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Direttore responsabile Raffaella Zelia Ruscitto
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La Provincia di Siena a fianco delle donne contro la violenza

I dati che riguardano il nostro territorio mostrano chiaramente come il mondo femminile sia ancora vittima di una mentalità sbagliata

SIENA. Il 25 novembre 1960 tre donne dominicane, tre sorelle che militavano contro il regime dittatoriale di Trujillo, mentre si recavano a far visita ai loro mariti in prigione, furono bloccate sulla strada da agenti del Servizio di informazione militare, condotte in un luogo nascosto, torturate, massacrate e strangolate, per poi essere gettate in un precipizio, a bordo della loro auto, per simulare un incidente.

In memoria del loro assassinio, l’Onu ha istituito il 25 novembre di ogni anno la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne: ritenuta a tutti gli effetti una delle più gravi e diffuse forme di violazione dei diritti umani, “la violenza su una donna in quanto donna”.

La violenza contro le donne ha molte subdole facce: quella che vede la morte della donna non è l’unica, anche se non possiamo dimenticare che la prima causa di morte e di invalidità permanente delle donne nel mondo si deve proprio alla violenza maschile, né dimenticare che, sempre nel mondo, ogni due donne morte ammazzate, una è stata uccisa dal proprio compagno. Nella maggior parte dei casi di omicidio nella coppia convivente o separata vi erano antecedenti di maltrattamenti che, quindi, costituiscono uno dei più importanti e rilevanti fattori di rischio dell’uxoricidio.

I recenti dati di cronaca, relativi ad azioni violente compiute contro le donne e per lo più da parte di un uomo legato a loro da vincoli affettivi, rivelano come, ancora oggi, il femminicidio sia un fenomeno le cui motivazioni nascono da un lontano passato in cui il genere femminile era “condannato” al silenzio e a vivere nell’ignoranza, in subordine al potere maschile. Le molteplici trasformazioni culturali e sociali avvenute negli ultimi decenni, non sono state accompagnate da un adeguato cambiamento dei rapporti tra i generi.

I comportamenti violenti e gli abusi maschili contro le donne (da quelli psicologici a quelli fisici, da quelli economici a quelli quasi impercettibili, poiché giudicati tradizionali) devono venire denunciati e l’ideale sarebbe che tutte le donne del mondo avessero la possibilità e il coraggio di denunciarli, mentre troppe donne ancora subiscono silenti nel nostro paese, come in troppi altri paesi.

Il Presidente della Provincia Fabrizio Nepi: “Il VII Rapporto sulla violenza di genere della Regione Toscana presentato ieri a Firenze mostra come, negli ultimi tre anni, le donne che hanno denunciato violenza nei loro confronti in provincia di Siena sono state 331, 124 solo nell’ultimo anno. Di queste, 81 (il 65%) sono donne italiane e nel 40% dei casi si tratta di donne di età compresa tra i 40 e 49 anni, nel 38% di donne occupate e nel 32% dei casi sono donne che hanno come titolo di studio la media superiore, 12% la laurea. Sempre facendo riferimento ai dati del solo ultimo anno si evince che la maggior parte delle donne hanno subito più tipi di violenza contemporaneamente: l’85% delle donne denuncia violenza psicologica, il 65% fisica, il 51% economica, il 22% sono vittime di stalking, il 9% di violenza sessuale, il 5% hanno subito molestie sessuali e il 2% mobbing.

L’ aggressore è nel 77% dei casi il partner, nel 9% l’ex partner , nell’8% un parente, nel 4% un conoscente e purtroppo nel 68% dei casi i figli assistono alla violenza.

I dati, come specificato in precedenza, si riferiscono alle sole donne che hanno avuto il coraggio di denunciare le violenze, si suppone quindi che i casi non emersi siano molti di più. Per questo la Provincia sta lavorando da anni per rimuovere le difficoltà che possono incontrare le donne nel denunciare le violenze subìte e ha posto al centro della propria azione il tema della violenza di genere, attivando molteplici azioni e percorsi tesi a prevenire e a contrastare la violenza contro le donne.

La violenza contro le donne è infatti un tema complesso che richiede l’incontro di una pluralità di saperi, di competenze, di interessi, di responsabilità. Contrastare la violenza alle donne richiede di affrontare i temi della prevenzione, della sensibilizzazione, della formazione, della riduzione del danno subito, della repressione dei violenti, in maniera articolata e sinergica. Si tratta di agire contestualmente su più livelli, entro riferimenti istituzionali ed organizzativi stabili, attraverso l’incontro, lo scambio e la messa in discussione di prassi organizzative e metodologie afferenti a diverse professionalità ed esperienze, con coscienza e passione. Si tratta di creare una RETE.

Sulla scorta della Legge Regionale 59/2007, la Provincia ha attivato un percorso di concertazione con i soggetti impegnati a diverso titolo nel contrasto alla violenza che ha portato alla costituzione, nel 2007, del Tavolo interistituzionale al quale partecipano i Comuni, l’Azienda Sanitaria Locale 7, l’Azienda Universitario Ospedaliera, le Organizzazioni Sindacali, le Associazioni delle donne e i Centri Antiviolenza, le Forze dell’ordine, l’Ufficio Scolastico Provinciale.

Inoltre da molto tempo sono attive convenzioni con i Centri Antiviolenza, attualmente con il loro coordinamento Associazione Aurore, per la realizzazione di servizi gratuiti di accoglienza, consulenza legale e psicologica su tutto il territorio provinciale.

Nel 2011 è stata aperta una Casa di Accoglienza di valenza provinciale, che ha svolto la funzione di dare aiuto e temporanea ospitalità a donne sole o con minori, italiane o straniere che hanno subito violenza o maltrattamento fisico e/o psicologico. L’accesso è volontario e avviene su indicazione dei Centri Antiviolenza, dei Servizi territoriali e delle Forze dell’Ordine.

Quest’anno la Provincia ha concentrato la propria attività anche nell’adeguamento e messa a norma di una nuova Casa Rifugio , per lo spostamento della precedente in una nuova sede e proprio oggi ho invitato i dipendenti provinciali a donare il valore di un buono pasto per sostenere questa fondamentale iniziativa.

La violenza si nutre di paura, di vergogna e di silenzio e noi continueremo a fare di tutto per rimuovere il suo cibo preferito.”

I Centri antiviolenza presenti sul territorio della Provincia di Siena sono DONNA CHIAMA DONNA, AMICA DONNA, DONNE INSIEME VALDELSA, DONNA AMIATA VALDORCIA e offrono una vasta gamma di servizi di sostegno a donne maltrattate, svolgendo un ruolo fondamentale sul piano sociale. I Centri antiviolenza offrono ascolto ed accoglienza a donne maltrattate attraverso colloqui telefonici e personali, informazione/consulenza legale e psicologica gratuite. Si avvalgono di personale volontario, operatrici specificatamente formate e di professioniste, in particolare Avvocati e Psicoterapeute, anch’esse formate in specifico sulla tematica della violenza di genere. I Centri antiviolenza si occupano anche di realizzare azioni di prevenzione contro la violenza di genere, attraverso la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul problema della violenza, su quali ne siano le cause e le conseguenze, e sulla necessità di offrire sostegno specializzato alle vittime.

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