In Consiglio comunale la richiesta alla Regione di aggiungere l'appellativo alla dizione corrente
di Andrea Pagliantini
GAIOLE IN CHIANTI. Venerdì 20 aprile alle 21 era convocata una seduta del Consiglio Comunale di Gaiole in Chianti, dove, fra i vari argomenti all’ordine del giorno c’era la proposta di richiedere al Consiglio Regionale della
Toscana, di avviare una procedura per avere un suppletivo al suffisso Chianti per ben specificare – a noi che lo abitiamo e al mondo aggrovigliato in una matassa che non ne capisce più nulla – per punzonare i rivetti sulla realtà delle cose.
Questo “Gran Consiglio Comunale” del 20 aprile del 2018 getta le basi e scompiglia i giochi del Gran Consorzio e rimarrà nella storia più alta di chi vuol bene alla propria terra senza trarne giovamento alcuno se non quello di non cedere alle pressioni del marketing e della revisione di ben cinque secoli a fini commerciali.
I francesi insegnano, nel mondo del vino e non solo, quanto è importante affermare le proprie radici e la loro difesa, il pregio e il valore di quanto si fa sulla propria terra, non per un fanatismo becero, ma per un sano riconoscimento della fatica e della realtà delle cose. Ai sindaci di Castellina e Radda si impone una vigorosa riflessione per non veder confinati i loro territori e le loro eccellenze nei sottoscala di chi, da lontano, tira le leve.