Ridotti i tempi della vendemmia e i giorni di lavoro dei vendemmiatori
di Andrea Pagliantini
CHIANTI. La vendemmia è la fase culminante dei lavori di un anno nella quale le aziende ripongono speranze e propositi di portare in cantina l’uva della qualità migliore per produrre vini da proporre al miglior prezzo.
Ma endemicamente, ogni anno, la vendemmia nel Chianti è compromessa dalla voracità degli ungulati e dall’incoscienza di chi questi animali li alleva nei boschi foraggiandoli con pane e granturco al solo scopo di aumentarne il numero per la propria attività di caccia.
I conti di questi giorni sono terrificanti: migliaia i quintali di uva distrutti e mangiati dagli animali, nonostante le vigne siano tutte avvolte da reti e recinzioni sempre più spesse e potenti, ma che spesso vengono manomesse, travolte, danneggiate per favorire i pasti dei cinghiali. Per le aziende non basta neanche cautelarsi con foto trappole e congegni elettronici per verificare l’identità di chi va a danneggiare il frutto del proprio lavoro, dato che a frotte di denunce per danneggiamento non hanno mai portato alcun risultato concreto.
La situazione è drammatica dal punto di vista occupazionale perchè le aziende si vedono costrette a ridimensionare l’organico e a ridurre le ore di lavoro per la raccolta dell’uva, con il risultato di mandare a casa i propri dipendenti. Con il danno che molte bottiglie di Chianti Classico non potranno essere prodotte e commercializzate perchè quell’uva se la sono già bevuta i cinghiali nel silenzio generale di Regione e Consorzio del Vino Chianti Classico (che attualmente ha maggiormente a cuore tematiche che toccano più il lato amministrativo del territorio in cui si produce il vino che farsi portavoce dei problemi delle aziende danneggiate).