non ultima quella televisiva con l’interpretazione di Angela Lansbury.
Jo, di notte riempie di inchiostro fogli su fogli con l’esigenza di raccontarsi e trovare un posto nel mondo della letteratura, diviene icona indiscussa delle donne che amano la libertà, mentre Laurie, che nell’interpretazione di Chalamet, sembra un moderno Pèter Pan, si innamora prima di lei, poi di Amy, che sposa ricambiato. Ma più di tutto, il ragazzo é innamorato della famiglia March; della vitalità, dell’amore, della forza inarrestabile delle quattro sorelle.
La regista stessa dice che il suo film é un racconto sulla crescita personale e sociale delle donne, sulla ricerca interiore, sui compromessi che bene o male si presentano nel passaggio dall’età adolescenziale e quella adulta. Una ricerca sociale nella ricerca letteraria che riesce a porre ancora domande sul ruolo della donna e sul difficile percorso da attraversare per farsi strada da sole.
La struttura narrativa si presenta con un senso diretto e immediato. La storia viene narrata con salti mnemonici; si passa da momenti dell’infanzia delle quattro ragazze a momenti dell’adolescenza che si intersecano fra di loro per poi veder sovrapporre nel finale le scene del film alle pagine del libro.
Nelle ultime sequenze, l’indomabile Jo, quando si sente dire dall’Editore che un libro dove una delle ragazze non ha una storia romantica e non finisce con un grande amore non vende, suo malgrado si arrende. Divenuta manager e agente di se stessa, in linea con l’attualità dei tempi, accetta il compromesso, per ricevere le royalty del suo primo romanzo. Per il 6,6% di diritti d’autore regalerà un amore a Jo. E mentre scorre sull schermo questa scena, se ne accavalla un’altra che ci mostra il professor Baher; Friedrich, che, con l’accento francesizzato, interpretato da Louis Garrel, va a trovare la famiglia March. L’attore reduce dal successo del film L’ufficiale e la spia, nei panni del professor Baher, ama profondamente Jo e con lei condivide l’amore per la letteratura e per la scrittura, oltre a desideri e sogni.
E poi? E poi il resto è storia, la zia March, nonostante tutto ammira Jo e prova sincera preoccupazione per la ribelle di casa March e le lascia la sua villa, dove la scrittrice con il suo Friedrich fonderà una scuola innovativa dando alla luce un figlio; non un figlio pro-creativo ma un figlio creativo. Un libro con la copertina rossa e le scritte dorate.
