Parla il legale di Davide Vecchi dopo la prima udienza
di Erica Nencini
SIENA. È il 5 luglio 2013 e un articolo pubblicato su “ Il Fatto Quotidiano” porta alla luce un drammatico scambio di mail, avvenuto lunedì 4 marzo 2013, tra l’ad di MPS Fabrizio Viola e David Rossi, capo della comunicazione della banca. Il pezzo è firmato da Davide Vecchi. La notizia fa subito discutere, infastidisce, riaccende il dibattito sui fatti ancora freschi del 6 marzo, ma soprattutto dà nuovo impulso alle indagini. Passerà poco tempo e sempre nel 2013 il giornalista Davide Vecchi in concorso con Antonella Tognazzi, vedova di Rossi, verranno indagati con l’accusa di trattamento illecito dei dati personali. C’è di più: il pm Aldo Natalini contesterà ad entrambi di essersi serviti delle mail per perseguire un profitto. Stando a Natalini infatti, la Tognazzi avrebbe fornito a Davide Vecchi le mail per poi avanzare richieste economiche alla banca e danneggiare l’immagine dell’ad Viola. Né la Banca né Viola intraprenderanno mai alcuna azione legale nei confronti del giornalista e della moglie di Rossi, saranno i pm Aldo Natalini e Nicola Marini che contesteranno i due.
Ieri, alle 10.30, si è aperto il processo. Presenti in aula il giornalista Davide Vecchi ( rappresentato dai legali Caterina Malavenda di Milano e Luigi De Mossi di Siena), Antonella Tognazzi (rappresentata da Roberto De Vita di Roma) e la quasi totalità dei testi chiamati a deporre. Assente per difetto di notifica Fabrizio Viola, che risulta parte lesa.
Il processo comincia con il lungo interrogatorio di Ilaria Dalla Riva, responsabile delle risorse umane del Monte dei Paschi, che durerà tre ore. Seguiranno Riccardo Quagliana, responsabile dell’ufficio legale di MPS, Silvia Ognibene, giornalista di Reuters, Michele Mencarelli, sovrintendente capo della Polizia Postale di Siena e infine l’ingegnere informatico Benedetti. La giornata è lunga e snervante, tanti i testi da ascoltare e quasi scontato il rinvio al 18 gennaio, data in cui verranno ascoltati Fabrizio Viola, l’avvocato Alessandro Lepri, l’avvocato Luca Goracci e ancora Giorgio Macrì della Polizia, Bruna Sandretti dell’ufficio personale di MPS, e alcuni giornalisti che all’epoca si interessarono al caso.
Malgrado siano stati ascoltati solo cinque testi, dalla giornata di ieri emergono alcuni elementi importanti che paiono smentire le accuse rivolte verso Vecchi e Tognazzi. Ce lo conferma anche l’avvocato Luigi De Mossi a fine giornata: “Queste mail non erano né sconosciute né sottaciute da alcuno ed erano nella possibilità di perimento, in molti modi e forme. La tesi della Procura è che Antonella Tognazzi avrebbe dato le mail al mio cliente al fine di ottenere dei vantaggi, ma oggi è emerso che di queste mail se ne parlava in banca e a più livelli e che il comportamento della famiglia di Rossi è stato trasparente: la stessa Tognazzi portò le mail in procura. Mi pare che queste tesi un po’ accusatorie siano state, almeno in parte, incrinate anche se credo che il grosso del lavoro debba essere fatto a livello istruttorio quando sentiremo Viola e Goracci, se accetterà di sottoporsi all’esame. Siamo ancora nella fase iniziale e sebbene non ritenga che sia emerso nulla di particolare a carico del mio cliente, abbiamo ancora una lunga strada davanti”. Poi, esprimendo un giudizio personale sull’intero processo e facendo riferimento alle affermazioni di Quagliana, conclude:”Lo ha spiegato il capo dell’ufficio legale: loro (la banca) hanno fatto delle valutazioni tecnico giuridiche e hanno ritenuto che non fosse il caso di procedere. Io dico, e questa è la mia posizione, perché non c’era niente per cui si potesse procedere. Il mio cliente faceva il suo lavoro. Non credo che vi sia nulla da commentare”.