di Andrea Pagliantini
GAIOLE IN CHIANTI. Sulla chiesa cattolica soffia un sanificante vento sudamericano che bonifica sia le anime che gli acquitrini in cui sguazzano manager con la berretta rossa.
A Roma un uomo venuto dalla fine del mondo che porta il pesante fardello del nome di Francesco ed è l’unico rivoluzionario che non parla e veste Pitti Immagine Uomo.
Nel Chianti un uomo di trentanove anni (don Hector) che veste da cinghialaio e rompe gli schemi consolidati di conferenze stampa di donnine alla messa delle cinque, chiude con delicate fioriere lo spazio davanti la chiesa alla sosta selvatica delle macchine e rende la fede un pochino più faticosa facendo selezione dei fedeli proponendo processioni notturne nelle ore di cena e di ozio.
Don Camilo in divisa rossa che bendice l’ulivo e don Hector, per una volta in tonaca, che assiste e lo accompagna nella prima loro messa celebrata nella chiesa del Popolo di San Bartolomeo a Vertine. Don Hector e don Camilo (che vengono dalla Colombia) hanno la
consapevolezza consumata di cosa sia il male racchiuso nelle persone… di cosa siano veramente i cattivi.Un paese in cui la guerra, il narco – traffico, soldi e odio rendono di ben poco valore il peso della vita degli esserei umani e rendono di conseguenza ridicole le picche e le bizze degli attori locali che mescolano in parti uguali religione sezioni e soldo, difesi gratuitamente dagli opinionisti delle panchine.