CHIANCIANO TERME. Una brutta notizia per le Terme di Chianciano. Il direttore generale, nominato lo scorso gennaio, l'architetto Lino Gilioli, è agli arresti domiciliari in seguito ad una indagine svolta dalla Guardia di Finanza di Rimini. L'accusa che ha colpito il dg delle Terme di Chianciano è di truffa alla Ausl di Rimini per oltre un milione di euro.
Il reato sarebbe stato commesso mentre Gilioli era amministratore delegato di Riccione Terme Spa.
Il tenente colonnello Enrico Cecchi, comandante della Guardia di Finanza di Rimini e il tenente colonnello Gianfranco Lucignano, comandante del Nucleo Tributario, spiegano come si sono svolte le indagini: "Abbiano avuto una delega dell’autorità giudiziaria, a cui è arrivata una segnalazione dell’Ausl e le indagini sono durate un anno. Alla fine la truffa si può quantificare in un milione e 50 mila euro, e riguarda il periodo che va da fine 2004 a tutto il 2005. Una volta che alla Ausl i conti non tornavano, siamo intervenuti verificando i dati delle Terme e quelli della Ausl. L’incrocio dei dati, un lavoro non semplice, ha portato a questo risultato. Bisogna dire anche che la scoperta dei pagamenti non dovuti è possibile a partire dal 2004, quando è entrata in vigore la normativa che prevede l’adozione di procedure informatiche per controllare effettivamente accessi e prestazioni. E per il periodo dopo il 2005, in particolare il 2007 e i primi mesi del 2008, i pagamenti non sono stati ancora effettuati. Quindi per ora non c’è reato".
Un lavoro laborioso quello delle Fiamme Gialle che, spiegano i vertici del corpo, ha portato all'attribuzione delle responsabilità e della conseguente denuncia rivolta non solo ai responsabili dell'ente ma anche all'ente stesso, "che ovviamente traeva un beneficio contabile dall’acquisizione di queste somme non dovute. Sulla base della loro organizzazione interna – dicono gli ufficiali della Guardia di Finanza di Riccione – i due responsabili non potevano non sapere che non ci fossero queste attività".
La vicenda giudiziaria abbattutasi sulle Terme di Riccione ha avuto ripercussioni anche a Chianciano. Un fatto inevitabile, che ha spinto Gilioli a sospendersi dalla carica di "numero due" delle Terme di Chianciano.
Al "no comment" dichiarato "a caldo" ieri, oggi (6 maggio) il presidente delle Terme di Chianciano, Sirio Bussolotti ha affidato ad un comunicato stampa il suo commento sulla faccenda. Bussolotti dichiara "di avere piena fiducia nel lavoro della magistratura, auspicando al contempo che tale lavoro si esplichi nei tempi più veloci possibile". "Nel prendere atto dell’autosospensione dell’architetto Lino Gilioli dalle funzioni di direttore generale di Terme di Chianciano spa fino alla decisione dell’Autorità giudiziaria circa il provvedimento cautelare, il presidente di Terme di Chianciano Sirio Bussolotti – si legge nella nota stampa delle Terme – sottolineando la piena operatività dell’Azienda, ritiene doveroso esprimere vivo apprezzamento per il lavoro svolto da Gilioli in questi mesi con grande serietà, impegno e professionalità.
Il reato sarebbe stato commesso mentre Gilioli era amministratore delegato di Riccione Terme Spa.
Il tenente colonnello Enrico Cecchi, comandante della Guardia di Finanza di Rimini e il tenente colonnello Gianfranco Lucignano, comandante del Nucleo Tributario, spiegano come si sono svolte le indagini: "Abbiano avuto una delega dell’autorità giudiziaria, a cui è arrivata una segnalazione dell’Ausl e le indagini sono durate un anno. Alla fine la truffa si può quantificare in un milione e 50 mila euro, e riguarda il periodo che va da fine 2004 a tutto il 2005. Una volta che alla Ausl i conti non tornavano, siamo intervenuti verificando i dati delle Terme e quelli della Ausl. L’incrocio dei dati, un lavoro non semplice, ha portato a questo risultato. Bisogna dire anche che la scoperta dei pagamenti non dovuti è possibile a partire dal 2004, quando è entrata in vigore la normativa che prevede l’adozione di procedure informatiche per controllare effettivamente accessi e prestazioni. E per il periodo dopo il 2005, in particolare il 2007 e i primi mesi del 2008, i pagamenti non sono stati ancora effettuati. Quindi per ora non c’è reato".
Un lavoro laborioso quello delle Fiamme Gialle che, spiegano i vertici del corpo, ha portato all'attribuzione delle responsabilità e della conseguente denuncia rivolta non solo ai responsabili dell'ente ma anche all'ente stesso, "che ovviamente traeva un beneficio contabile dall’acquisizione di queste somme non dovute. Sulla base della loro organizzazione interna – dicono gli ufficiali della Guardia di Finanza di Riccione – i due responsabili non potevano non sapere che non ci fossero queste attività".
La vicenda giudiziaria abbattutasi sulle Terme di Riccione ha avuto ripercussioni anche a Chianciano. Un fatto inevitabile, che ha spinto Gilioli a sospendersi dalla carica di "numero due" delle Terme di Chianciano.
Al "no comment" dichiarato "a caldo" ieri, oggi (6 maggio) il presidente delle Terme di Chianciano, Sirio Bussolotti ha affidato ad un comunicato stampa il suo commento sulla faccenda. Bussolotti dichiara "di avere piena fiducia nel lavoro della magistratura, auspicando al contempo che tale lavoro si esplichi nei tempi più veloci possibile". "Nel prendere atto dell’autosospensione dell’architetto Lino Gilioli dalle funzioni di direttore generale di Terme di Chianciano spa fino alla decisione dell’Autorità giudiziaria circa il provvedimento cautelare, il presidente di Terme di Chianciano Sirio Bussolotti – si legge nella nota stampa delle Terme – sottolineando la piena operatività dell’Azienda, ritiene doveroso esprimere vivo apprezzamento per il lavoro svolto da Gilioli in questi mesi con grande serietà, impegno e professionalità.
Nel Consiglio d’amministrazione di Terme di Chianciano spa, già programmato in precedenza per martedì 10 giugno, verranno presi in esame gli sviluppi della situazione per una organica valutazione complessiva".