Il presidente della Provincia: "Pubblica amministrazione, dipendenti, imprenditori, il sistema del credito devono remare nella stessa direzione"
di Augusto Mattioli
MONTALCINO. “Nessuno deve essere lasciato indietro. Le famiglie che hanno problemi non possono essere lasciate sole”. Silvio Franceschelli, sindaco di Montalcino e presidente della Provincia di Siena, lancia un appello alla solidarietà per chi, da un giorno all’altro, per l’epidemia si è trovato in difficoltà.
“Ce la possiamo fare ad uscire da questa crisi, ma sarà un lavoro impegnativo. Nessuno però si deve approfittare di questa situazione, soprattutto chi non ha bisogno. Oggi c’è una maggiore povertà e occorre dare a tutti il diritto di vivere, utilizzando strumenti di aiuto sociale, come il microcredito, che devono essere incrementati: occorre assistere queste famiglie”.
Sindaco, com’è la situazione nel suo comune?
“Direi che Montalcino in questa fase è abbastanza tranquilla anche tra le persone. Abbiamo una Rsa con cinquanta persone a cui occorre stare attenti, essendo un luogo sensibile”.
E in generale in Provincia che aria tira ?
“C’è fiducia e ovviamente preoccupazione. Ma è una situazione che i sindaci stanno affrontando con impegno. Stanno dando una grande prova di capacità. Certo ci sono state difficoltà e problemi in vari comuni ma tutti i sindaci ora sono propensi a fare squadra e a fare tutti la propria parte. La speranza è di vedere presto la luce, anche se non si devono fare previsioni avventate. Devo dire che c’è un vero coordinamento, anche se ci sono sfaccettature diverse, essendo diversa la nostra provincia. Un coordinamento che funziona grazie al prefetto Gradone, un punto di riferimento per i Comuni in questa fase nella quale ci scambiamo messaggi continui tra tutti noi. Si tratta di un tipo di rapporto veloce, un modo di comunicare diverso”.
Si sta pensando già da ora al dopo coronavirus?
“Certo che bisogna pensarci. Bisogna dare una spinta forte alla pubblica amministrazione per la cui gestione occorre meno burocrazia. Poi occorre lavorare sulle opere pubbliche, sui vincoli di bilancio dei Comuni, sulla crisi del turismo. In sostanza lo stato dia strumenti elastici per le gestione delle attività dei Comuni. Dalla crisi se ne esce se tutti – pubblica amministrazione, dipendenti, imprenditori, il sistema del credito – vanno nella stessa direzione. Ce la possiamo fare ma sarà un lavoro impegnativo”.
Torniamo a Montalcino. L’epidemia inciderà sul comparto del vino?
“I primi mesi sono andati molto bene. Non ci sono grossi problemi per quanto riguarda i vini da invecchiamento. Per quelli più giovani la crisi sarà più pesante. Il vino soffrirà ma macchia di leopardo”.