Direttore responsabile Raffaella Zelia Ruscitto

Siena e le compagnie di ventura…

Quarantanni di disastri (1342-1382)

SIENA. Tra le grandi catastrofi ricordate nella storia della nostra città, si elencano guerre, pestilenze e terremoti, ma poche volte le Compagnie di Ventura. Nei quarant’ anni che vanno dal 1342 al 1382 invece, un vero e proprio cancro provocò nelle nostre terre enormi devastazioni, morti, depredazioni e incendi, con un impoverimento notevole dell’ erario e carestie tra la popolazione. Non ci fu periodo peggiore, per gli abitanti del senese, di quello nel quale i soldati mercenari scorrazzarono infliggendo morte e distruzione nelle nostre campagne. Sempre in quegli anni, furono danneggiati borghi e castelli, molti dei quali finirono per essere definitivamente rasi al suolo scomparendo per sempre dalla toponomastica.

Ma chi erano questi “Capitani di Ventura”? Erano “uomini d’arme” che avevano scelto l’arte della guerra come proprio mestiere. Essi avevano degli eserciti personali detti “Compagnie” con soldati a piedi e a cavallo al loro stipendio. Ogni Compagnia si reggeva su una solida organizzazione ed era coadiuvata da un contabile, per le paghe dei soldati ed un notaio che stipulava i contratti di assoldamento con questo o quello stato che ne richiedeva i servigi. Oltre ai denari, faceva gola ai mercenari, il miraggio del bottino di guerra che, in caso di vittoria, si spartivano e, se capitavano periodi di “disoccupazione”, le soldatesche non esitavano a depredare e ricattare chiunque, anche coloro che avevano servito fino a poco tempo prima.

Inizialmente le truppe mercenarie furono formate quasi esclusivamente da soldati di provenienza tedesca, poi ungherese, italiana e più tardi inglese. Gli Inglesi appunto, dopo il 1356 (Poitiers) e quindi dopo la fine della lunga guerra tra Francia e Inghilterra, si riversarono in massa nella nostra penisola e si macchiarono delle peggiori atrocità, anche nel nostro territorio.

I fatti di cui vi parleremo si incentrano nel periodo che va dal 1342 al 1382, perchè fu quello che vide il nostro territorio subire maggiormente la presenza nefaste di queste bande senza scrupoli. Mi preme ricordare però, che truppe mercenarie erano già presenti nella penisola italica anche prima di questa data. Basta ricordare ad esempio, che il famoso Guido Riccio da Fogliano, altro non fu che un Condottiero di Ventura che già nel 1327 era al soldo di Siena. Questo personaggio, ricordato e reso famoso dall’ affresco di Simone Martini nel Palazzo Pubblico, non fu, come molti credono erroneamente, un eroe senese, ma, originario dell’ Emilia, fu stipendiato dai senesi per espandere il proprio territorio nella Maremma, in particolar modo ai danni dei nemici pisani. Nel Luglio 1328, alla guida di 900 cavalieri senesi e 6000 fanti, conquistò Montemassi dopo un assedio di sette mesi, poi prese anche Sassoforte. Nel 1331 prese Scansano, Arcidosso e Massa Marittima, nel 1332 Giuncarico. La differenza con i Capitani di Ventura di cui parleremo ora era che Guido Riccio per Siena, come Castruccio Castracani per Pisa, avevano poche truppe personali ed erano chiamati per guidare eserciti cosiddetti “pubblici”, “cittadini”, esclusivamente per le loro capacità nell’arte della guerra, mentre quelli che verranno dopo vennero assoldati per le migliaia di soldati che avevano al loro seguito.

Tra i primi Capitani di Ventura che si affacciarono nel senese ricordiamo Werner d’Urslingen, di origine tedesca, passato alla storia come Duca Guarnieri (1308-1354) e che nel 1342 (dal Volume “Mercenary Companies and the Decline of Siena”) rubò e bruciò dalle porte della nostra città fino a Buonconvento. Egli era al servizio dei Pisani contro Firenze, ma, una volta stipulata la pace tra le due parti, (12 Settembre 1342) venne licenziato da Pisa e secondo la Cronaca Sanese di Andrea Dei (pag. 105) si recò con i suoi duemila uomini nel Contado Di Siena “ .. e arsero e guastarono molte Ville, e presero prede e prigioni; e poi capitaro a Buonconvento, e ine stettero più dì, e facevano molto danno per la contrada ardendo e predando; e stettero a Buonconvento; e poi il Comun di Siena s’accordò con loro, ed ebbero 2.500 Fiorini d’oro, e partirsi dal nostro Contado e andorne a Città di Castello…”. Il cronista ci dice che da allora in poi questa fu chiamata la “Grande Compagnia”.

Tra il 1345 e il 1349 entrò a far parte di questa Compagnia un Condottiero francese di nome Giovanni Moriale di Albarno (Jean Montreal du Bar), detto “Frà Moriale” perchè era stato in passato un frate dell’Ordine degli Ospitalieri ed anche con questo personaggio fummo costretti a fare i conti. Nel Giugno del 1354 (Annales Senenses ovvero “Cronache di Neri di Donato da Siena 1352-1381) infatti, i “Sanesi soldaro molta gente per paura d’ una Compagna (Compagnia di Ventura), che s’aspettava in quel di Siena. E comproro i Sanesi libbre 135 di risalgallo per attossicare (intossicare, avvelenare) la vettovaglia a Sciano e a San Quirico: questo fu di Giugno. La Compagna del Friere di Monreale (Fra’ Moriale) sopradetto venne in quel di Siena di Giugno facendo gran danno, scorrendo gran parte del Contado di Siena. Unde poi li Sanesi fero accordo colla detta Compagna, e ebbero dal Comuno di Siena fiorini 13.324 d’oro per taglia, ch’ egli uscissero dal Contado a dì 19 di Giugno…….”. “La detta Compagna fatto l’accordo colli Sanesi e tocchi (toccati) i denari, come sopra è detto, esciro di quel di Siena a dì …(? Non si legge) di Settembre, e quando furo a Fontebecci, e Sanesi mandoro uno bello presente alla detta Compagna di pane e di vino, e di confetti e altre cose: costò fiorini 120. El Comuno di Siena pagò e mandò alla detta Compagna molti cavalli, i quali erano stati morti in più luoghi del Contado di Siena. Sanesi posero una presta al Contado (Tassa) per pagare la detta della sopradetta Compagna colsesi (furono raccolti) di detta presta fiorini 12.000 d’oro”.

Fra’ Moriale intanto venne giustiziato a Roma e la Grande Compagnia passò sotto il comando del Conte Landau detto Conte Lando. Poco dopo, entrò a far parte di questa masnada anche un personaggio che nel bene e nel male, Siena, si troverà spesso tra i piedi: Anecchino di Baungarten detto Anechino di Bongardo. Egli, già nella nostra penisola dal 1351, affiancherà il Conte Lando solo a partire dal 1357. 

Dagli Annales Senenses ovvero “Cronache di Neri di Donato da Siena dal 1352 al 1381” pubblicate in Rerum Italicarum Scriptores a cura di L. A. Muratori, Tomo XV alle pagine 157 e 158, veniamo a sapere che nel 1357, i “Sanesi posero una presta (tassa) alla Città, e al Contado per cagione della malvagia Compagna (Compagnia di Ventura) del Conte Lando a fiorini 2 per migliajo. Colse (raccolse) la città 40 mila fiorini d’oro; el Contado sei mila. La Compagna del detto Conte Lando doveva venire in quel di Siena; unde li Sanesi riparoro perché non ci venisse, e andò più volte Ambasciatori alla detta Compagna e infine fero accordo, e pagò al Comuno di Siena fiorini 13 mila d’oro, i quali li mandoro contanti al detto Conte Lando e suoi seguaci nella città di Faenza; e anco donò el Comuno di Siena a Misser Ceccolino da Imola suo Cancelliere maggiore fiorini 500 d’oro. Costò al Comuno di Siena con più altre spese più di 20 mila fiorini d’oro”

Sempre dalle stesse cronache di Neri di Donato si dice che nel 1358 la città di Cortona si era ribellata a Perugia ed era passata per voler suo sotto la protezione di Siena. I Perugini allora vi posero assedio ed i Cortonesi chiamarono Siena in loro aiuto:

I Sanesi fero grande esercito di gente a piè e a cavallo e soldaro (assoldarono) per loro Capitano di Guerra Anechino di Bongardo con 800 cavalli e 400 fanti, il quale scrisse sua gente a Staggia, e soldaro molti Ongari (Ungari)….”

I Senesi riconquistarono Cortona, ma i Perugini si spostarono su Torrita e la assediarono facendo grossi danni. Poi cominciarono a fare scorrerie nel Contado Senese: “Sanesi veduto quello, che i Perugini aveano fatto a Torrita e in altri in quel di Siena d’ardare (bruciare), e altri danni grandissimi, fero loro sforzo, e cavalcoro per lo Contado di Perugia infino all’ Olmo presso a Perugia a tre miglia, ardendo e guastando ciò che potero, e presero molte fortezze e villate; e presero la Badia al Petrojo presso a Montepulciano nel Contado di Perugia; e presela Anichino colle sue genti, e ebbe dal Comuno di Siena perciò fiorini 500 d’oro. E poi tutte le genti del Comuno di Siena andaro a campo a Monte San Savino…….e era Capitano de’ Sanesi Anechino di Bongardo, il quale fe’ molti tradimenti al Comuno di Siena nell’ oste (oste è inteso per assedio), e altrui …..E sappiate, che gli uomini della Terra del Monte (i civili di monte San Savino che vengono dal volgo e non sono soldati professionisti, ma gente chiamata ad armarsi) che s’arrendevano a’ Sanesi più volte (pag. 160), se non fusse il tradimento, che ordinava il detto Anechino. Et ultimamente un dì el detto Anechino lui con la sua gente di mille cavalli e 500 pedoni levò uno romore in el oste fra loro; e adironsi colli Sanesi, e uccisero da 20 Sanesi, e robaro la Camara del Comuno di Siena, chi era in el oste. E poi un dì facendo uno badalucco al detto Monte, fu dato al detto Anechino d’una spingarda (grosso archibugio), e morì….”

Le gesta di questo capitano, come del resto l’indole degli uomini di ventura, furono costellate di ricatti e tradimenti. I Governi che li assoldavano, si resero conto ben presto che non erano affidabili e spesso decidevano sconfitte e vittorie a loro convenienza, senza tenere in primo piano il volere dei loro committenti. 

Dopo la pace tra Siena e Perugia (fine 1358/inizio 1359) la Grande Compagnia del Conte Lando, sconfitta dai fiorentini in Val di Lamone, si riorganizzò in Romagna e mosse verso Siena. Il timore del loro arrivo, con le nefaste conseguenze che ne sarebbero conseguite, spinse i senesi ad inviare ripetutamente ambasciatori e a proporre al Conte Lando somme di denari per scongiurare le loro scorrerie, ma nel frattempo ci si organizzò (in città e nel Contado) per ogni eventualità. Secondo le cronache di Neri di Donato, la faccenda si risolse ancora una volta mettendo mano al portafoglio: “E poi la detta Compagna venne in quel di Siena , e li Sanesi li dero fiorini 6.000 d’oro con molte altre spese: e questo era di Giugno.” 

Nel frattempo (Storia Cronologica della Città di Firenze… di G. M. Mecatti a pag. 237), i fiorentini, anch’essi taglieggiati dalla Grande Compagnia, assieme a contingenti e truppe inviate da altre città toscane, avevano organizzato una caccia all’esercito del Conte Lando ed alla guida del Malatesta, lo raggiunsero tra Pontedera e Lucca rifilandogli una sconfitta talmente grande da causare l’estinzione definitiva di questa Compagnia di Ventura (Luglio 1359-Battaglia di Campo delle Mosche).

Poteva essere l’inizio di un periodo di pace, ma l’importazione dalla Francia della “Compagnia Bianca” da parte di Giovanni Marchese di Monferrato per osteggiare i Visconti di Milano, fu l’inizio di una nuova tragedia per Siena. Queste soldatesche, di origine inglese, faranno dei danni incalcolabili nel nostro territorio a partire dal 1361.

(fine prima parte. Segue)

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