Un bilancio privo di "contenuto informativo più analitico"
di Red
SIENA. Sul bilancio 2013 dell’Università di Siena, il collegio dei revisori deve esprimere un parere tecnico sui dati che rettore e responsabile amministrativo si sono presi l’onere di mettere insieme. Così commenta il giornalista del Fatto Quotidiano Giorgio Meletti: “Due righe fulminanti, in linguaggio tecnico ma inequivocabili: il collegio dei revisori dei conti dell’Università di Siena invoca l’immediato commissariamento “prima che la situazione economica, finanziaria e patrimoniale degeneri ulteriormente”. Così si conclude il documento con cui, pochi giorni fa, i tre esperti – Cesare Lamberti, Massimiliano Bardani e Laura Pedron hanno espresso parere contrario all’approvazione del bilancio preventivo 2013. Per la rossa Siena è una beffa stratosferica: i censori contabili invocano la prima applicazione della riforma Gelmini proprio nell’ateneo governato per lunghi anni da Luigi Berlinguer, padre della riforma che la pupilla di B. ha sovvertito. Lo stato di dissesto per le Università infatti non esisteva prima della Gelmini, e anzi non esiste di fatto neppure adesso: il ministro tecnico Francesco Profumo non ha ancora varato i decreti attuativi che consentirebbero la procedura di dissesto. Se il rettore di Siena, Angelo Riccaboni, non fosse professore ordinario di economia aziendale si potrebbe sospettare che non abbia capito”.
Il bilancio unico 2013, approvato con il voto favorevole di tutti i componenti del Consiglio (con tre astensioni), prevede una perdita di esercizio di 6 milioni. Il disavanzo di competenza risulta invece pari a 19,6 milioni, in miglioramento rispetto al passato, nonostante la forte riduzione dei trasferimenti statali e regionali per oltre 10 milioni di euro. I revisori dei conti hanno lamentato l’adozione di un nuovo modello di redazione del bilancio che è privo dei decreti attuativi del Ministero: il che potrebbe aver lasciato eccessiva discrezionalità nella sua compilazione. “Le difficoltà ad esprimere un giudizio sul bilancio preventivo … sono state aggravate, per il collegio in carica, dai ristretti tempi concessi (un giorno, pare, ndr) per l’acquisizione dei dati cognitivi necessari all’espressione del parere”, scrivono i revisori, gettando una luce sinistra sul papello che gli hanno preparato, visto che il termine di legge deve essere di 15 giorni. “In secondo luogo, il Collegio denuncia una generale carenza di contenuti informativi di natura tecnica nella relazione accompagnatoria del direttore: è necessario che abbia un contenuto informativo più analitico,in particolare per quanto riguarda attendibilità e congruità delle singole poste”: vuol dire che è stato redatto alla bell’e meglio e domani contestabile ai suoi compilatori.
Un’altra gestione dell’Ateneo senese che sta arrivando al capolinea, un’altra serie di distinguo e spiegazioni del rettore Riccaboni che non cambiano la sostanza del discorso. Il tentato risanamento dell’Università non c’è stato, una storia di cattiva gestione che viene dal rettorato Tosi e prosegue con quello di Focardi, tutti contraddistinti da passivi, perdita di prestigio e di qualità nell’insegnamento. Ancora Meletti: “Tra pochi giorni si decide sul rinvio a giudizio di dieci membri di cui sette professori, della commissione elettorale: l’accusa (che non riguarda Riccaboni) è di aver truccato il voto. L’indagine è scattata subito dopo l’elezione di Riccaboni, che è stato intercettato mentre chiedeva lumi a Luigi Berlinguer, il quale lo rassicurava: convinto che l’inchiesta non poteva bloccare la nomina del nuovo rettore, sarebbe andato l’indomani a spiegare la situazione alla Gelmini. Due giorni dopo il ministro della Pubblica istruzione ratificò la nomina di Riccaboni”.