di Lorenzo Croci
SIENA. Per il progetto d’integrazione degli immigrati, nei mesi scorsi l’amministrazione comunale incaricò l’associazione di volontariato Auser, per far fronte all’obiettivo del progetto. L’associazione pensò bene di collegare “l’utile al dilettevole”. Per rispondere al piano del progetto d’integrazione, l’Auser decise – assieme al Comune di Siena -, di utilizzare i giovani africani (provenienti da Senegal, Gambia e Mali) per riqualificare alcuni degli arredi urbani della città, che si stavano deteriorando in maniera evidente. Tra questi le panchine dei giardini della Lizza. A partire dal mese di aprile i cinque migranti (tutti di età compresa tra 20 e 25 anni) hanno scrostato e riverniciato le panchine della Lizza, e precedentemente avevano svolto un simile lavoro di scrostatura e di riverniciatura anche presso il parco della Rimembranza. Ad oggi, sia le panchine dei giardini della Lizza, che quelle del parco della Rimembranza sono completamente state riportate agli “antichi splendori”. Il progetto si protrarrà fino al 31 Dicembre, giorno in cui il progetto sarà sospeso per poi essere ripreso nuovamente ad Aprile.
“Sono queste le iniziative che, per quanto piccole, denotano la forza del nostro tessuto sociale – ha detto il sindaco Valentini -. I progetti di inserimento rivolti ai profughi e ai richiedenti asilo nell’ambito delle politiche nazionali di accoglienza hanno bisogno del sostegno attivo dell’associazionismo e della società civile e questo ne è un ottimo esempio perché questi ragazzi, che non tolgono lavoro a nessuno, sono coinvolti in un’azione di riqualificazione dei beni collettivi della quale beneficia tutta la città”.
“E’ fondamentale che gli ospiti delle strutture del territorio senese – ha aggiunto l’assessore al Sociale, Anna Ferretti – trovino occasione per impegnarsi in modo così utile e proficuo. Apprezziamo molto l’impegno delle associazioni di volontariato che si sono messe al loro fianco e che permettono loro di vivere questa esperienza, in attesa di uno status giuridico, in modo proficuo per la comunità che li ospita e per loro, che così imparano anche un lavoro”.
L’iniziativa è stata resa possibile grazie alla collaborazione del Centro ricerche antropologiche e del Forum territoriale per la cooperazione internazionale di Siena.